C’era una volta, nella terra incantata del calmo mattino, una giovane fanciulla di straordinaria bellezza e talento di nome Chunhyang. Nata a Namwon, una città avvolta da colline verdeggianti e giardini rigogliosi, Chunhyang era conosciuta per la sua grazia e per la sua maestria nella poesia e nelle arti. Ma, come in ogni fiaba, il destino aveva in serbo per lei sfide e avventure.
Il suo cuore apparteneva a Yi Mong-Ryeong, un giovane di nobile stirpe, anch’egli attratto dalla bellezza dei paesaggi e dallo spirito di Chunhyang. I due si sposarono in segreto, promettendosi amore eterno. Tuttavia, poco dopo il loro matrimonio, Yi Mong-Ryeong fu chiamato a Hanyang (l’odierna Seoul) per servire il re e partecipare a un importante concorso per diventare ufficiale. La separazione fu dolorosa, e le loro giornate si riempirono di malinconia, mentre i giardini di Namwon sembravano sussurrare parole d’amore tra i petali dei fiori.
Mentre Yi Mong-Ryeong affrontava le prove della capitale, un’ombra scura calava su Chunhyang. Il crudele governatore Byeon, noto per la sua arroganza e avidità, cercò di costringerla a diventare sua kisaeng (cortigiana e amante). Tuttavia, Chunhyang, fedele al suo amore, rifiutò con fermezza, anche a costo di essere imprigionata. Rinchiusa in una cella, la fanciulla trovò conforto immaginando i giardini fioriti di Namwon e il ritorno del suo amato.
Il giardino di Gwanghallu a Namwon e la storia a lieto fine di due innamorati
Nel frattempo, Yi Mong-Ryeong, divenuto ufficiale del re, tornò finalmente a Namwon. Scoprendo la sorte della sua amata, decise di agire con astuzia. Si travestì da mendicante e si infiltrò nella sontuosa festa di compleanno del governatore Byeon. Tra le risate e i brindisi, Yi Mong-Ryeong smascherò l’arroganza del malvagio ufficiale davanti a tutti, riportando giustizia e liberando Chunhyang dalla prigionia. I due innamorati, finalmente riuniti, tornarono a passeggiare nei giardini di Namwon, dove il profumo dei fiori sembrava cantare della loro storia d’amore. Le colline intorno si colorarono di primavera e i fiumi scintillanti riflettevano la felicità del loro lieto fine.
Fuori dalla fiaba: Namwon, città dell’amore
Oggi, Namwon è conosciuta come la città dell’amore eterno, un luogo gemellato con Verona, patria di Romeo e Giulietta. I visitatori possono passeggiare nei giardini di Gwanghallu, dove si dice che i due giovani si siano incontrati per la prima volta. Tra ponti ad arco, laghetti sereni e alberi maestosi, sembra che ogni angolo sussurri la storia di Chunhyang e Yi Mong-Ryeong, ricordandoci che l’amore, come i giardini, sboccia anche nei momenti più difficili.
E così, nella bellezza senza tempo di Namwon, questa fiaba continua a vivere, unendosi al coro delle grandi storie d’amore che il mondo non dimentica mai. Nel caso qualcuno se lo dimenticasse, in ogni angolo della cittadina si possono ritrovare segni della natura rigogliosa che ha coronato l’amore dei due amati. In primis, il giardino Gwanghallu, nel pieno centro cittadino.
Passeggiata nel Giardino Gwanghallu
Un Giardino di 78 mila metri quadrati nel pieno centro cittadino. Il Gwanghalluwon rappresenta uno spazio verde dove persone, cultura e natura possono incontrarsi e amarsi, durante una passeggiata autunnale o anche nella calura di una notte estiva dove il parco prende vita con bellissime performance di musica tradizionale coreana. Costruito nel 1419 da Hwang Hui, all’inizio non era né più né meno di un padiglione chiamato col nome di Gwangtongnu.
Qualche anno più tardi, il governatore della zona Jeong In-Ji rimase impressionato dalla bellezza del luogo, tanto da soprannominarlo Gwanghancheongheobu (廣寒淸虛府), da cui deriva il nome odierno. Tuttavia, l’aspetto odierno del giardino, con un meraviglioso laghetto dal quale spuntano tre isolette, deve la sua nascita al governatore della provincia Jeong Cheol, che nel 1582 decise di apportare modifiche consistenti al giardino.
Jeong Cheol decise di raffigurare nella disposizione e negli elementi del parco la simbologia legata alla leggenda degli spiriti immortali dei tre re delle montagne: fece quindi costruire tre isole artificiali all’interno di un laghetto dove gli immortali vivono, collegate tra di loro da un meraviglioso ponte (Ojakgyo) a quattro arcate, un elemento architettonico rappresentativo dei giardini coreani.
Le isolette
Prima dell’invasione giapponese, sul finire del Cinquecento, queste isolette presentavano ognuna la sua peculiarità, sia in termini di vegetazione, come anche di strutture architettoniche: l’isola Bongrae era ricoperta di Lagerstroemia, la bella del giardino, una pianta dai bellissimi fiori colorati nativa del sudest asiatico. Sull’isola Bangjang regnava il bambù, pianta legata alla tradizione letteraria di tutta l’Asia orientale. Sull’isola Yeongju vi era invece un padiglione, chiamato con il nome dell’isola stessa: Yeongjugak.
Oggi si può ancora passeggiare in questo splendido giardino, ammirare i fiori e le piante lussureggianti, ascoltare gli uccelli che cantano e magari assistere a qualche concerto durante le notti d’estate.
L’amore dei due innamorati resterà sempre nei cuori dei cittadini di Namwon e di tutti i viaggiatori pronti a spendere qualche ora in questa graziosissima città.
드넓힌 은하 연못
밝은 달을 희롱하고
동산에 심은 대나무
맑은 바람 이끄네.
한해 전라관찰사로
순행할 적에
오직 맑은 바람과
밝은 달밖에 없었다네.Lo stagno, vasto come la Via Lattea, gioca con la luminosa luna.
Il bambù piantato sulla collina
danza al soffio del vento puro.
Un anno fa, come governatore del Jeolla,
durante il mio viaggio ufficiale,
non avevo compagnia
se non il vento limpido e la chiara luna.Jeong Cheol (1536-1593)
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