Josep Antoni Coderch è stato un professionista attento al valore intrinseco dell’architettura e all’integrità morale dell’architetto, oltre la pura attività progettuale e lo status. Impegnato nel rinnovamento dell’architettura spagnola nella seconda metà del Novecento, perseguì forme semplici e armoniche nell’intento di realizzare un’architettura viva, attirando così l’attenzione internazionale.
La ricerca di un’etica professionale
La carriera di Josep Antoni Coderch si dispiegò, tra Barcellona, sua città natale, e Madrid dove realizzò case unifamiliari, edifici residenziali e grandi palazzi istituzionali. Dopo la laurea, Coderch iniziò a costruire un linguaggio architettonico personale, sviluppando anche un’etica professionale rigorosa, nello studio dell’architetto spagnolo Secundino Zuazo. L’avvio dell’attività indipendente a Barcellona lo vide impegnato in commissioni per residenze unifamiliari e ristrutturazioni in zone rurali, realizzate in collaborazione con Manuel Valls Vergés. Agli inizi degli anni Cinquanta, Coderch partecipò al Grup R, un gruppo di giovani architetti determinato nel promuovere un rilancio e un rinnovamento dell’architettura spagnola. Sostenitore e membro del gruppo sin dagli esordi, Coderch se ne discostò successivamente per divergenze di opinioni.
I primi capolavori di Josep Antoni Coderch
L’inizio degli anni Cinquanta rappresentò un momento di svolta per Josep Antoni Coderch, impegnato con le prime committenze di spessore. Inaugurò questa nuova fase il progetto di Casa Ugalde, considerata uno dei capolavori dell’architetto spagnolo, realizzata insieme a Manuel Valls. Situata a Caldes d’Estrac, vicino Barcellona, la casa si inserì in un paesaggio mozzafiato, valorizzato da un progetto attento alle particolari caratteristiche del luogo. Un edificio dalle forme fluide e irregolari trasformato dalla luce, in armonia con lo splendido paesaggio mediterraneo. Nello stesso periodo, l’architetto progettò anche Casa de la Marina, un edificio residenziale nel quartiere di Barceloneta, espressione di un linguaggio moderno capace di andare oltre i canoni del razionalismo.
Il debutto internazionale
A questi successi si aggiunsero anche i primi riconoscimenti internazionali. In occasione della IX Triennale di Milano, Josep Antoni Coderch ricevette il Gran Premio Medaglia d’Oro per il Padiglione spagnolo, attirando illustri consensi. Un momento d’oro per l’architetto che, abbandonato il Grup R, diventò membro del CIAM, entrando poi a far parte del Team 10, istituito nel 1954. Non mancarono, tuttavia, profonde delusioni professionali, specie nel caso del progetto Torre Valentina, fallito dopo lunghi mesi di lavoro e ricerca. Un momento complesso superato grazie ad un nuovo progetto, commissionato dal pittore Antoni Tàpies, che rilanciò la carriera di Coderch dopo l’inaspettato periodo di fermo. Casa Tàpies rappresentò l’opportunità per l’architetto di ritornare operativo con una residenza creata su misura per le esigenze dell’artista.
Il Manifesto dell’architettura di Coderch
Oltre l’attività progettuale, Coderch riuscì a comunicare la propria visione dell’architettura con diversi mezzi. Celebre lo scritto No son genios lo que necesitamos ahora (Non sono i geni ciò di cui abbiamo bisogno ora), pubblicato sulla rivista Domus. Considerato il Manifesto della sua architettura, lo scritto evidenziò il valore del rigore morale, considerato superiore al genio, e l’importanza di produrre opere vive. Una personalità dinamica quella di Coderch, impegnato anche come industrial designer, docente di architettura e appassionato fotografo. Una passione che lo aiutò ad osservare il mondo con sguardo attento e ad esplorare forme nuove anche in architettura.
Le opere a Madrid e Barcellona
Negli ultimi anni di carriera, i progetti dell’architetto spagnolo furono espressione di un linguaggio architettonico ormai maturo e pienamente realizzato. Alla fine degli anni Sessanta, progettò il Palazzo Girasole, un edificio residenziale lussuoso, realizzato in funzione della luce solare, da cui il nome. Nettamente diverso il lavoro sviluppato per il Trade Building a Barcellona, in cui l’architetto enfatizzò linee curve e morbide ottenendo torri imponenti ma dall’aspetto gentile. Parallelamente, approfondì il tema della progettazione abitativa urbana con il complesso residenziale Banco Urquijo sempre a Barcellona, opera per cui ricevette il premio FAD di architettura. Un ulteriore riconoscimento al lavoro di Josep Antoni Coderch, celebrato anche in diverse mostre, architetto che contribuì a rendere moderna e libera l’architettura spagnola.
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