L’arte neo-pop di Jeff Koons, all’anagrafe Jeffrey Koons, gli ha regalato il primato di artista vivente più ricco al mondo. Nato nel 1955 in Pennsylvania nella città di York, Koons ha studiato in Maryland, a Baltimore, all’Institute College of Art, e in Illinois alla School of the Art Institute di Chicago.
L’arte neo-pop di Jeff Koons
Le sue opere, dal sapore smaccatamente kitsch, ironizzano sulla società dei consumi e sullo stile di vita statunitense, improntato ai principi di vita, libertà e ricerca della felicità propri dell’ american way of life, sdoganato negli anni cinquanta del novecento.
L’obiettivo artistico di Koons è di poter colmare il gap esistente tra coloro che storicamente detengono il patrimonio dell’arte e della cultura – la cosiddetta upper side – e coloro che, per via delle loro limitate possibilità, tendono ad abbracciare una cultura popolare o kitsch, cioè gli appartenenti alla middle class.
Ciò consente all’artista di portare al limite estremo il confine tra il linguaggio artistico e la cultura popolare. Per Koons l’arte non attiene alla creazione di un oggetto o di un immagine, ma si sostanzia nella relazione: “tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte”.
La campagna di marketing di Jeff Koons
Prima di dedicarsi compiutamente all’arte, Koons ha lavorato come agente di borsa a Wall Street e successivamente al MoMa di New York. Con i guadagni ottenuti facendo il broker, l’artista è riuscito a finanziare le sue prime opere, ricorrendo a una brillante campagna di marketing. Ha quindi fatto ricorso a uno staff di trecento persone a cui ha delegato per intero la parte produttiva delle sue creazioni, riservandosi l’ideazione.
Percorsi dell’arte neo-pop di Jeff Koons
Gli esordi
Seguendo le orme di Andy Warhol, Koons ha coltivato fin dagli esordi la sua veste pubblica, avvalendosi anche di consulenti dell’immagine. La sua carriera si può suddividere in macro cicli, in cui l’artista ha sperimentato l’utilizzo di diversi materiali, tra cui pigmenti, plastica, gonfiabili, marmo, metalli e porcellana.
I Told You Once, I Told you Twice
La prima opera di Koons, risalente al 1977, I Told You Once, I Told you Twice, si avvaleva di tecniche miste, tra cui vinile, vernice acrilica, porcellana, tessuto e lamina.
L’arte neo-pop di Jeff Koons – gli Inflatables
Gli anni settanta del 900 sono stati dedicati agli Inflatables (letteralmente: gonfiabili), in cui l’artista ha esordito con fiori gonfiabili appoggiati su riquadri specchianti.
E’ in questi anni che Koons ha concepito l’idea portante della “lucentezza” (shine), da trasmettere nelle sue sculture e installazioni. Uno dei più recenti Inflatables realizzati dall’artista è un cigno (Swan, 2011- 2015) in acciaio inossidabile, lucidato a specchio con rivestimento colorato trasparente.
Puppy, il cucciolo di siepe fiorita
Nel 1992 Koons si dedicò alla realizzazione di Puppy, un gigantesco cucciolo di siepe fiorita, costituito internamente da un telaio di acciaio dotato di un sistema di irrigazione. Sulla scia disinibente della pop art, Koons sdogana il mondo di Disneyland quanto l’edonistica e sfacciata spensieratezza di un broker anni ottanta rimasto bambino.
L’artista ci invita così ad interrogarci sul nostro rapporto con l’arte: nonostante Puppy superi le barriere della sensibilità estetica, lo spettatore non può non rimanere affascinato dal gusto kitsch e svenevolo trasmesso dall’opera.
La raccolta di fotografie Made in Heaven
Koons ha poi stupito il pubblico degli anni novanta, immortalando nelle sue opere la moglie di quel periodo, Ilona Staller, ex icona sexy del cinema a luci rosse. Con la raccolta di fotografie dal titolo Made in Heaven, Koons ha rappresentato performance sessuali con la compagna, trasformata in opera d’arte. I due coniugi hanno inoltre presidiato alla Biennale di Venezia del 1990 suscitando molto scalpore.
La serie Celebration
Tra le opere più famose di Koons rientrano ancora i giocattoli gonfiabili e altri oggetti di uso quotidiano, raccolti nella serie Celebration, sempre degli anni novanta. Tra gli oli su tela più kitsch: il Balloon dog (1995-1998), poi realizzato in porcellana nel 2021; il Bread with Egg (1995-1997), e il Play-doh (1995-2008), realizzato anche come installazione, utilizzando l’alluminio policromato per rendere l’effetto pastoso del materiale plastico a utilizzo ludico, prodotto e commercializzato dalla Hasbro.
L’installazione di Popeye
Tra il 2009 e il 2012, Koons ha immortalato tra le sue opere anche un personaggio dei fumetti e dei cartoni animati, il celebre Popeye o “braccio di ferro”, creato dal fumettista americano Elzie Crisler Segar.
L’arte neo-pop di Jeff Koons – la collaborazione con Lady Gaga
Nel 2013, all’interno della serie “projects”, Koons ha disegnato la copertina dell’album ARTPOP della cantante Lady Gaga, esponendo alcune opere d’arte all’artRAVE di Gaga nel Brooklyn Navy Yard.
La serie Porcelain
Tra il 2016 e il 2021 Koons si è poi dedicato alla serie Porcelain, all’interno della quale ha ideato e rappresentato Aphrodite, una statua realizzata in acciaio inossidabile, lucidata a specchio con rivestimento colorato trasparente. Per le fattezze della dea, l’artista si è basato sulla statuina appartenente alla Repubblica Ceca Royal Dux.
Jeff Koons, l’artista vivente più pagato al mondo
Ad oggi, Koons detiene il record dell’artista vivente più pagato al mondo. Nel maggio 2019, Christie’s, la celebre casa d’asta, ha venduto una scultura dell’artista per 91,1 milioni di dollari, la più alta cifra mai pagata per l’opera di un artista vivente.
Francesco Bonami, critico e curatore di fama internazionale, ha definito così la personalità di Koons: “Non ho mai visto Jeff Koons alterarsi, snervarsi, o essere di cattivo umore una sola volta. Non l’ho nemmeno mai visto scompisciarsi dalle risate. Sorridere sì. Molto. (…) non mi stupirei se diventasse un candidato alla presidenza degli Stati Uniti o, ammesso che voglia smettere di fare l’artista, il leader carismatico di una setta religiosa che offre ai credenti leccalecca colorati invece delle ostie”.
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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