Il Principe, l’Architetto, il Mercante e l’Imprenditore, di cui al titolo, sono i protagonisti del Convegno dal titolo, appunto “IL PRINCIPE, L’ARCHITETTO, IL MERCANTE E L’IMPRENDITORE. Follies. Elogio dei giardini eccentrici” organizzato dall’importante network Grandi Giardini Italiani, a Lavis (Trento), il 27 Novembre 2024 in collaborazione con il Comune di Lavis.

Il Convegno si occuperà di quattro personaggi illustri che hanno lasciato una grande impronta nel panorama dei giardini storici che vengono definiti come giardini follies o folly.

Il Principe, l’Architetto, il Mercante e l’Imprenditore
Il Principe, l’Architetto, il Mercante e l’Imprenditore: il manifesto dell’evento di Grandi Giardini Italiani

I protagonisti

Il Principe

Il primo dei protagonisti sarà il Principe Pier Francesco Orsini, detto Vicino, che nella seconda metà del 500 volle realizzare il Sacro Bosco di Bomarzo. Oggi è conosciuto soprattutto come Parco dei Mostri di Bomarzo, laddove la parola mostri, seppur di immediata interpretazione, a livello immaginifico, non rende minimamente quanto e come la visita rimandi a suggestioni e interpretazioni tutt’altro che solo visive, bensì molto più profonde e interiori.

La casa pendente nel Sacro Bosco di Bomarzo
La casa pendente nel Sacro Bosco di Bomarzo – Foto [Marco Taliani/stock.adobe.com]

L’Architetto

L’Architetto di cui si occuperà il Convegno, invece, è Tomaso Buzzi, figura di spicco nel mondo dell’architettura e del design del 900. È colui che diede i natali alla Scarzuola, complesso architettonico umbro dalle mille sfaccettature e i mille significati, di cui Villegiardini ha ampiamente parlato qui.

Il Principe, l’Architetto, il Mercante e l’Imprenditore
L’Acropoli alla Scarzuola di Tomaso Buzzi – Foto “[DinoPh]/stock.adobe.com”

Il Mercante

Il Mercante in questione, è Arthur Scherrer che, in Svizzera, precisamente a Morcote, nei pressi del Lago di Lugano, tra il 1930 e il 1950, ideò e fece costruire il Parco Scherrer, un luogo curioso e intrigante, ricco di richiami storici e artistici, come di sorprese e di vegetazione lussureggiante, conosciuto anche come il giardino delle meraviglie.

Parco Scherrer
Parco Scherrer, la casa indiana – Foto [gpriccardi/stock.adobe.com]

L’Imprenditore

Infine, l’Imprenditore è Tommaso Bortolotti. Infatti, fu lui che, proprio a Lavis, fece costruire il Giardino dei Ciucioi, cosiddetto, o Giardino Bortolotti, un complesso di terrazzamenti ed edifici verticali che dominano Lavis in un susseguirsi di stanze e ambiti sorprendenti e misteriosi.

Un dettaglio del Giardino Bortolotti
Dettaglio del Giardino Bortolotti: scale a precipizio. Rendono bene l’idea della verticalità del luogo – Foto [Andrea Contrini/stock.adobe.com]

L’importanza del Principe, dell’Architetto, del Mercante e dell’Imprenditore nei giardini storici

Le opere che il Principe, l’Architetto, il Mercante e l’Imprenditore hanno lasciato al mondo, appartengono al grande patrimonio di quelli che normalmente vengono definiti giardini eccentrici. Constano in genere di strutture architettoniche originali che all’apparenza paiono puro divertimento o espressione di scelte quantomeno bizzarre, in cui anche le piante hanno un ruolo preciso.

Folly garden
Isola di Wight, la Appley Tower, Garden Walk, a proposito di folly garden – Foto [Victoria Sharratt/stock.adobe.com]

Una storia molto antica cui il Principe, l’Architetto, il Mercante e l’Imprenditore si sono ispirati

In Francia sono definiti giardini follies e folly nel Regno Unito. La loro storia è davvero lontana nel tempo. Infatti, i primi furono realizzati fra il XVI e XVII secolo e hanno conosciuto, via via, un ulteriore sviluppo ed evoluzione nei secoli. Perciò, è una storia alquanto ricca di presenze e di lasciti. Al tempo stesso è altrettanto poco nota o non compresa a fondo. Spesso la creatività di chi ha pensato, ideato e voluto realizzare questi giardini, viene letta più come gioco e diletto, come il gusto di stupire da parte di personaggi eccentrici in cerca di notorietà. In realtà sono veri e propri percorsi all’interno di un immaginario che suscita emozione e sorpresa e che conduce il visitatore a esplorare non solo il giardino ma soprattutto il proprio sé.

Woburn Abbey
Un altro folly di un lontano passato: il giardino di Woburn Abbey – Foto [Alan James/stock.adobe.com]

Giardini dove la comunicazione segue strade inconsuete

Il gioco, lo scherzo, la complessità, il grottesco, l’eccesso e il mostruoso, sono parte dell’umano sentire. Ogni individuo, più o meno consapevolmente, attraversa questi giardini leggendovi e scoprendo qualcosa che gli è proprio o vi percepisce parti con cui viene a contatto respingendole o accogliendole. Sono luoghi di più grande interiorità rispetto a ciò che comunemente si crede, solo comunicata come in una sorta di iperbole o di provocazione o, nondimeno, anche di grande autoironia. Ognuno, infatti, può riconoscere benevolmente se stesso, nelle proprie fantasie o nei propri umani limiti e imperfezioni. Talvolta possono avere un loro misticismo o recare segni esoterici, quindi parlare direttamente alla spiritualità del visitatore.

Giardini folly
Il Dunmore Pineapple a Dunmore Park, Airth, in Scozia risalente al XVIII secolo, esempio di folly garden – Foto [cliff/stock.adobe.com]

Il ruolo delle piante

Anche la parte vegetale ha un suo preciso ruolo. Può essere lussureggiante e seducente o essere disposta come fosse spontanea, nata quindi per volere della natura, ma niente, in questi giardini, invece, nasce o avviene a caso. Dove sono le architetture ad avere la scena, le piante coadiuvano la comunicazione o, viceversa, le piante sono il mezzo principale del tema del giardino, sono la chiave che apre la porta al messaggio che il suo ideatore vuole inviare.

Il lascito del Principe, dell’Architetto, del Mercante e dell’Imprenditore

Ciò che il Principe, l’Architetto, il Mercante e l’Imprenditore hanno dunque comunicato e lasciato al mondo, non è dunque l’esternazione di quello che in architettura, in genere, viene definito capriccio inteso come momento di gioco, scherzo e svago, ma una riflessione sull’esistenza in molte sue sfaccettature, solo trasmessa con altre parole. Sono pertanto opere di grande spessore perchè conducono a un percorso interiore che non è mai opprimente, greve e invasivo ma di straordinaria genialità e levità. Ed è questa la ragione per cui questi giardini non devono essere dimenticati ma spiegati e conosciuti più a fondo ed essere tramandati perchè continuino a vivere, che è il fine primo del Convegno voluto e organizzato da Grandi Giardini Italiani. Un’occasione, quindi, da non perdere.

La Città Ideale di Tomaso Buzzi
La Città Ideale di Tomaso Buzzi – Foto [javarman/stock.adobe.com]
Ivana Fabris
©Villegiardini. Riproduzione riservata


Il programma del Convegno

Dal comunicato ufficiale di Grandi Giardini Italiani:

La partecipazione è gratuita, ma la prenotazione è obbligatoria. Per prenotare scrivere a:
eventi@grandigiardini.it

Gli atti del convegno saranno racchiusi nel libro dal titolo “Il principe, l’architetto, il mercante
e l’imprenditore”, curato da Antonio Rocca, edizione Grandi Giardini Italiani. Per prenotare in
anticipo il libro scrivere a: commerciale@grandigiardini.it

Il Principe, l’Architetto, il Mercante e l’Imprenditore
Programma del Convegno “Il Principe, l’Architetto, il Mercante e l’Imprenditore” di Grandi Giardini Italiani

 

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