Kalanchoe blossfeldiana, nome complicato a parte, è una succulenta ma soprattutto è una pianta comune, impossibile non averla mai vista. Raro, infatti, trovare qualcuno che non l’abbia mai posseduta o non ne abbia avuta almeno una in regalo. È una pianta diffusissima poichè, in qualunque stagione, riesce ad allietare gli ambienti dove la si colloca. Facile per i vivaisti da riprodursi, facile da far fiorire stagione dopo stagione per la vendita, ne esistono centinaia di ibridi. Gli specialisti del settore si sono sbizzarriti dalla sua comparsa in Italia, nella prima metà del 900 e ancora compaiono sul mercato nuove cultivar.
Origine e nomenclatura
Di tutto quello che riguarda Kalanchoe blossfeldiana, in quest’ambito, ciò che è davvero sicuro è che sia arrivata fino a noi dal Madagascar dove nasce spontanea nelle aree collinari, fiorendo solo in rosso, meno di un secolo fa. La sua storia non è chiarissima. Nè i suoi scopritori nè l’origine del nome sono davvero certi. Invero, alcune fonti sostengono che fu scoperta già alla fine del 1700 da un botanico francese di nome Michel Adanson, altre che fu invece il botanico francese Perrier della Bâthie nel 1927 che la denominò come Kalanchoe globulifera var. coccinea e che solo nel 1934, un botanico tedesco di nome Karl von Poellnitz, riconobbe in essa una nuova specie. La chiamò blossfeldiana in onore di un suo connazionale ibridatore, Robert Blossfeld, che la portò in Germania per ibridarla e commercializzarla. Il nome Kalanchoe è altrettanto soggetto alle stesse dispute. Parrebbe di origine cinese ma non è sicuro, tantomeno è sicuro il significato. Quel che è certo, comunque, è l’epiteto specifico perchè, che sia stata denominata blossfeldiana per onorare chi la ibridò e la diffuse in tutta Europa, è evidente.
Calandiva, calancola, calancoa e calanco: anche il suo nome volgare è controverso
In realtà il suo nome volgare sarebbe appunto calandiva: è stato coniato dalla contrazione del nome scientifico Kalan (perdendo la K) a cui è stato aggiunto il termine -diva per la sua capacità di diffondersi nel mercato internazionale che ne ha fatto davvero una gran signora. È una pianta indubbiamente senza grandi pretese ma il livello di diffusione sul mercato che ha raggiunto, le innumerevoli cultivar prodotte con le sue ibridazioni, hanno fatto di Kalanchoe blossfeldiana una vera protagonista del mondo floro-vivaistico.
Kalanchoe, una pianta grassa: per modo di dire
Appartiene alla famiglia delle Crassulaceae. È una famiglia di discrete proporzioni che nell’accezione comune equivale a ‘piante grasse‘. Nella fattispecie sarebbe opportuno dire che sono succulente, ovvero piante – fra le varie specificità che hanno – in grado di immagazzinare acqua nei loro tessuti (parenchimi acquiferi). Soprattutto le foglie ma, pur in misura più ridotta, anche il fusto e gli apparati radicali. Vivono infatti in luoghi caldi e molto assolati, dove le precipitazioni sono scarse; le foglie si sono specializzate in tal senso per garantire a genere e specie, la sopravvivenza. Non a caso anche quelli che generalizzando vengono definiti cactus, sono privi di foglie intese come le conosciamo: infatti, sono le spine ad essere le loro foglie. Si sono modificate con l’evoluzione per ridurre al minimo la traspirazione e risparmiare al massimo l’acqua contenuta nei loro tessuti.
Queste sono le modificazioni che, piante costrette a condizioni estreme, hanno sviluppato.
L’adatttamento è una forma di intelligenza anche nel mondo vegetale.
Conoscere meglio Kalanchoe blossfeldiana
È una pianta cespitosa a portamento tendenzialmente eretto. Si sviluppa attorno ai 30 cm di altezza. È sempreverde, di facile coltivazione e fiorisce all’inizio della primavera, ma risponde comunque ai meccanismi che regolano la vita delle piante brevidiurne. Kalanchoe blossfeldiana ha un certo grado di fitotossicità, soprattutto per i gatti, quindi meglio evitare di lasciarla alla loro portata. Data la sua versatilità e il suo successo su larga scala, date le molteplici varietà che sono state ottenute, è stata premiata con l’Award of Garden Merit della Royal Horticultural Society.
Piante brevidiurne: cosa sono?
Sono piante caratterizzate dall’attivare gemme a fiore solo se esposte a un certo numero di ore di luce che, per diverse settimane, devono essere inferiori al numero di ore di semioscurità o proprio di buio.
Nel caso di Kalanchoe blossfeldiana, in genere si ritiene che il fotoperiodo necessario acchè la pianta differenzi le gemme, sia di circa sei settimane. Nel fotoperiodismo, non è l’intensità della luce nell’arco di un lasso di tempo giornaliero ad essere il fattore determinante, ma proprio la quantità di ore di luce.
Foglie
Le foglie di Kalanchoe blossfeldiana sono ovate od ovato-ellittiche, di consistenza abbastanza carnosa, dentate lungo tutti i margini. Di color verde medio, esistono anche ibridi in cui si sono ottenute foglie sfumate di rosso lungo tutto il loro profilo.
Fioritura di Kalanchoe blossfeldiana
I suoi fiori, nella specie e nelle cultivar a fiore semplice, sono di forma tubolosa, grandi circa 2-3 cm e sono portati agli apici degli steli senza foglie, riuniti a mazzetti che formano infiorescenze a corimbo. In casa fiorisce soprattutto a fine inverno/inizio primavera ma solo con alcuni piccoli accorgimenti. Le fioriture sono prolungate. Asportare gli steli e lo sfiorito, man mano termina la fioritura di un ramo, è un altro passaggio fondamentale. Cimare la pianta favorisce l’emissione di rami e foglie basali, mantenendone un aspetto compatto e armonico.
Coltivazione di Kalanchoe blossfeldiana
Non è per nulla esigente, non richiede sforzi o impegni di alcun tipo. Richiede poche cure e quelle poche nemmeno complicate.
Terreno
Come tutte le succulente, anche Kalanchoe blossfeldiana predilige i terreni leggeri, drenanti e quindi con un discreto apporto di sabbia di fiume all’interno del substrato. Per coltivarla in casa, al momento del rinvaso è consigliato utilizzare il terriccio per cactacee. Qualora non lo si reperisse, utilizzare terriccio universale mescolato in parti uguali a sabbia lavata o sabbia di cava. Si rinvasa una volta l’anno, al massimo due, sempre dopo la fioritura e a temperature stabili attorno ai 20°.
Esposizione e Temperature
Kalanchoe blossfeldiana ama moltissimo la luce. Anche il sole diretto non le dispiace ma senza esagerare. Ad esempio, è da evitare esponerla dove, in estate, prenderebbe il sole dalle 13 in poi. Nella fase in cui inizia a differenziare le gemme e poter fiorire, essenziale che sia posta in un ambiente davvero ricco di luce non diretta. Questo, e l’alternanza alla giusta quantità di ore di buio, fa la differenza sulla fioritura.
In estate può vivere anche all’esterno a condizione, appunto, che non la si collochi in un posto estremamente caldo e sotto il sole cocente per ore. Quelle che si acquistano non sono le stesse Kalanchoe blossfeldiana che si trovano spontanee in certi areali. Sono piante nate in vivaio e vissute al chiuso, quindi meglio non esagerare o, quantomeno, abituarle molto gradualmente. In inverno è comunque da riparare in un locale abbastanza caldo. In esterno, nelle zone a clima continentale, non tollera assolutamente temperature sotto ai 4° e mal tollera, perchè rischia l’eccesso idrico, le zone molto piovose specie se è esposta alle intemperie.
Irrigazioni
In quanto succulenta, Kalanchoe blossfeldiana non necessita di irrigazioni importanti anche quando le temperature salgono. Inoltre, è bene che fra una e l’altra, si lasci asciugare almeno i primi cinque-sei centimetri di substrato. Perciò, in estate si irriga più o meno ogni due o tre giorni, mentre in inverno è più che sufficiente anche una volta ogni sette-dieci giorni. Importante, sempre, non inzuppare il terreno, quindi regolarsi bagnando in modo che nel sottovaso si raccolga solo una piccola quantità si acqua, al massimo, e nel caso svuotare anche di quel poco che vi si è raccolto.
Concimazione e potature
Concimare solo dalla tarda primavera e fino alla fine dell’estate con un concime liquido diluito in acqua, utilizzando metà della dose indicata. È sufficiente intervenire una volta al mese. Preferibile usare un concime con un alto di titolo di Potassio (K) e completo di microelementi. Ne beneficerà soprattutto la fioritura di Kalanchoe blossfeldiana.
Non sono richieste potature come routine, ma di sicuro si rendono necessarie quando Kalanchoe blossfeldiana inizia ad allungarsi e a vuotarsi alla base, specialmente se ha filato a causa della luce scarsa. In questo caso accorciare, con una lama molto tagliente e ben disinfettata, di circa un terzo ogni ramo, al momento del rinvaso.
Dividere per moltiplicare
Si può riprodurre anche da seme ma, poichè si rende necessario accorciare i rami di Kalanchoe blossfeldiana come spiegato più sopra, è indicato utilizzare la porzione di ramo asportato per farne delle talee, più o meno di 8-10 cm ciascuna.
Divisione
Una volta reciso con mano ferma il ramo, si cimano gli apici e si utilizzano le porzioni di ramo restanti che rechino almeno una-due foglie ciascuna. Si pongono ad asciugare in un luogo non eccessivamente caldo, posizionandole orizzontalmente. Questo procedimento facilita la cicatrizzazione ed evita patologie fungine e marcescenze delle talee ottenute. In capo ad un paio di giorni le talee si possono piantare, una per una, in un piccolo vaso in cui va messo del terriccio per cactacee, avendo cura di interrare comprendendo un internodo o, se presenti, fin dove si vede spuntare delle radichette aeree.
Moltiplicazione
Una volta inserite le porzioni di ramo (verificare sempre di piantarle nel verso in cui stavano crescendo i rami da cui sono state ottenute), nebulizzare acqua per inumidire bene il substrato in prossimità della base della talea. Dopo di che, coprire con un sacchetto di plastica trasparente e infilare quattro o cinque bastoncini sottili (tipo quelli lunghi che si usano in cucina) nella terra, attorno alla circonferenza del vaso, così che il sacchetto non aderisca troppo alla talea. In questo modo le talee di Kalanchoe blossfeldiana beneficeranno del massimo di umidità che si formerà all’interno. Vanno tenute in un ambiente luminoso ma non assolato e a temperature costanti. Giorno per giorno è necessario togliere una mezz’ora il sacchetto per arieggiare e controllare se l’umidità del substrato è sufficiente. In caso contrario, irrorare ancora acqua col nebulizzatore allo stesso modo. Non appena spuntano le prime gemme, si può eliminare il sacchetto di protezione e procedere ad irrigare con moderazione. Successivamente, in presenza delle prime nuove foglie, si possono trapiantare in un vaso leggermente più grande.
Avversità di Kalanchoe blossfeldiana
Ciò che genera maggiormente fitopatologie che poi inevitabilmente conducono ad attacchi parassitari, è l’eccesso di irrigazione e di umidità. Kalanchoe può venire colpita da cocciniglia farinosa, afidi, bruchi e altri parassiti come da oidio e muffe piuttosto fastidiose per la sua salute. In tal caso provvedere con adeguati fitofarmaci. Per gli eventuali parassiti, invece, dato il tipo di foglie e la loro quantità, si può procedere, con molta delicatezza, a lavare la pianta sotto un piccolo flusso di acqua possibilmente non troppo fredda, lavando foglia per foglia. Serve solo una minima dose di pazienza e il più delle volte è una pratica del tutto risolutiva, considerato che certi insetticidi possono far danneggire seriamente Kalanchoe blossfeldiana.
Il valore aggiunto di Kalanchoe blossfeldiana
Senza dubbio, oltre ai molteplici utilizzi che questa pianta consente, a colpire sono le pochissime cure che chiede così come le fioriture: incredibili.
Agli inizi della sua diffusione prevaleva il rosso ma, man mano che si sono realizzati nuovi ibridi, sono apparsi diversi colori e sfumature. C’è un’ampia gamma cromatica, oggi. Dal bianco puro che suscita pace e ricercatezza stilistica e che si ammorbidisce nell’avorio, arrivando al crema avvolgente. Esaltante col giallo e l’arancione in svariate gradazioni che rivitalizzano, fino a passare ad una vasta gamma di rosa che nei toni pastello suscitano tenerezza. Poi il fuchsia che scuote e il cremisi che accarezza, per finire al vellutato rosso vermiglio che seduce. Inoltre, i fiori di Kalanchoe blossfeldiana, da semplici sono diventati sempre più complessi: gli scapi florali sono doppi e stradoppi e sono quelli che vanno per la maggiore. La sua diffusione è stata molto veloce anche grazie al fatto che i vivaisti hanno sfruttato come meglio non si sarebbe potuto, il fatto che sia una pianta brevidiurna. In questo modo riescono a forzarla e ad avere fioriture costanti in tutte le stagioni dell’anno. Ma tutto ciò, per questa pianta che non chiede mai nulla, non è stato un bene.
Piante da consumare
Kalanchoe blossfeldiana è una pianta tanto amata quanto poco considerata. Si acquista per se stessi, o si regala, per la sua fioritura: intensa, allegra, coinvolgente. Benefica sotto tanti aspetti. Il punto però, è che finita la festa…gabbata la pianta. Infatti, Kalanchoe blossfeldiana, è una di quelle piante che vengono considerate usa e getta proprio perchè in molti non sanno come replicarne la fioritura. Non sanno o forse non sono interessati a saperlo. Tant’è. Non è sbagliato, però, cercare di far comprendere che consumare senza curare (o senza riparare) ha una ricaduta che inevitabilmente coinvolge tutti, nessuno escluso, e su larga scala. E allora forse vale la pena partire dall’emozione di un piccolo essere vivente come Kalanchoe blossfeldiana per scoprire che, con pochissime cure davvero, si può provare gioia e un po’ di contentezza di sé, nel far rifiorire una piccola, ma a suo modo importante, creatura.
Alla fine, è proprio vero: in botanica, anche quella che appare come la più insignificante delle piantine, regge il peso della vita sulla terra. E noi con lei.
Caratteristiche di Kalanchoe blossfeldiana
- Tipo di pianta: erbacea perenne, succulenta, sempreverde
- Famiglia: Crassulaceae
- Origine: Madagascar
- Dimensioni: circa 30 cm di altezza
- Colore e forma dei fiori: multicolore nelle gamme di rosa, giallo, rosso, bianco, arancio; tubuliformi, infiorescenze a corimbo
- Foglie: ovate, ellittico-ovate, dentate ai margini, carnose
- Periodo di fioritura: fine inverno/inizio-metà primavera
- Esposizione: molta luce ma indiretta
- Resistenza al gelo: no, vuole solo climi caldi
- Difficoltà di coltivazione: nessuna
- Utilizzo ideale: da interno
Ivana Fabris
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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