L’aeropittura è un’importante area tematica del futurismo che, dagli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale fino agli anni 40, ha espresso il mito della macchina e del progresso attraverso la ricerca sulla rappresentazione del volo, del dinamismo e della velocità dell’aeroplano. I temi guida di questa tendenza andarono precisandosi nel corso degli anni 20 per trovare una definitiva sistematizzazione del Manifesto dell’Aeropittura futurista, pubblicato nel 1929. La mostra Aeropittura Futurista. L’avanguardia italiana tra Biennali e Quadriennali, a cura di Fabio Benzi e in programma a Milano – Galleria Bottegantica dal 13 Ottobre al 2 Dicembre, racconta questo percorso attraverso una selezione di 30 opere pittoriche e scultoree presentate dai Futuristi alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma.
Due appuntamenti di rilievo nel panorama espositivo nazionale e che hanno rappresentato occasioni di grande visibilità per gli artisti stessi. Tramite queste mostre, Filippo Tommaso Marinetti, alla guida del movimento, cercò di assicurare un riconoscimento ufficiale al Futurismo italiano e una sua definitiva consacrazione. Nel 1926, Marinetti riuscì a ottenere l’ingresso dei futuristi alla Biennale di Venezia, ed essi presentarono opere ispirate al linguaggio della meccanica. Dalle successive Biennali si iniziò a cogliere il progressivo emergere di una linea di ricerca attorno all’Aeropittura.
Già alla Biennale del 1926 alcune opere anticipavano il crescente interesse per il volo, tra cui il dipinto Prospettive di volo di Fedele Azari, pittore e aviatore, di cui Fortunato Depero nel 1922 realizzò un iconico ritratto, presente in mostra. Il succedersi delle partecipazioni alle Biennali e alle Quadriennali permette di cogliere l’evoluzione delle ricerche aeropittoriche. Attorno alla figura chiave di Prampolini, si sviluppa una corrente pittorica più lirica, che crea originali proiezioni cosmiche alla ricerca di una “nuova spiritualità extra-terrestre”, rappresentata in mostra da opere dello stesso Prampolini, di Fillia, Benedetta e Augusto Favalli.
Accanto alla componente cosmica, vi è l’altra declinazione dell’aeropittura, più attenta alla resa verosimile della realtà e alla celebrazione delle conquiste tecniche nel campo aviatorio, rappresentata dalle dinamiche vedute dall’alto di Alfredo Gauro Ambrosi, di Tato e di Tullio Crali che permettono di apprezzare inedite prospettive basate sulla pioneristica esperienza del volo degli stessi artisti. Chiudono cronologicamente il percorso alcuni dipinti a soggetto bellico relativi alle conquiste coloniali in Africa durante gli anni in cui i legami sempre più stringenti con il regime fascista determinarono opere di carattere più propagandistico. bottegantica.com