Dal 6 aprile 2023, con la mostra Whisperers di Lito Kattou (Cipro, 1992), prende il via Corpo Celeste, nuovo ciclo espositivo di Project Room, il progetto ‘osservatorio’ di Fondazione Arnaldo Pomodoro dedicato agli sviluppi del panorama artistico internazionale, che quest’anno viene affidato alla curatrice Chiara Nuzzi (Napoli, 1986).
Primo appuntamento di Corpo Celeste, il nuovo ciclo espositivo di Project Room, il progetto ‘osservatorio’ della Fondazione sulle arti contemporanee, affidato per questa edizione alla curatrice Chiara Nuzzie incentrato sulle possibilità di ripensare e re-immaginare la realtà in un contesto di crisi.
Ispirato all’omonima raccolta di saggi della scrittrice Anna Maria Ortese e ai suoi tentativi di “restituire al reale il significato di appartenenza a un’altra realtà, più grande e inconoscibile”, Corpo Celeste si articola in due mostre personali, la prima dedicata a Lito Kattou e la successiva, prevista a settembre 2023, a Paul Maheke (Francia,1985).
In entrambe le mostre la scultura è uno strumento di costruzione di corpi altri, ibridati con la materia, la natura e il mondo animale, per abitare nuovi mondi. In questi possibili ultramondi, Kattou e Maheke esplorano le potenzialità̀ della materia scultorea costruendo ambienti e narrazioni che minano il presente e interrogano il futuro. Gli artisti sviluppano due progetti site-specific che mescolano media differenti per costruire installazioni ambientali immersive: lo spazio espositivo della Fondazione diventa così un paesaggio popolato da immagini e presenze quasi metafisiche.
Whisperers è la prima personale in una istituzione italiana di Lito Kattou, la cui ricerca è influenzata dal contesto naturale, sociale e politico dell’area mediterranea. Ispirata da mitologie, racconti, archeologie locali, l’artista ha inserito nella sua praticatemi come la riconciliazione tra vita e morte e l’accettazione della linearità e circolarità del tempo, attraverso cui riflette sulla coesistenza di realtà diverse. Le sue opere–corpi, creature ibride e astratte, antropomorfe o animali, al cui interno sono inglobati elementi naturali e cosmici-analizzano il processo di cambiamento della materia nel tempo, il tema dell’alterità e scenari spazio-temporali sconosciuti. La serie Whisperers (coloro che sussurrano)del2022, come la precedente Harvesters (coloro che raccolgono), si concentra sull’idea di comunità in un’ambientazione senza tempo che individua nuove strategie di coesistenza.
L’artista realizza per gli spazi della Fondazione Whisperer I, II, III e IV, quattro imponenti sculture in alluminio, acciaio, acrilico, rame nichelato e plastica biodegradabile, che rappresentano quattro componenti di una comunità, legati tra loro da simboli, segni, frammenti che compongono una grammatica familiare, connessi a Whisperer V, una quinta scultura allestita sulla facciata di Fondazione ICA Milano, intervento che funge da ponte tra le due istituzioni e che ne sancisce la collaborazione.
Nelle sculture, Kattou assimila elementi umani e non, figure derivate dalla natura e dal mondo animale,nel tentativo di immaginare una nuova forma di esistenza in costante adattabilità e trasformazione con le forze ambientali circostanti. Dotate tutte del medesimo volto, in un paesaggio congelato al tramonto, le superfici nere dei corpi, disposti in modo da scandire lo spazio articolando il percorso del pubblico, sono interrotte da parti dipinte che ne evidenziano alcuni gesti e accompagnate da figure di animali, fiori e farfalle, canestri intrecciati che richiamano non solo le origini dell’artista, ma anche il periodo coloniale cipriota.
Il canestro è spunto per una riflessione più ampia sull’evoluzione culturale dell’umanità: come raccontala scrittrice Ursula K. Le Guin inThe Carrier Bag Theory of Fiction(1986), “è probabile che il primo dispositivo culturale sia stato un recipiente[…]e che le prime invenzioni culturali siano state un contenitore dove metterei prodotti raccolti” 2.Una visione che depotenzia l’oggetto-arma come principale elemento dell’evoluzione e racconta invece una storia di sostegno e collaborazione, di intelligenza e pratica comune impiegate a beneficio della collettività.
Whisperers rappresenta uno spazio in cui è possibile accettare la coesistenza con entità diverse e immaginare approcci e metodi alternativi pervivere insieme, in una prospettiva che mette al centro la comunità, e incrementala consapevolezza delle necessità delle altre specie e della tutela del pianeta.
Il progetto curatoriale delleProject Roomsi riconnette alle ricerche condotte per la mostra del cicloOpen Studio, in corso nello studio di Arnaldo Pomodoro.La negazione della forma. Arnaldo Pomodoro traminimalismo e controcultura(a cura di Federico Giani, visitabile tutte le domeniche fino al 28 maggio)indaga infatti la produzione artistica di Arnaldo Pomodoro tra1966 e il 1970,gli ‘anni americani’ dell’artista, contraddistinti dalla sperimentazione sui concetti di vuoto, spazio negativo, negazione della forma. Le riflessioni attorno a questi temi fungono perciò datrait d’union tra la ricerca artistica delMaestro e quella dei giovani artisti coinvolti nelleProject Room, riconfermando l’intento della Fondazione nello sviluppare un progetto culturale coerente, che evidenzi le assonanze tra temi e interessi di ricerca delle nuove generazioni con quelli che hanno caratterizzato il percorso artistico di Arnaldo Pomodoro, individuando un’affinità intergenerazionale che guardi con occhi nuovi al passato e al futuro dell’arte.
Lito Kattou
Lito Kattou (Nicosia, Cipro, 1990) vive e lavora ad Atene. Si forma alla School of Fine Arts di Atene e al Royal College of Art di Londra, dove si laurea in Scultura.Nel 2019 Kattou è vincitrice della prima edizione del Ducato Prizee nel 2018 riceve il New Positions Award per Art Cologne. È stata invitata e ha preso parte a residenze tra cui la Residenza della Fondation Thalie, Brussels 2021; ART HUB Copenhagen Residency 2020; la PCAI Residency 2019 e la residenza di Google 89plus nel 2017curata da Hans Ulrich Obrist e Simone Castets. Di recente Kattou ha realizzato mostre personali presso: Tranen, Copenaghen; Galeria Duarte Sequeira, Braga; T293, Roma; Artothek, Colonia; Benaki Museum, Atene; Point Centre for Contemporary Art e ha partecipato a numerose mostre collettive in gallerie, musei e istituzioni artistiche tra cui:SAVVY Contemporary, 7° Biennale di Atene; Fidelidade Arte, Lisbona; Muzeum Ludwig, Budapest; Nottingham Contemporary, Nottingham; Kraupa-Tuskany Zeidler, Berlino; Komplot, Brussels; Benaki Museum e Deste Foundation, Atene. I suoi lavori sono inclusi in importanti collezioni private internazionali tra cui la Dakis Joannou Collection, laCollezione della National Bank of Greece, la National Contemporary Art Collection della Repubblica di Cipro, la Collezione della Deutsche Telekom. Kattou è rappresentata dalla galleria T293di Roma e da Galeria Duarte Sequeira, di Braga e Seoul. litokattou.com
Chiara Nuzzi
Curatrice e ricercatrice, Chiara Nuzzi (Napoli, 1986) vive e lavora a Milano. È laureata presso l’Università CàFoscari e l’Università IUAV di Venezia. Nel 2012-13 ha partecipato alla prima edizione di CAMPO, programma per curatori italiani ideato dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, e nel 2014 al programma di ricerca per curatori internazionali Curator Lab dell’Università Konstfack di Stoccolma. Ha collaborato con diverse istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero, e dal 2018 è curatrice e manager editoriale diFondazione ICA Milano, per la quale collabora al coordinamento del programma espositivo ed editoriale. Perla FondazioneICA Milano ha curato le mostre: Chemutai Ng’ok. An impression that may possibly last forever(2023); Small Fixations (2022); Annette Kelm. DIEBÜCHER (2022), co-curata con Alberto Salvadori; Costanza Candeloro.My skin-care, my strength (2022). Ha inoltre co-curato con Alberto Salvadori la prima mostra personale in Italia dell’artista e danzatrice Simone Forti, Vicino al Cuore/Close to the Heart (2019-2020), e nel 2021 ha ideato e curato il programma digitale ICA COMMITTED dedicato al canale digitale della fondazione, ancora in corso. Nel 2018 ha co-curato con Luigi Fassi la mostra collettiva Sense and Sensibilia, progetto parallelo in occasione della Biennale Gherdëina. Tra il 2017 and 2018, in occasione della residenza curatoriale presso l’istituzione francese Thank you for comining a Nizza, ha curato il programma culturale ed espositivo What happens to people and what happens to the land is the same thing, realizzato con il supporto del Mibact, collaborando con artisti tra cui Ursula Biemann & Paulo Tavares, Melanie Bonajo, The Karrabing FilmCollective e Uriel Orlow. Nel 2014 ha vinto il premio CXC (Call for Curators) promosso dal MART–Museo diArte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto per il progetto espositivo Afterimage. Immagini delConflitto (co-curato con Valeria Mancinelli e Stefania Rispoli), realizzato nel 2014-2015 presso la Galleria Civica di Trento.Nel 2015 ha co-fondato il festival fiorentino SONIC SOMATIC,incentrato sulle ricerche sonore e performative contemporanee, di cui è tutt’oggi co-curatrice.
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