Il mix di paesaggio alpino e architettura Art Nouveau che contraddistingue la nobile Merano fa da contorno all’elegante progetto abitativo di una famiglia altoatesina, il cui nome è fortemente connesso al mondo della ricettività alberghiera di lusso e al design. Karoline Dilitz, interior designer che ha scelto come ‘contenitore di vita’ per sé e per la propria famiglia un antico palazzo costruito nel 1899 per conto del Barone austriaco Armand Baron Freiherr von Dumreicher, collabora da anni con la madre Edith Kapferer per la realizzazione di progetti di interni: insieme hanno immaginato un mondo domestico connotato dal tema del contrasto tra struttura antica e arredi contemporanei, dove la stessa Karoline, il marito Simon Gamper e i figli Lorenz e Lilli potessero vivere in modo pratico e disinvolto questo senso di bellezza oversize.
Gli architetti/costruttori Musch e Lun, molto conosciuti per aver realizzato importanti edifici in tutto l’Alto Adige sul finire dell’800, avevano progettato questa residenza con una planimetria ovviamente molto diversa da quella attuale. Oggi il palazzo ospita sei unità abitative e quella della famiglia Gamper è sicuramente la più ampia, con una superficie totale di circa 600 metri quadrati suddivisa su due piani.
“Viviamo qui da quattro anni”, racconta la padrona di casa, “e da quando abbiamo incontrato questo grande spazio per la prima volta nel dicembre 2016, non abbiamo più avuto dubbio alcuno sul fatto che da lì a breve ci avrebbe accolti. Il sogno di mio marito, medico appassionato di architettura e design, è sempre stato quello di costruire il nostro nido domestico ex novo, ma dopo che il destino ci ha messi di fronte a questa opportunità si è reso conto che talvolta bisogna lasciar fluire i propri sogni per abbracciarne di ancora più grandi.”
Tutto il piano terra, per via delle finestre storiche Butzen nella sala e in cucina, si presentava all’origine piuttosto buio e questo ha richiesto un grande lavoro di riprogettazione dell’impianto luci, che è stato affidato alla maestria del lighting designer Florian Ladurner: il risultato finale del suo operato è davvero di alto livello e ora questi ambienti vivono di una luce naturale e diffusa, seppur di origine artificiale. Inizialmente Karoline e Simon hanno definito le proprie esigenze e assegnato a ogni stanza una specifica funzione: “Era chiaro,” interviene nuovamente Karoline, “che avremmo avuto bisogno di una cucina più grande, così come di un grande tavolo nella sala, di uno spazio per i bambini e di un soggiorno accogliente dove poter ospitare gli aperitivi con gli amici. Dopo che tutto questo è stato determinato, mia madre e io abbiamo iniziato a selezionare i mobili e i complementi, con lo stesso approccio con il quale collaboriamo ogni qual volta un cliente ci commissiona un arredo….È stato molto divertente sperimentarci per la nostra stessa casa!”.
Poiché la struttura porta con sé un fascino nobile e maestoso, Karoline ed Edith hanno giocato sul tema dei contrasti optando per arredi oversize contemporanei e scegliendo di enfatizzare ancor di più l’atmosfera attraverso l’inserimento di alcuni pezzi vintage e di una serie di interessanti opere d’arte. “Muri antichi e arredi contemporanei…. Se fossimo partite da un contenitore moderno, l’avremmo sicuramente progettata in modo differente. Il gioco dei contrasti è da sempre la mia grande passione”, sottolinea sapientemente Edith.
L’angolo della casa prediletto da Karoline è sicuramente la cucina. Il ‘banco da lavoro’ b2 di Bulthaup con mobile associato è stato il primo pezzo che lei ed Edith hanno selezionato. “Nonostante questo faccio fatica a identificare un mobile preferito, perché abbiamo selezionato tutto con grande cura…. Adoro tutte le nostre opere d’arte e i quadri, ma anche la credenza vintage e il pouf di Baxter verde nella sala. Per mio marito è invece tutto molto più chiaro. La sua stanza preferita è la sala da biliardo e il suo mobile preferito è il tavolo da biliardo dove con gli amici trascorre bellissime serate.”
Durante la giornata la famiglia passa molto tempo in giardino, dove è nato un piccolo orto che fornisce un’ottima insalata, tanti pomodori ed erbe aromatiche. I bambini hanno la loro casa sull’albero e la sabbiera in giardino.
“Cerchiamo sempre di condividere i pasti in famiglia, di stare insieme a tavola, di scambiarci idee… Anche i bambini” conclude Simon “dovrebbero sempre provare questa sensazione familiare di stare seduti insieme davanti a un buon pasto, raccontarsi le proprie esperienze e discutere…Questo mondo domestico così accogliente non solo lo permette ma ne enfatizza la qualità”.
Francesca Davoli
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