Alla Saletta Reale della Stazione di Monza si accede attraverso due anonime porte in alluminio aperte nell’edificio sotto la pensilina del primo binario. La sua è una storia di ricordi regali della stagione umbertina, ma anche di periodi bui, nei quali venne dimenticata e usata come deposito. Oggi questo luogo magico rivive gli antichi splendori grazie agli Amici dei Musei di Monza.
Qui, dove Umberto I e Margherita di Savoia aspettavano il treno
La sala d’aspetto reale nacque, tra il 1882 e il 1884, presso la nuova stazione ferroviaria che la città di Monza offrì alla casa regnante in occasione delle nozze tra Umberto I e Margherita di Savoia. I sovrani vi giungevano almeno due volte l’anno, preceduti – qualche giorno prima – dalla servitù, animali compresi. Accolti dal popolo a giugno, ripartivano a novembre, dopo aver trascorso qualche mese presso la Villa Reale di Monza che all’epoca si trovava in aperta campagna. La coppia reale amava viaggiare in treno, tant’è che fecero anche il loro viaggio di nozze, e il regalo della città fu molto apprezzato.
La struttura della Saletta Reale della Stazione di Monza
Progetto ed esecuzione dell’apparato decorativo sono anonimi, ma sappiamo con certezza che venne chiamato il maggior pittore monzese dell’epoca per coronare con un dipinto il bell’insieme in stile neorinascimentale. È di Mosè Bianchi il soggetto del Genio dei Savoia che riempie il soffitto della saletta: un’efebica e alata figura si eleva nel cielo sopra lo stemma sabaudo, circondato e sorretto da putti. Le pareti, che racchiudono il piccolo ambiente rettangolare, ospitano lesene con capitelli dorati, un camino (a nord) in marmo di Carrara e una consolle con specchiera in legno intagliato e dorato (lato sud). Il pavimento invece, è a mosaico. Tutte caratteristiche che rievocano i fasti della stagione umbertina nella Villa Reale monzese lungo l’ultimo terzo dell’Ottocento.
Dal regicidio del 1900 a oggi
I libri di storia parlano chiaro. Il 29 luglio 1900 Umberto I viene assassinato dall’anarchico Gaetano Bresci proprio mentre si trovava a Monza. È dalla saletta reale che il suo feretro parte per tornare a Roma. Da allora i Savoia abbandonano la città e la Villa Reale. Iniziano gli anni bui e di decadenza della Saletta Reale della Stazione di Monza diventando un magazzino prima, un ristorante e un deposito poi. Si degradò progressivamente a causa d’infiltrazioni d’acqua piovana, per colpa di un vecchio impianto di riscaldamento e di numerose ridipinture.
Col passare degli anni se ne persero completamente le tracce, ma il caso volle che nel 2000, durante una gita intrapresa dall’associazione Amici dei Musei di Monza oltre confine, la saletta fu riscoperta. Un signore svizzero apostrofò il gruppo di appassionati d’arte con “Ah, voi monzesi! In stazione avete una sala d’aspetto reale meravigliosa!”. Grande stupore: dove si trovava questo luogo? Perché non ne sapevano nulla? Iniziano i lavori per trovarla e per riportarla all’antico splendore. Una stagione di sopraluoghi con rilievi microclimatici, sondaggi stratigrafici, analisi chimiche e misurazioni per poi passare al vero e proprio lavoro di restauro terminato nell’aprile dell’anno seguente. Oggi Saletta Reale della Stazione di Monza è tornata a essere un punto di accoglienza per la città, luogo di mostre e appuntamenti culturali e visitabile da tutti.