James Doyle e Matthew Willinger hanno creato in Connecticut un giardino ispirato all’atmosfera bucolica del sito e dell’architettura coniugando tradizione e contemporaneità. Un giardino elegante che affianca in maniera armonica parti dal disegno geometrico ad altre informali per poi fondersi con l’ambiente naturale circostante, ricco di stimoli visivi e sensoriali e allo stesso tempo rilassante: è questo il risultato del lavoro di James Doyle e di Matthew Willinger, dello studio James Doyle Design Associates, in una proprietà di oltre due ettari nel Connecticut.

La tenuta, che comprende un bosco e un ampio specchio d’acqua, è disposta intorno a una grande dimora di metà 800 di ispirazione bucolica, che porta con sé il fascino della storia. Il luogo non era privo di attrattiva quando i paesaggisti sono stati interpellati; “aveva maestosi alberi maturi e una topografia in pendenza”, spiega Willinger, “nonché elementi storici come porzioni di vecchi muri in pietra locale; gli spazi, tuttavia, erano privi di organizzazione e una vegetazione troppo cresciuta ne comprometteva la fruibilità”.

Il progetto ha teso a integrare la casa nel suo paesaggio, articolare una pluralità di stanze all’aperto collegate tra loro in cui i proprietari e la loro famiglia potessero ospitare amici, passeggiare e rilassarsi, e a mantenere desto l’interesse visivo legato ai tempi della natura, con scelte di piante mirate a esaltare i drastici cambiamenti stagionali tipici della regione, caratterizzata da estati calde e inverni freddi. Pur senza perdere di vista l’aspetto poetico del luogo, il disegno delle aree è fresco e il giardino ha un’estetica moderna ma anche romantica.

Uno scorcio sui giardini sul retro della casa posti su due livelli. Si notano le bordure del livello inferiore, composte da erbacee perenni e arbusti, le cui fioriture si succedono durante le belle stagioni, scelti per creare un insieme bilanciato, sotto il profilo del portamento, dimensione, texture e colore e forma dei fiori e delle foglie. © Foto Allegra Anderson

Gli antichi muretti in pietra locale sono stati restaurati e altri nuovi in tutto simili sono stati aggiunti per delineare i nuovi spazi che scandiscono il giardino e per gestire piccoli salti di quota che conducono dolcemente fino al bacino d’acqua sul retro della dimora o sostengono terrazzamenti, sempre pietra locale è stata poi usata per alcuni camminamenti di raccordo tra la casa e le aree esterne. I magnifici alberi esemplari, soprattutto Acer saccharum, sono stati conservati e valorizzati, non solo per la loro imponente bellezza, ma anche per l’ombra che forniscono e il loro legame con la storia del sito.

Una vista di un porticato sul lato della grande villa, al cui ingresso si trova un bosso potato a sfera. © Foto Allegra Anderson

Un volta varcato l’ingresso alla proprietà si inizia a vedere un meadow di erbacee e graminacee autoctone arricchite da specie più squisitamente ornamentali, che fioriscono scalarmente durante le stagioni. Un sentiero sfalciato consente di attraversarlo camminando sull’erba per raggiungere le altre stanze del giardino, in alcuni momenti della giornata all’ombra dei vecchi Acer saccharum, dalla chioma espansa.

Un lungo muretto, fiancheggiato da una piccola siepe di bosso potato alla stessa altezza, lo separa dalla zona di accesso alla residenza, dall’impostazione più geometrica e scandita da siepi sempreverdi, principalmente in bosso, a diversa altezza che forniscono una struttura all’area. “Nel giardino d’ingresso”, prosegue Willinger, “sono state realizzate su misura due grandi panchine (lunghe 3,5 metri) in teak naturale grezzo, con schienali orizzontali rettilinei a un’altezza di poco superiore alla siepe di bosso per enfatizzare la geometria delle siepi formali potate”.

Comodamente seduti su di esse si può apprezzare il nuovo meadow e, in autunno, lo spettacolo autunnale fornito dagli aceri le cui foglie si accendono in tonalità di giallo, arancio e scarlatto. Non a caso, a questi alberi, tra i principali nei boschi di latifoglie del New England, di cui il Connecticut è parte, si deve la reputazione della regione per l’incantevole foliage.

Un’altra vista del medesimo giardino, dove si possono notare il perimetro cinto da muri in pietra e un dettaglio della torre. © Foto Allegra Anderson

A breve distanza una nuova area per il relax all’aperto, circoscritta da muretti di pietra e da una torre, è stata creata in sostituzione di un’area di parcheggio. Lavanda, astilbe, heuchera, Cephalaria gigantea, Geranium ‘Azure Rush’ e Cornus florida ‘Cherokee Princess’ sono piantati direttamente nella ghiaia, scelta in un colore caldo per uniformarsi a quello del prato antistante in estate e della pietra dei camminamenti. Sfere di bosso segnano gli ingressi mentre un antico abbeveratoio in pietra è stato trasformato in una fontana per allietare con il gorgoglio dell’acqua tutta la zona e renderla più intima e rilassante.

Sul retro dell’abitazione Doyle e Willinger hanno sfruttato la pendenza del terreno per creare due livelli terrazzati che ospitano altrettanti giardini in diretto collegamento con la casa, i portici e le terrazze esterne tramite gradini e con il paesaggio limitrofo. Il primo livello è una sorta di viale inerbito, ritmato sui due lati da coppie di giovani tigli potati a cubo, lungo una bordura che intervalla Nepeta racemosa, che succede nella fioritura a peonie erbacee, a Hakonechloa macra, che si stagliano davanti a una siepe di carpini topiata, in un’alternanza di formale e informale.

Il secondo, invece, più ampio, prevede due bordure perimetrali di erbacee perenni, accuratamente selezionate per offrire note cromatiche in continuo mutamento, e arbusti di Hydrangea paniculata ‘Limelight’, in un insieme equilibrato di portamenti, di tessiture e di forme dei fiori, piatte, a spiga, tondeggianti. Il perimetro esterno è delimitato da una siepe più alta di carpino topiato, che offre uno sfondo omogeneo per far risaltare i colori e richiama quella opposta al livello superiore.

James Doyle e Matthew Willinger
Una vista dei giardini posteriori, con in primo piano vistosa fioritura di Monarda didyma ‘Jacob Cline’, tigli potati a cubo, quindi Hydrangea paniculata ‘Limelight’ e Asclepias ‘Ice Ballet’ ben distribuite, anche davanti alla siepe di carpino della bordura opposta, e sullo sfondo alcuni maestosi Acer saccharum e tutto intorno il bosco. © Foto Allegra Anderson

Due antichi muretti restaurati lungo uno dei lati corti, quasi un portale, incanalano la vista verso un altro imponente Acer saccharum e introducono agli spazi più aperti dove si trova anche un altro meadow, molto più esteso rispetto a quello, quadrato, della parte anteriore, e dalla forma organica, attraversato da più camminamenti sfalciati. “Come richiesto dai clienti”, conclude Willinger, “le piante sono stato selezionate in modo da creare un ecosistema che si possa mantenere biologicamente, senza l’uso di fertilizzanti chimici o pesticidi”. Per dare vita a splendidi giardini occorre certamente conoscenza ma anche passione e rispetto per la natura. jdda.com

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