Quest’articolo – Kandinskij: le opere – pone il focus sul celebre pittore russo (1866- 1944), naturalizzato francese. Egli viene considerato il precursore e fondatore della pittura astratta (intesa come rifiuto della realtà), di matrice espressionista.
Kandinskij: le opere – dalle impressioni alle composizioni
La sua sensibilità di artista si è spinta oltre la realtà, in un substrato immaginativo che Kandinskij è riuscito a percepire e a trasformare in un sistema, proponendo una nuova arte di tipo spirituale.
Agli inizi del Novecento, egli ha introdotto un codice espressivo inedito nella pittura, inaugurando l’epoca della composizione consapevole e razionale.
Kandinskij ha affrontato la pittura astratta attraverso tre gruppi di opere: le ‘impressioni’, le ‘improvvisazioni’, e infine le ‘composizioni’. Nelle impressioni, resta ancora manifesta nella pittura l’impressione diretta della natura esteriore. Nelle improvvisazioni si percepisce la natura della creazione, intima e inconscia, mentre le composizioni rinviano alla costruzione partecipata dalla mente cosciente, proprio come le opere musicali.
Dopo le composizioni, non è mai più ritornato all’arte figurativa, abbracciando il mondo intangibile dell’interiorità. Alla base della sua astrazione, vi è la ricerca della pittura e della geometria: linee, punti, forme e contrasti cromatici. Il rapporto privilegiato tra forma e colore ha contribuito a quella che, nella pittura di Kandinskij, viene definita la “spiritualizzazione delle immagini“.
Kandinskij: le opere – lo spirituale nell’arte
È nel libro Lo spirituale nell’arte (1910), che l’artista concettualizza le sue teorie sull’uso del colore. Secondo l’artista, il colore può avere due effetti possibili sullo spettatore: uno ‘fisico‘, più superficiale e in grado di suscitare emozioni momentanee, e uno ‘psichico‘, in cui il colore diventa un mezzo per influenzare direttamente l’anima.
Il primo acquerello astratto
A inaugurare l’astrattismo di Kandinskij è stato il “Primo acquerello astratto” del 1910, oggi conservato al museo Nazionale d’Arte Moderna Georges Pompidou di Parigi. La peculiarità dell’opera è da ricercare nella tecnica mista: un dipinto a matita, acquarello e china su carta.
In particolare, l’acquerello si presenta come un abbozzo informe, come se si trattasse di un disegno infantile. Nella poetica di Kandinskij, questo primo acquerello aveva l’obiettivo di suggellare il primigeneo contatto dell’essere umano con la realtà, nella quale l’uomo non ha ancora interiorizzato alcun paradigma sociale.
Composizione VII
Dopo una prima esperienza su carta, Kandinskij ha cominciato a produrre le sue opere anche su tela, utilizzando i colori a olio. Uno dei suoi lavori più rappresentativi è senz’altro Composizione VII (o visione interiore, nell’ottica dell’artista), del 1913. Nel dipinto si possono rilevare forme e linee, in cui si alternano pennellate di colore intenso. Come nelle opere precedenti, anche in Composizione VII persistono sfumature leggere, che conferiscono all’opera un aspetto onirico. Oggi questo dipinto è visibile al pubblico alla Galleria Tret’jakov di Mosca in Russia.
Arco Azzurro
Del 1917 è invece “Arco Azzurro” , conservato al museo di stato russo di San Pietroburgo. Quest’opera può essere considerata un tributo al colore, l’azzurro appunto, e alle sue variazioni di tonalità. L’artista ricorre alla metafora musicale per interpretare il proprio dipinto: oltre al ‘suono’ dell’azzurro, nel dipinto si possono ‘udire’ i toni sgargianti del giallo e del rosso. Entrambi i colori, per l’energia che sprigionano sulla tela, si possono paragonare al suono di uno strumento, che Kandinskij identifica nella tromba.
Al centro del dipinto, anche se con difficoltà, si può rilevare la cima di un monte, in cui è possibile scorgere la presenza di edifici. Sulla destra, in basso, si distingue invece la presenza di una barca. Il monte e la barca con i rematori testimoniano l’esistenza di un equilibrio precario, suggellato dalla presenza di eventi atmosferici, in cui si possono intravedere la pioggia e un arcobaleno abbozzato.
Accento in rosa
Risale al 1926 invece, l’opera “Accento in rosa”, olio su tela, esposto al Centro Pompidou. In questo dipinto si assiste a una definizione geometrica, seppur parziale, da parte dell’artista. Il fondo non è monocromo e le forme si stagliano su due diversi fondali: un quadrato al centro, contenuto a sua volta in un rombo di colore arancio, nel quale compaiono sfumature più scure.
All’interno del dipinto, Kandinskij ha tracciato diversi centri concentrici: all’occhio dell’osservatore arriva immediatamente un cerchio rosa sulla destra della tela, circondato da un alone, di rosa più scuro. L’artista procede per aloni e sfumature, interiorizzando ugualmente un ordine rigoroso.
Punte nell’arco
È l’opera “Punte nell’arco”, del 1927, a testimoniare in particolare l’utilizzo di una severa geometria. L’arco, dal ritmo oscillante e formato da triangoli, attenua la geometrizzazione dell’opera, lasciando spazio al gruppo di forme sul fondale nero. Al centro spicca un cerchio di colore blu, che conferisce un senso di tranquillità all’opera.
Slancio moderato
L’ultima opera dell’artista risale al 1944, anno in cui Kandinskij dipinse “Slancio moderato”, un olio su cartone a cui il pittore si dedicò prima di morire di arteriosclerosi, nella sua abitazione in Francia, a Neuilly-sur-Seine.
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