L’architetto Ernesto Basile è stato un celebre esponente dello stile Liberty in Italia, autore di edifici meravigliosi nella Palermo splendente della Belle Époque. Dai palazzi della nobilita siciliana, l’architetto estese la propria attività ad opere sempre più prestigiose, firmando i progetti del Teatro Massimo e di Palazzo Montecitorio.
Ernesto Basile e lo stile Liberty
Dopo gli studi all’Università di Palermo, la carriera di Ernesto Basile iniziò a fianco del padre Giovan Battista Filippo, volto noto dell’architettura siciliana nell’Ottocento. Ancor prima del figlio, infatti, si distinse per l’intervento alla facciata della Cattedrale di Acireale e per il Giardino Inglese di Palermo, per citarne alcuni. Nel 1868 fu, inoltre, vincitore del concorso per la realizzazione del Teatro Massimo, progetto portato avanti e completato, alla sua morte, dal figlio Ernesto. Oltre alle numerose opere realizzate in Sicilia, l’architetto si fece promotore del Liberty in tutto il meridione e nel resto d’Italia, in particolare a Roma. I progetti di Ernesto Basile riuscirono a soddisfare lussi e stravaganze dei nobili e a conferire solennità a palazzi di rilevanza nazionale.
Il Teatro Massimo
L’architetto Ernesto Basile portò avanti, dunque, il progetto del Teatro Massimo di Palermo, assicurando la riuscita del capolavoro avviato dal padre. Inaugurato nel 1897, il Teatro Massimo si inserì nello scenario europeo affiancando, per grandezza e prestigio, i teatri di Parigi e Vienna. In linea con lo stile dell’epoca, il teatro si presentò come un edificio monumentale caratterizzato, all’esterno, da un’ampia scalinata culminante in un pronao corinzio. Evidente l’intervento di Basile, soprattutto all’interno, espressione dello stile liberty e carico di valenze simboliche. Per la Sala Grande, dall’acustica sublime, l’architetto ideò un soffitto mobile, conosciuto come la Ruota Simbolica. Composta da undici petali, raffiguranti il Trionfo della Musica, la ruota di si apre come un fiore, consentendo l’areazione della sala.
Villa Igiea, iconico hotel di Palermo
In Sicilia, Ernesto Basile si distinse per il progetto dei padiglioni dell’Esposizione nazionale di Palermo del 1891, uno dei primi esempi dello stile Liberty in Italia. A questo si accompagnarono numerosi palazzi per le famiglie più importanti del tempo, come i Florio, per cui progettò l’iconica Villa Igiea. Sede del Grand Hotel della famiglia, la villa con la sua vista mozzafiato sul mare, fu al centro dei fasti della Belle Époque. Il castello, con torrette e merli, conquistò gli illustri ospiti per i giardini e gli spazi interni ricchi di decorazioni, meraviglioso esempio di stile Liberty.
Le altre opere in Sicilia
Sempre per la famiglia Florio, Ernesto Basile realizzò il Villino Florio, edificio in cui giocò con un originale e interessante mix di stili. Ripercorrendo i viaggi del proprietario, l’architetto mescolò nella facciata elementi barocchi, torri cilindriche ispirate ai castelli francesi e capriate dal sapore nordico. Oltre ai palazzi, in occasione del Giubileo del 1900, Basile seguì un’altra opera di rilievo, progettando il basamento del Monumento del Redentore a Caltanissetta. La statua in bronzo del Cristo Redentore fu adagiata, infatti, su un basamento di pietra calcarea, al cui interno l’architetto collocò una cappella e una cripta. Monumento che si aggiunse ad una lunga lista di opere realizzate in Sicilia che rimasero al centro della storia, come il Teatro Sociale di Canicattì.
L’ampliamento di Palazzo Montecitorio
A Roma, invece, Basile fu responsabile dell’ampliamento di Palazzo Montecitorio e del progetto della nuova aula della Camera dei deputati. Per illuminare l’aula, l’architetto predispose un enorme lucernario in stile Liberty, opera di Giovanni Beltrami. Nell’ambito dei lavori del palazzo, centro della vita politica italiana, Basile progettò anche il Transatlantico, il lungo salone i cui arredi ricordano quelli delle navi transatlantiche. Nello stesso periodo, seguì i progetti del Villino Rudinì e del Villino Ximenes, raro esempio di stile Liberty a Roma. Realizzato per lo scultore palermitano Ettore Ximenes, il villino rimane un gioiello, poco conosciuto, dello stile. Un tripudio di fregi ed elementi decorativi, sia sulla facciata che nei ricchi interni e negli arredi, a cui collaborò lo stesso proprietario.
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