È una storia che risale agli anni 30 quella di Villa Bacchini, uno dei pochi chalet di Cervinia, distrutto nel 1980 in seguito alla caduta di una valanga, che ha coinvolto anche una parte della località sciistica valdostana. I proprietari di quel periodo, la famiglia Bacchini, hanno venduto quanto restava della struttura agli Harrison di Londra, che l’hanno acquistata e riportata all’antico splendore. Il progetto di ristrutturazione, durato due anni, è stato affidato allo studio dell’architetto Mariapia Bettiol di Aosta, in collaborazione con l’interior contractor valtellinese Concreta, che ha dovuto tener conto dei vincoli di interesse storico. I nuovi proprietari hanno chiesto di ricostruire la villa così com’era preservandone l’anima. Erano infatti rimasti affascinati dalle vecchie foto che la ritraevano, oltre che dai famosi giardini che la circondavano. È così che lo chalet è rinato, col nome “La Fenice del Monte Cervino”.
“Quando il nuovo proprietario Harrison è arrivato da me in studio abbiamo pensato di riportare in auge la vecchia gloria dello chalet a Cervinia e ricostruire l’importanza che la villa aveva per il paese: si vede da Cervinia appena usciti dalla galleria guardando verso le montagne ed è l’unica casa visibile ai piedi del Cervino”, racconta l’Architetto Mariapia Bettiol. L’obbiettivo era quello di mantenere il classico chalet di montagna, utilizzando materiali di qualità, ma al contempo offrire una sensazione di confort ad alto livello in modo da inserirsi nel settore degli chalet di lusso dell’area alpina.
Lo chalet di Cervinia si estende su 1200 metri quadrati e su sei livelli, compreso l’interrato dove sono posizionati i locali tecnici, ed è stato progettato per essere autosufficiente e utilizzato, oltre che come un luogo da abitare, anche come una location da affittare, con uno staff interno a disposizione dei clienti. All’interno della struttura, infatti, ci sono le classiche funzioni ‘residenziali’: sette camere da letto doppie, ognuna con un colore diverso giocato sulle tonalità della pelle e dei velluti, un soggiorno, una sala da pranzo e la cucina accanto alle attività più ‘alberghiere’ come la piscina interna, la palestra, la Spa, la sala cinema, la Ski Room, la Bike Room.
Il mood del progetto viene evidenziato da un sapiente utilizzo della pietra, anche recuperata dalla muratura originaria, e del legno a vista, ma allo stesso tempo combinando il rustico con materiali ricchi e moderni come i velluti e i cristalli, completati da un tocco neoclassico, stile amato dai proprietari, e richiamati con decori e citazioni negli ambienti interni. Nell’atrio centrale, dove si apre la tromba dell’ascensore, è stato scelto un parapetto lavorato in metallo e ottone con motivi neoclassici, mentre nelle zone comuni le grandi cornici di legno che inquadrano le pareti sono combinate con gli stucchi e le decorazioni in gesso che richiamano il gusto e l’estetica della classicità.
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