Il Labirinto della Masone riprende la sua stagione espositiva dopo la pausa estiva con la nuova mostra Bertozzi & Casoni. Non è quel che sembra che sarà aperta dal 14 settembre 2024 fino al 7 gennaio 2025. Una mostra che attraverso le opere degli artisti Bertozzi & Casoni, le cui creazioni riescono sempre a stupire per la loro ricercatezza tecnica e formale in grado di raccontare la società contemporanea con sguardo lucido ed originale, vuole mettere in luce in particolare il tema della corruzione e del disfacimento dell’ambiente naturale dovuto all’intervento umano; un richiamo alla responsabilità collettiva, evidenziando il potenziale di rigenerazione che è custodito nella natura stessa.

Autunno, 2020, ceramica policroma, cm h 74 x 49 x 48

Duo artistico nato a Imola nel 1980, Bertozzi & Casoni è composto da Giampaolo Bertozzi e da Stefano Dal Monte Casoni, scomparso nel 2023, artisti emiliano-romagnoli che si sono formati entrambi nell’ambito della ceramica faentina e che hanno da sempre eletto questo mezzo espressivo a protagonista assoluto delle loro creazioni, riscattando la ceramica dal ruolo secondario in cui l’arte più contemporanea l’aveva relegata e raggiungendo grandi successi anche internazionali grazie alla partecipazione e varie prestigiose mostre all’estero.

Cestino della discordia, 2002, ceramica policroma, cm h 37 x 31 x 35

Dall’inizio del nuovo millennio hanno abbandonato la tradizionale tecnica della maiolica dipinta per specializzarsi in materiali e tecnologie di derivazione industriale che hanno permesso una resa della ceramica sempre più mimetica nei confronti della realtà; la difficoltà esecutiva dovuta alle sperimentazioni sempre più innovative diventa una facilità percettiva per il pubblico, che a stento riesce a distinguere il finto dal vero.

Gravità, 2023, ceramica policroma, cm h 43 x 37 x 34

Le opere realizzate dal duo sono il frutto di lunghi, attenti e meditati studi, le composizioni precise vengono spesso modificate fino all’ultimo in una ricerca costante del perfetto equilibrio tra forma e contenuto, consegnando infine ai fruitori delle sculture dall’iconografia improbabile eppure realistica, ricche di riferifementi alla cultura pop e al mondo della storia dell’arte e ai sui più celebri interpreti: si allude a un teatro dell’assurdo legato alla quotidianità della vita che riesce a rielaborare con sguardo originale e riconoscibile la nostra società contemporanea, producendo opere in bilico fra ironia e critica al consumismo, dove l’iperrealismo delle creazioni suscita dubbi e lo splendore fa nascere riflessioni sul disfacimento della società.

Tempo, ceramica policroma, cm h 49 x 75 x 50

Nella mostra al Labirinto della Masone sono una quarantina le sculture che i visitatori trovano non solo nelle sale dedicate alle esposizioni temporaneee, ma anche lungo il percorso museale, in un dialogo che coinvolge spazi e opere e che vuole attivare riflessioni soprattutto sulla relazione tra uomo e natura oggi. È così che nella sala dedicata al Parmigianino si  incontra Flamingo, scultura composta da due fenicotteri di cui uno con il collo reciso popolato di farfalle, e tra le opere del Novecento c’è Nelle tue scarpe (un’epifania), in cui le scarpe di un noto brand sono rappresentate logore e usurate; Sedia elettrica con farfalle si staglia nella saletta dedicata alle vanitas e nelle gallerie dove sono esposti i volumi della casa editrice Franco Maria Ricci ci sono due opere in cui i libri costituiscono oggetti di uso comune, accompagnati da cibo e tazzine sporche di caffè.

Disgrazia con tulipani rossi, 2012, ceramica policroma, cm h 60 x 64 x 57

Si entra poi nel vero e proprio spazio espositivo e nella prima sala il pubblico trova subito la serie delle stagioni ispirate a quelle celebri di Arcimboldo: qui al trionfo di frutta, verdure, fiori e piante si aggiunge l’inquietante Quinta stagione che prende forma da plastica, cavi, scarti dell’uomo. Il deterioramento della realtà prosegue nella presenza di animali imprigionati in sacchi di plastica e sopra a barili sporchi, fino ad arrivare all’enorme Caretta caretta, creata appositamente per questa mostra, in cui una tartaruga marina giace su un tavolo veterinario, impigliata nelle reti da pesca gettate dall’uomo, e che forse però proprio grazie all’intervento dell’uomo potrà salvarsi.

Flamingo, 2012, ceramica policroma, cm h 68 x 75 x 75

La seconda sala offre una visione disincantata della vita umana, rappresentata da una delle loro opere più note, Resistenza 2, dove una grande tavola alla fine di un banchetto è colma di avanzi di cibo e stoviglie usate, accompagnata da altre opere con piatti sporchi, sacchetti di plastica e cestini di immondizia. Tra i resti di cibi vari ci sono uova rotte, come in Corno e Istantanea, e polipi, in Vassoio Ma: da tutti questi oggetti emerge un ritratto crudo e realistico della società consumistica contemporanea, cristallizzata e sospesa nel tempo.

Barile Spix, ceramica policroma, h. cm 100 x diam. 55, 2022

Nell’ultima sala del percorso il tema della mostra si evolve verso una nota di speranza: qui sono esposte nuove forme di vita che emergono dalle macerie del disfacimento umano, con animali e piante che ritornano a popolare ambienti sporcati dall’uomo e fiori che ricrescono su zolle piene di sigarette e cartacce. Il recupero di oggetti “abbandonati”, a volte sporchi, comunque silenziosi e inermi, riporta ad una seconda vita gli stessi oggetti, che diventano punto d’interesse non solo per gli animali che li popolano ma anche per l’osservatore che si trova ad osservarli fuori dal loro contesto quotidiano e il cui sguardo le trasforma in opere d’arte. Questa sala celebra la capacità della natura di rigenerarsi, suggerendo che, attraverso un impegno collettivo e consapevole, è possibile riparare i danni inferti e favorire un futuro più sostenibile.

Labirinto Della Masone
Istantanea, ceramica policroma, 16 x 27 x 30 cm, 2022

Bertozzi & Casoni. Non è quel che sembra invita il pubblico a immergersi in queste creazioni in cui reale e finzione si incontrano, dove le immagini ai limiti dell’assurdo sfidano le convenzioni e suscitano riflessioni sul mondo che ci circonda. In occasione della mostra sarà pubblicato l’omonimo volume edito da Franco Maria Ricci che raccoglie, oltre alle opere in mostra, una serie di racconti originali di Tiziano Scarpa (scrittore vincitore del premio Strega nel 2009).

Labirinto Della Masone
Tavolino emisfero con composizione floreale, ceramica policroma, h. cm 100 x diam. 54, 2022

Labirinto Della Masone

Il Labirinto più grande del mondo nasce a Fontanellato da un’idea di Franco Maria Ricci – editore, designer, collezionista d’arte, bibliofilo – e da una promessa da lui fatta nel 1977 allo scrittore argentino Jorge Luis Borges, affascinato da sempre dal simbolo del labirinto sia in chiave esoterica che come metafora della condizione umana. Ci sono labirinti con Minotauri. E giardini colmi di delizie. Eden in cui è bello vagare, labirinti mentali dove perdersi e poi ritrovarsi. Il Labirinto della Masone, aperto dal 2015, è un dedalo elegante e seducente. Un luogo di cultura, disteso su otto ettari di terreno, da lui progettato con gli architetti Pier Carlo Bontempi, che ha eseguito i sorprendenti edifici, e Davide Dutto che ha progettato la geometria del parco. labirintodifrancomariaricci.it

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