Per chi ama i toni del grigio avere delle Nepeta in giardino è cosa naturale. Se poi si è fortunati con esposizioni soleggiate e terreni molto ben drenati il gioco è semplice.
Una delle piante indiscusse protagoniste dei giardini mediterranei ha anche uno spiccato senso di adattamento poiché non è inusuale trovarla rigogliosa in aiuole parzialmente ombreggiate e in climi con inverni molto freddi.
Il caldo ed il secco sono però le condizioni ideali per accentuare il colore dei fiori. Suo acerrimo nemico che è causa sovente di drastici trapassi a miglior vita è il ristagno idrico che produce eccessiva umidità.
Le nepete, come tante altre loro simili dal fogliame sul grigio, hanno già di che procurarsi l’umidità necessaria: sono naturalmente dotate di un’impercettibile e ben distribuita peluria che ha la funzione di ingabbiare anche la minima particella d’acqua presente nell’aria, creando una sorta di riserva utilizzabile alla bisogna. Un surplus di umido andrebbe solo a creare uno squilibrio che la costringerebbe a soccombere. Questo ci fa capire che anche le annaffiature andranno apportate con parsimonia e solo all’occorrenza.
Seconda (e anche ultima!) necessità culturale è il taglio severo quasi alla fine della prima fioritura che consentirà di goderne della seconda mantenendo la pianta vigorosa e compatta. Scaglionando inoltre i tagli delle singole piante avremo fioriture più persistenti. Lasciate libere di crescere (alcune raggiungono il metro) avranno un aspetto più spettinato e naturale. De gustibus…
Tutte le Nepeta le trovo interessanti e perfettamente a loro agio in compagnia dei rosai, specialmente di quelli che si svuotano al piede, ma stanno pure in piacevole compagnia di Alchemilla, Centranthus, Echinacea, Euphorbia, Gypsophila, Lavanda, Santolina ‘Edward Bowle’, Stachys, Tunica (ora Petrorhagia), Salvia sylvestris. Con quest’ultima il gioco si fa piacevole per l’alternanza delle rispettive fioriture che si può ottenere con tagli mirati e programmati nei tempi giusti.
Sono due le varietà che ho selezionato nel mio vivaio, entrambi ottenute per spontanea ibridazione e poi replicate per caratteristiche rimarcabili.
La prima risale al lontano 1976 e la chiamai profeticamente ‘Beatrice’…nome della mia futura nipote. Una varietà di Nepeta mussinii dai grossi fiori blu malva con portamento ben compatto e ordinato.
L’altra è la Nepeta grandiflora ‘Atlantica‘, selezionata nel 2012 e nata anche questa grazie ad un’impollinazione fortuita e fortunata. Le spighe, molto ricche di fiori di un blu intenso, appena sopra il fogliame (sui 30 cm), donano un aspetto molto ordinato alla pianta. Una novità piuttosto recente che propongo spesso è Nepeta nervosa ‘Neptune’, su cui l’ibridatore ha lavorato puntando per ottenere un portamento importante e fitto, di circa 50 cm, ottima per il secondo livello nelle bordure.
Il profumo che non sprigiona dai fiori delle nepete lo ritroviamo nel fogliame. Ben lo sanno i nostri amici gatti che adorano strofinarvisi per l’effetto euforizzante di cui godono. Esilarante osservarli, dopo innocua sniffata, rotolarsi a pancia in su, scattare sulle zampe e saltellare per effetto dell’ erba o gatta (a giusto titolo questo è il nome comune della Nepeta cataria). Un’erbacea i cui magici effetti ricadono anche su di noi che di rimbalzo esprimiamo ilarità e divertimento
Alla stesura del mio catalogo annuale sorrido sempre al momento di inserire le nepete…ripenso al complicato meccanismo ideato negli anni ’80 da un noto vivaista inglese. Dovevo acquistare delle Nepeta per corrispondenza che stranamente non riportavano il prezzo nonostante il “buy” sulla foto le indicasse in vendita. Arcano svelato quando capii che solo a fronte di una mia spontanea offerta avrei poi scoperto se sarei o meno entrato in possesso del prezioso bene… per grazia ricevuta!