Due designer per un brand: “botta e risposta” tra Giulio Iacchetti e Salvatore Indriolo, amici e colleghi, accomunati dal colore e dal metallo.
1) Come ti chiami?
GI: Giulio Iacchetti.
SI: Salvatore Indriolo.
2) Quanti anni hai?
GI: 55.
SI: 42.
3) Professione?
GI: Designer.
SI: Designer e direttore creativo.
4) Da piccolo sognavi di fare il designer?
GI: In realtà no, perché a mio modo ero già un designer senza sapere di esserlo!
SI: Da bambino ero curioso di capire come fossero fatti gli oggetti: a quel tempo, infatti, avevo già l’attitudine per fare il designer, anche se al tempo ero certo sarei diventato un benzinaio!
5) Il tuo designer preferito?
GI: Enzo Mari.
SI: Franco Albini e Achille Castiglioni.
6) L’oggetto di design preferito?
GI: La mia Citroën 2CV.
SI: L’ accendino a ruota zigrinata (e io neanche fumo!)
7) Da dove prendi l’ispirazione per gli oggetti che realizzi/disegni?
GI: Chiudendo gli occhi e lasciando libera l’immaginazione.
SI: Dall’osservazione di quello che manca a ciò che già esiste.
8) Com’è nata la collaborazione tra Fantin e Giulio?
GI: Salvatore ci ha messo lo zampino…!
SI: Seguo la direzione creativa di Fantin da dieci anni, durante i quali ho disegnato io stesso molte collezioni. L’azienda ha fatto una grande progressione negli ultimi anni e con la proprietà abbiamo condiviso la necessità di crescere ulteriormente e farci coinvolgere da nuove idee: ho pensato subito a Giulio!
9) Che cosa Giulio ha disegnato per Fantin?
GI: Ho disegnato Hug, una famiglia di tavoli! Ho preso spunto da un mio vecchio progetto personale legato a un catalogo di una mostra battezzata “Cruciale”. Il catalogo si era sviluppato come una mia riflessione laica sul tema della croce, su come realizzarla in tanti modi diversi e uno di questi prevedeva l’utilizzo di tubi che posati a terra prendevano le sembianze di un “cavallo di frisia”, cioè quelle strutture che si posizionano per evitare aggressioni da parte dei mezzi corazzati e nella mia riflessione la croce assumeva così anche un ruolo di difesa. Mi era piaciuto indagare il tema e questo tema è rimasto nella mia memoria… è bello ripercorrere le origini dei progetti, tornare alla propria fase creativa primordiale … Credo che i progetti non nascano così per caso. Un giorno ti trovi a disegnare una cosa che in realtà è legata a tutta una serie di ricordi, rimasti nella memoria. Sfido chiunque a dire che un progetto nasce dal niente, è impossibile, tutto viene da qualcosa… e questo ti porta un giorno a trovare l’idea giusta per la realizzazione di un prodotto! Così è stato con Hug!
SI: Giulio ha disegnato per Fantin una famiglia di tavoli, Hug, “abbraccio”, il cui nome deriva dalla modalità con cui Giulio ha risolto i punti di giunzione tra le gambe in tubo tondo, leggermente inclinate, e il telaio orizzontale. Il telaio, infatti, abbraccia letteralmente le gambe. Gli abbracci tra l’altro sono qualcosa che da qualche tempo manca, per cui questo nome ci è piaciuto fin da subito. Il nome è nato in chiave di inclusività e intervento aperto dei vari attori del progetto.
10) Che cosa rappresenta il metallo per te?
GI: Solidità e affidabilità.
SI: Un materiale ancora da esplorare.
11) Che cosa associ al brand Fantin?
GI: Colore e coraggio.
SI: Lo storico payoff aziendale: “Soluzioni in metallo, ingegno e passione”.
12) Raccontaci Fantin con 3 parole/aggettivi?
GI: Serietà, serialità, gentilezza.
SI: Affidabilità, trasversalità e coerenza.
13) Colori caldi o freddi?
GI: Freddi.
SI: Dipende sempre dal contesto. Adesso freddi.
14) Prodotto preferito di Fantin? Perché?
GI: …La cucina Frame disegnata da Salvatore, avrei voluto acquistarla per la mia casetta al mare…
SI: Lo scaffale modulare a gancio Uno, disegnato nel 1973 da Dorino Fantin. Un vero prodotto industriale. Intramontabile.
15) Se dovessi pensare a un prodotto per te stesso, che cosa disegneresti?
GI: Un vaso o uno strumento musicale!
SI: …In realtà io disegno sempre per me stesso!
16) Dico Fantin e sostenibilità e pensi a…?
GI: Penso che la sostenibilità prima di dichiararla andrebbe vissuta in modo autentico, e in Fantin è così…!
SI: … Un percorso virtuoso e concreto che – partendo dalle caratteristiche intrinseche del metallo – si amplia a tutti gli strumenti e i reparti aziendali: in Fantin è in essere un piano per il raggiungimento dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile relativo al programma Agenda 2030.