Il gatto persiano appartiene a una delle razze feline più affascinanti e riconoscibili al mondo, ammirato per il suo aspetto aristocratico, il mantello dal pelo lungo e setoso e il temperamento affettuoso. Questa razza ha una lunga storia che affonda le radici nel Medio Oriente, ma ha raggiunto la sua forma moderna attraverso secoli di selezione e incroci.

Origini e sviluppo della razza
Le origini del gatto persiano affondano le radici nel XVII secolo, quando esploratori e viaggiatori europei iniziarono a importare in Europa gatti dal mantello a pelo lungo, provenienti principalmente dalla Persia (odierno Iran) e dall’Anatolia, in particolare l’area dell’odierna Turchia. Questi gatti, allora rari ed esotici, colpirono l’immaginario collettivo per l’eleganza del loro aspetto e la raffinatezza del pelo, tanto da diventare rapidamente animali da compagnia molto apprezzati nelle corti europee.
Uno dei primi a documentarne l’esistenza fu Pietro Della Valle, un viaggiatore italiano che nel 1620 portò alcuni esemplari in Europa. I gatti persiani si diffusero rapidamente soprattutto in Francia e Inghilterra, dove iniziarono i primi programmi di selezione mirata.

Incroci e selezioni
Nel corso del XIX secolo, gli allevatori europei—soprattutto britannici—iniziarono ad incrociare questi gatti orientali con esemplari di Angora Turco, una razza anch’essa a pelo lungo ma con caratteristiche diverse, come una corporatura più snella e una testa più triangolare. L’obiettivo di questi incroci era quello di ottenere un mantello ancora più folto e setoso, migliorare la densità del sottopelo e armonizzare la morfologia del muso e della testa.
Con l’avvento delle esposizioni feline, che iniziarono a diffondersi nella seconda metà del XIX secolo (la prima si tenne al Crystal Palace di Londra nel 1871), si consolidò l’idea di una razza vera e propria: il Persiano. Venne standardizzato uno stile più compatto, dal profilo armonioso e un portamento regale.

La selezione americana e il tipo estremo
Nel XX secolo, la razza approdò anche negli Stati Uniti, dove subì un’ulteriore evoluzione. Gli allevatori americani, affascinati dall’aspetto tenero e quasi infantile del muso corto, iniziarono a selezionare esemplari con tratti ancora più accentuati: fronte ampia, naso schiacciato, occhi molto grandi e rotondi, viso piatto. Questo stile è detto ‘tipo estremo’ o ‘peke-face’ (in riferimento alla somiglianza con il pechinese).

Parallelamente, alcuni allevatori hanno continuato a selezionare una versione più vicina al persiano originario, oggi chiamata ‘doll face’, con tratti più armoniosi e meno estremi, ritenuti da molti più salutari.
Oggi, il gatto persiano è una delle razze più conosciute e apprezzate al mondo, con un patrimonio genetico complesso e selezionato, risultato di secoli di incroci mirati tra razze affini come:
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Angora Turco, per il pelo e l’eleganza.
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British Shorthair, per la compattezza del corpo.
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Exotic Shorthair, per tratti simili ma con pelo corto.
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In alcuni casi, Burmilla e Himalayano sono stati introdotti per varianti di colore e struttura del pelo.

Standard di razza
Il gatto persiano presenta standard morfologici ben definiti, specialmente nelle esposizioni feline.
La testa dev’essere rotonda, massiccia, con fronte ampia e naso molto corto (nel tipo estremo è quasi schiacciato). Le guance sono piene e le orecchie piccole e arrotondate. Gli occhi grandi, rotondi, espressivi e ben distanziati tra loro. Il colore varia in base al mantello, ma i toni più ricercati sono il rame, il blu o il verde intenso. La sua corporatura è robusta e compatta, con petto largo e spalle massicce. Le zampe sono corte e forti, con piedi rotondi e ben forniti di ciuffi di pelo. La coda è corta e molto folta, ben proporzionata al corpo. Infine il pelo deve essere lungo, abbondante, morbido e setoso su tutto il corpo, con un folto collare intorno al collo.
Il peso di un gatto persiano adulto può variare dai 3,5 ai 7 kg, con i maschi sono generalmente più grandi e robusti delle femmine.

Il mantello: un capolavoro di variazioni
Il mantello del gatto persiano è uno dei suoi tratti distintivi più ammirati: lungo, setoso e abbondante, richiede cure costanti ma regala un’eleganza e sensazioni tattili impareggiabili. Nel corso del tempo, la selezione ha portato alla definizione di tre principali categorie di mantello, ciascuna con caratteristiche peculiari in termini di colori, disegni e riflessi.

2. Persiani Chinchilla: caratterizzati da un mantello dal riflesso brillante e leggero, questi gatti sembrano avvolti da una polvere di luce. Il colore di base è generalmente bianco o crema, con punte colorate appena accennate. Le varietà principali sono silver shaded e golden shaded, con sfumature che si concentrano su dorso, testa e coda, creando un effetto delicatamente ombreggiato. Il pelo sottile e trasparente li rende particolarmente eterei.

3.Persiani Colourpoint: questi esemplari mostrano una colorazione simile a quella dei gatti Siamesi, il corpo ha tonalità chiare, che spaziano dal bianco ghiaccio al beige, mentre le estremità (orecchie, muso, zampe e coda) sono pigmentate in tonalità più scure, come il seal brown, blue, chocolate o lilac. Gli occhi sono sempre azzurri, contribuendo all’aspetto affascinante e aristocratico di questi gatti.

La cura del gatto persiano
Il gatto persiano, con il suo manto lungo e setoso, richiede cure quotidiane. È essenziale spazzolarlo spesso, se non ogni giorno, per evitare nodi e mantenere il pelo in salute. Gli occhi vanno tenuti puliti, poiché tendono a lacrimare spesso.
Un bagno mensile, con shampoo delicato, può aiutare a mantenere il mantello pulito. L’alimentazione deve essere equilibrata e di qualità, meglio se consigliata dal veterinario, per supportare la salute del pelo e prevenire problemi renali.
Non va trascurata la salute generale: visite veterinarie, vaccini e controllo dei parassiti sono fondamentali. Infine, il persiano ama la tranquillità e le coccole: offrirgli un ambiente sereno e tanto affetto è il miglior modo per farlo stare bene.

Temperamento: dolcezza, tranquillità e legami profondi
Il gatto persiano è celebre per il suo carattere pacato, dolce e riservato, qualità che lo rendono il compagno perfetto per chi cerca una presenza silenziosa ma affettuosa in casa. È un gatto che ama la routine, gli spazi calmi e le atmosfere rilassate. Non è incline all’iperattività o al gioco sfrenato, ma predilige piuttosto i momenti di quiete, le coccole lente e le lunghe ore di riposo su un divano, una poltrona o vicino al proprio umano.

Il legame con il padrone
Il persiano tende a sviluppare un legame molto profondo e affettuoso con il proprio compagno umano. Nonostante non sia un gatto ‘appiccicoso’, ama la compagnia delle persone con cui vive e spesso sceglie un membro della famiglia a cui affezionarsi particolarmente. A differenza di altre razze più indipendenti, il persiano cerca la vicinanza fisica e può passare ore a sonnecchiare accanto a chi ama, o a seguirlo con lo sguardo da una stanza all’altra.
Apprezza la presenza discreta, piuttosto che il gioco insistente. Le sue dimostrazioni di affetto sono spesso silenziose ma intense: un miagolio sommesso, uno sguardo lungo e dolce o un semplice appoggiarsi vicino. Soffre la solitudine prolungata e non è il gatto ideale per chi è spesso fuori casa, a meno che non ci siano altri animali o persone con cui condividere il tempo.

Relazioni con estranei e dinamiche in famiglia
Con le persone estranee, il persiano si mostra generalmente diffidente e cauto. Non reagisce mai in modo aggressivo, ma preferisce osservare a distanza e ritirarsi se si sente a disagio. Ha bisogno di tempo per fidarsi e aprirsi, ma quando lo fa, regala un affetto sincero e tenero.
Con i bambini, può essere un buon compagno, a patto che venga rispettata la sua indole tranquilla. Non ama il rumore eccessivo né l’essere preso in braccio con insistenza: è quindi più adatto a famiglie con bambini calmi o già educati al rispetto degli animali.

Convivenza con altri animali
Dal punto di vista della convivenza con altri animali, il gatto persiano mostra una natura mite e poco territoriale. La sua indole docile lo rende compatibile con altri gatti, soprattutto se altrettanto tranquilli, purché le introduzioni siano graduali e non invasive.
Anche con i cani, il persiano può instaurare un buon rapporto, in particolare con quelli educati e rispettosi dei suoi spazi. Non è un gatto competitivo né difensivo, quindi in un ambiente in cui altri animali tendano a imporsi o a essere dominanti, potrebbe ritirarsi e diventare timoroso. Per questo motivo, la convivenza funziona meglio in ambienti equilibrati, dove ogni animale ha i suoi spazi e le sue routine.

In presenza di altri animali, il persiano tende a non litigare e a preferire la fuga al confronto. Non cercherà mai il conflitto, ma potrebbe diventare stressato se continuamente disturbato o minacciato. È importante offrirgli rifugi tranquilli e accesso a zone sicure dove possa isolarsi se ne sente il bisogno.

Il gatto persiano è un compagno affettuoso, elegante e sensibile, ideale per chi cerca un legame autentico con un animale pacifico, che preferisce le coccole al caos e la serenità alla frenesia. Se rispettato nei suoi tempi e nel suo spazio, saprà ricambiare con una presenza discreta ma profondamente affettuosa.
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