La Valle d’Aosta incanta per le sue vette spettacolari, il paesaggio incontaminato e le ricche risorse ambientali ed ecologiche. In questi luoghi la bellezza è un valore che viene posto al centro di ogni interesse. Il patrimonio naturale della regione, infatti, è salvaguardato mediante un sistema di aree protette, delle quali fanno parte anche quattro giardini botanici alpini, che concentrano in uno spazio circoscritto una ricchezza floristica inestimabile. Nella regione, infatti, si concentra circa il trenta per cento della flora italiana, testimone della elevata biodiversità vegetale delle Alpi.
All’ingresso della Valle d’Aosta, a Gressoney-Saint-Jean, con vista sul Monte Rosa, a 1.350 metri di quota, si trova il Giardino botanico alpino di Castel Savoia. Inaugurato nel 1990, si estende su una superficie di circa 1.000 metri quadrati in una radura naturale ai piedi del maniero voluto nel 1898 dalla Regina Margherita per trascorrervi i mesi estivi. Qui le piante sono scelte soprattutto in funzione del loro valore ornamentale, pur sottendendo un rigore nella selezione che si esprime con piante tipiche della regione e degli ambienti alpini e montani di tutto il mondo, oltre ad alcuni ibridi e cultivar delle specie naturali.
Addentrandosi nella regione, a Cogne e nella Valnontey, a 1.700 metri di altitudine e nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, si può visitare il Giardino botanico alpino Paradisia. La sua notevole estensione, circa un ettaro, in un territorio ricco di conche e di avvallamenti naturali consente di riprodurre diversi habitat e di valorizzare al massimo la copiosa flora valdostana e di altri gruppi montuosi italiani e del mondo che presentano caratteristiche simili: oltre 1.000 specie sono qui ospitate, riprodotte da seme oppure raccolte in natura. Itinerari tematici consentono di esplorare il giardino, alla scoperta delle caratteristiche e curiosità delle varie piante.
Al Colle del Piccolo San Bernardo tra la Savoia e la Valle d’Aosta, a 2.170 m s.l.m, Chanousia è il giardino alpino italiano più antico. Fu fondato nel 1897 dall’abate Pierre Chanoux, cui è dedicato, che voleva salvare le piante dal rischio di estinzione e farle ammirare perché fossero conosciute e rispettate. Dopo aver raggiunto il suo apice negli anni 40 del 900, con oltre 2.500 specie di piante, fu distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, quando anche tutti gli erbari andarono perduti. Dal 1978, anno della sua riapertura, la collezione di piante si è progressivamente ampliata e attualmente, sul suo ettaro di superficie, sono coltivate circa 1.200 specie dei piani altitudinali alpini e nivali disposte in roccere (aiuole formate da rocce e terra) e altre zone in cui sono stati ricreati gli ambienti tipici delle Alpi. Passeggiare nella zona storica, tra le piante sopravvissute alla rovina, è molto suggestivo.
Si può raggiungere comodamente dalla prima fermata della funivia Skyway Montebianco, a Courmayeur, in località Pavillon du Mont Fréty, il giardino alpino Saussurea. Situato a 2.175 metri di altitudine, si estende su una superficie di circa 7.000 metri quadrati e deve il suo nome a Saussurea alpina, una pianta erbacea rara, dai capolini bianchi e porpora, dedicata a Horace Benedict De Saussure, promotore della prima salita sul Monte Bianco nel 1786. In questo giardino, inaugurato nel 1987, sono raccolte circa 900 specie piantate in apposite roccere e ordinate secondo la loro provenienza geografica, oppure negli ambienti alpini tipici quali il pascolo, gli ambienti umidi o la brughiera di rododendro e mirtillo. Parte del giardino è, inoltre, dedicata alla flora officinale alpina.
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