I Giardini della Landriana sono un giardino relativamente recente la cui storia è stata scritta da Lavinia Taverna e, in parte, da Russell Page, grande paesaggista inglese chiamato in aiuto alla fine degli anni 60. L’avventura iniziò nel 1957 quando Lavinia e suo marito, il marchese Gallarati Scotti, acquistarono la proprietà di Tor San Lorenzo, 40 chilometri a sud di Roma. Il terreno era incolto, una banale striscia di pascolo con poche attrattive e molta desolazione.
Lavinia iniziò a collezionare piante, un po’ alla rinfusa, per passione e per diletto. Donato Sanminiatelli, un amico con cui condivideva la passione per i giardini, le continuava a ripetere che aveva bisogno di Russell Page. La signora, che all’inizio trovava eccessivo far venire l’allora già famoso “Giardiniere inglese”, alla fine si fece convincere: i due divennero grandissimi amici. “Quando arrivò non c’era ancora un giardino, non c’era assolutamente niente, a parte la mia accozzaglia di piante”, racconta nel volume “Russell Page, Ritratti di giardini italiani, a cura dell’American Academy in Rome”. “Non avrei mai fatto un giardino se lui non avesse suscitato in me il desiderio. Il progetto nacque in modo spontaneo, Russell Page non aveva un approccio tradizionale: le idee nascevano passeggiando.
Aveva un’idea estremamente ferma e precisa sulle proporzioni che, come il disegno, per lui erano immediati e spontanei. Diceva che tutto doveva essere divisibile per tre, perché diventa più facile. Una misura divisibile per tre era, secondo Russell, spontaneamente armoniosa”.
Le stanze del giardino sono state così concepite. Il piccolo giardino con la vasca, il “Giardino degli Ulivi”, “Il Viale Bianco” che scende per il declivio, sono nati seguendo disegni e consigli del Maestro. Dopo i primi anni, Russell tornava alla Landriana di tanto in tanto. Nel frattempo Lavinia continuava a coltivare le sue piante con slancio e passione. Dopo i 70 anni Russell non tornò più alla Landriana: era troppo vecchio. Le piante e i colori cambiarono ma non la struttura, la forte e bella ossatura che lui gli aveva regalato. Lavinia Taverna è mancata nel 1997 ma grazie alle cure della figlia Stefanina Aldobrandini e alla perizia botanica dell’allora curatrice, Alessandra Vinciguerra, La Landriana è riuscita a conservare immutati fascino e poesia.
Giardini della Landriana, via Campo di Carne, 51, Tor San Lorenzo, Ardea, (Roma).
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