Nato nel 2006, sostenuto dalla Regione Piemonte, diretto da Maurizia Rebola e presieduto da Luca Beatrice, il Circolo dei lettori assume l’identità di centro culturale dinamico, curioso, innovativo, pronto a raccogliere la sfida di un presente caratterizzato dal meltin’ pot espressivo e influenzato dall’uragano di racconti, segnali ed emozioni provenienti dalla società digitale. Le continue evoluzioni e mutazioni della società, della cultura e della tecnologia ci insegnano che esistono molti modi per raccontare una storia e altrettanti per leggerla, viverla, condividerla.

LA COSTRUZIONE

La costruzione di Palazzo Graneri della Roccia ha inizio nel 1683, secondo il progetto di Giovanni Francesco Baroncelli, assistente di Guarino Guarini, già allievo del conte Amedeo di Castellamonte. A questi si deve anche la riqualificazione urbana della città di Torino e la progettazione di Palazzo Barolo. I lavori finirono nel 1702, otto anni dopo la morte del Baroncelli stesso. La famiglia Graneri, dedicata al commercio di materiali ferrosi, arriva a coprire incarichi di potere anche grazie alla fedeltà dimostrata alla casa Savoia. Il titolo nobiliare è acquisito dal capo famiglia Gaspare che diventa Conte di Mercenasco e poi trasmesso al glio Tommaso, il primogenito, che diventerà il Marchese della Roccia. È tuttavia il figlio cadetto Marco Antonio Graneri a volere il palazzo e a terminare la costruzione con caparbietà, nonostante i difficili momenti storici, come la guerra contro la Francia (1690-1696).

IL PALAZZO

La decorazione delle Sale, ispirata alle più grandi opere del periodo, la loro ampiezza e l’alta qualità dei materiali fanno di Palazzo Graneri uno dei più prestigiosi edifici nobiliari torinesi. La sua facciata, imponente ma sobria, è perfettamente in linea con lo stile dell’epoca. Le Sale del piano nobile, pur conservando struttura architettonica, alcuni stucchi, affreschi e ornamenti originali, risentono della ristrutturazione neo-classica settecentesca. In particolare il Salone Centrale, con la sua decorazione plastica datata 1781, è un gioiello dell’architettura barocca. Concepito dal Baroncelli come Sala d’Onore, con le sue imponenti misure, dodici metri d’altezza per centocinquanta metri quadrati, s’ispira al Salone di Diana della Reggia di Venaria. Costituito da un corpo centrale e da due ali laterali, il palazzo assume la forma a ferro di cavallo e si insinua nello spazio un tempo occupato da un grande giardino che si estendeva fino all’attuale Via San Francesco da Paola. Un tempo, lì si apriva un’uscita secondaria accanto a una monumentale fontana ora scomparsa.

IL CIRCOLO DEGLI ARTISTI E LE FESTE

Nel 1858 il Circolo degli Artisti, fondato dieci anni prima dall’avvocato Luigi Rocca, decide di trasferire nel palazzo la propria sede sociale. Massimo D’Azeglio ne è il Presidente. Tra i soci illustri si ricordano Stefano Tempia, Francesco Tamagno, Alfredo Casella, Nino Costa e Camillo Benso di Cavour, al quale è stata dedicata la saletta utilizzata come studio e che ancora oggi contiene la sua scrivania e un busto collocato alla sua morte, nel 1861. La prima grande festa del Circolo degli Artisti nella nuova sede è il ballo in occasione del danzamento di Gerolamo Bonaparte con la principessa Maria Clotilde di Savoia, nel 1859. Da Stefano Tempia e Gualfardo Bercanovich, a Federico Collino, no a Arturo Toscanini e Alfredo Casella, molti tra i grandi musicisti dell’epoca passarono nelle sale di Palazzo Graneri. Tra gli altri si ricorda Francesco Tamagno che nel 1905 fece tremare con il suo famoso do di petto proprio il grande lampadario della Sala d’Onore.