Un mondo fantastico nel cuore della Tuscia Laziale capace di stupire a ogni angolo. Di cosa stiamo parlando? Del Sacro Bosco di Bomarzo, meglio conosciuto come Parco dei Mostri di Bomarzo in provincia di Viterbo. Un tesoro, ma anche un luogo fuori dal tempo in cui animali mitologici e giganteschi mostri di pietra accolgono i visitatori da oltre 500 anni.
Un regalo fantasioso
Il Parco dei Mostri, aperto tutti i mesi dell’anno, fu un regalo – fuori dagli schemi – del Principe Pier Francesco Orsini per la moglie Giulia Farnese (chissà se venne apprezzato). A realizzarlo l’architetto Pirro Ligorio nel lontano 1547 che si sbizzarrì e inserì anche numerosi significati nascosti che oggi arrovellano studiosi, artisti e intellettuali.
“Voi che entrate qui, considerate ciò che vedete e poi ditemi se tante meraviglie sono fatte per l’inganno o per l’arte”
Draghi, tartarughe giganti, mostri marini: sfida alla paura
Forse, date le attrazioni e i continui rimandi alla mitologia e al mondo del fantastico, l’idea era proprio quella di creare un percorso iniziatico, ma anche di stupire gli ospiti. Statue di sirene, mostri marini, tartarughe giganti, satiri, sfingi, draghi, maschere, falsi sepolcri e giochi illusionistici si estendono sui circa 3 ettari del Parco dei Mostri, rubando la scena a conifere e latifoglie.
All’ingresso, due sfingi accolgono i visitatori (c’era da immaginarselo, vista la premessa) per dare il via a tutte le altre statue – realizzate in basalto – presenti. Il mostro marino Proteo-Glauco, i giganti che lottano Ercole e Caco, una gigantesca tartaruga, un Pegaso Alato, un Elefante, il di Nettuno… fino ad arrivare a quota 36 statue.
L’orco del Parco dei Mostri
La più conosciuta e spaventosa è sicuramente la statua dell’Orco. Un’enorme bocca spalancata, su cui campeggia la scritta “Lasciate ogni pensiero voi che entrate”, e due occhi vuoti celano ciò che in realtà è una semplice camera scavata nel tufo. Infatti, percorrendo alcuni gradini si può entrare al suo interno dove sono collocate panche e un tavolo. Una volta dentro, provate a parlare: le voci saranno amplificate e distorte creando un effetto da vero orco.
Dopo la morte dell’ultimo principe Orsini, nel 1585, il parco fu abbandonato. Solo nella seconda metà del Novecento fu restaurato dalla famiglia Bettini. Fu però la visita di Salvador Dalì, nel 1948, a restituire la fama perduta al Parco dei Mostri: l’artista si fece inquadrare in pose originali accanto alle statue.