Tra i simboli natalizi per eccellenza, l’agrifoglio è una pianta elegante che dona bellezza al giardino invernale. Nei giardini e terrazzi, regala un tocco di eleganza costante in tutte le stagioni, brillando con un fascino unico in inverno grazie alle sue bacche vivaci. Tuttavia, per assicurarne la produzione è necessario mettere a dimora un esemplare maschile nei pressi di uno femminile per garantirsi l’impollinazione, poiché l’agrifoglio è, salvo rare eccezioni, una pianta dioica, con organi riproduttivi distinti, sviluppati su piante diverse. Le differenze tra gli esemplari di sesso opposto si notano nel periodo della fioritura: i fiori maschili sono numerosi, di color avorio e hanno stami pronunciati mentre quelli femminili sono rosati, più radi e grandi.

Dai fiori alle bacche rosse invernali

Da fiori si sviluppano, in autunno e inverno, le caratteristiche bacche, tecnicamente denominate drupe, in tonalità di rosso, più raramente arancio, giallo o nero. Esistono, inoltre, cultivar esclusivamente maschili, femminili e partenocarpiche, a cui non serve l’impollinazione. Le piante del genere Ilex sono generalmente rustiche e, a eccezione di rarità come I. verticillata e I. decidua, sempreverdi. Hanno un portamento compatto ed elegante, con fogliame tipicamente spinoso, lucido e coriaceo, in una vasta gamma di forme e dimensioni. Esistono specie e cultivar con foglie lisce, ovate o ellittiche, come si osserva in molti Ilex crenata o I. aquifolium. Alcune varietà si distinguono per le foglie variegate in diverse sfumature di bianco, crema e giallo, che creano un contrasto piacevole con il verde predominante.

L’agrifoglio in giardino: una storia lontana nei secoli

L’agrifoglio ha attraversato epoche e culture, evolvendo da pianta con significato simbolico pagano a elemento ornamentale che incarna la tradizione cristiana del Natale. Emblema del coraggio per i Vichinghi e per i Germani da usare per onorare le divinità dei boschi, dai Greci e dagli Etruschi era considerato un protettore contro il maligno e un portafortuna.

Anche i Romani attribuivano all’agrifoglio gli stessi poteri, tanto da utilizzarlo durante i Saturnali, ciclo di festività che si svolgevano dal 17 al 23 dicembre dedicate al dio Saturno, divinità protettrice della campagna e dei raccolti. I Celti ne usavano il legno per le armi e lo impiegavano per costruire le porte di casa, attribuendogli il potere di tenere lontani spiriti maligni. Dal solstizio d’inverno in poi, appendevano i suoi rami dentro casa e ne intrecciavano corone per proteggerne anche l’interno. I Druidi, sacerdoti dei Celti, ritenevano inoltre che porlo in casa rappresentasse un rifugio per le fate dei boschi, protettrici dell’ambiente domestico.

L’avvento del Cristianesimo, invece, lo tributò a Gesù Cristo: le sue foglie spinose simboleggiavano la corona che venne posta sulla sua testa, mentre le bacche rosse divennero l’emblema delle gocce del suo sangue. Quando il Cristianesimo si diffuse in Britannia, le popolazioni continuarono a usare l’agrifoglio nel periodo natalizio che così ne divenne definitivamente il simbolo. È stato, quindi, sempre considerato magico e sacro.

 

Ivana Fabris
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