I giardini dell’hotel Royal Mansour, progettati da Luis Vallejo, paesaggista, sono un eden nel quale l’infinita tavolozza di verdi incontra l’azzurro del cielo e l’ocra delle pareti.
Poco distante dalla frenetica piazza Jemma El Fna, il Royal Mansour può essere considerato una città nella città, una medina con un giardino di cinque ettari progettato dal paesaggista Luis Vallejo che, con questo progetto, ha anche reso omaggio alle antiche mura di Marrakech che ora delimitano la proprietà. Cercando il genius loci, lo spirito protettivo di un luogo, la sua anima, Vallejo si è ispirato ai paesaggi agricoli marocchini, alle valli dello Ziz e del Todra, ma anche ai giardini arabi tradizionali, con i loro ingegnosi sistemi di irrigazione, i patii, i frutteti, come i Giardini Agdal e Menara, entrambi Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, che sono evocati nella griglia geometrica di olivi, palme, agrumi e flora mediterranea, e a quelli di Palazzo El Badi. Durante i lavoro di costruzione dell’albergo sono state trovate alcune palme da dattero di oltre trecento anni che sono state recuperate e inserite a punteggiare i giardini. Ambiente ideale per passeggiare, rilassarsi e meditare, il grande giardino contempla una grande piscina e un orto, a servizio dei ristoranti e di grande valenza estetica.
Proprio per questo motivo Vallejo ha scelto di inserire in punti strategici, per incanalare le viste, le sedute Glenwood e le panche Exbury di Tectona, che con il loro design classico ed essenziale si fondono con il paesaggio, regalando ai visitatori momenti di relax in contemplazione della natura straordinaria del luogo, con il sottofondo del mormorìo delle fontane, del canto degli uccelli, accarezzati dalla dolce brezza che fa danzare i ramoscelli delle piante.
TESTO di Anna Molteni
Foto: Courtesy Tectona Paris ©Luis Vallejo
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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