Il capriolo (Capreolus capreolus) è uno degli ungulati selvatici più diffusi e riconoscibili in Europa. Elegante, schivo e adattabile, popola molti dei nostri paesaggi boschivi e collinari ed è una delle specie simbolo della fauna italiana.

Habitat e distribuzione in Italia
Il capriolo predilige ambienti boschivi misti dove siano presenti anche radure, ma si adatta comunque bene a praterie, colline coltivate e zone di macchia. È presente in quasi tutta Italia, ad eccezione delle isole maggiori (Sicilia e Sardegna, dove non è autoctono), con densità maggiori nelle Alpi, gli Appennini e Prealpi, oltre a zone collinari del centro-nord.
Grazie a programmi di ripopolamento, negli ultimi decenni ha espanso il proprio areale, tornando in aree da cui era scomparso.

Origine e migrazioni
Il capriolo è una specie autoctona europea, presente nel nostro continente fin dal Pleistocene. Non compie infatti grandi migrazioni stagionali come il cervo, ma può effettuare spostamenti locali tra aree di foraggiamento e rifugio, soprattutto in funzione della disponibilità di cibo e del disturbo antropico.

Aspetto e dimensioni
Il capriolo è il più piccolo tra i cervidi europei. Gli adulti misurano in media dai 95 ai 135 cm di lunghezza, per un’altezza al garrese di circa 60–75 cm. Il peso varia tra 15 e 35 kg, con i maschi generalmente più grandi e robusti delle femmine.

Differenze tra maschi e femmine
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Maschi (caprioli): sono dotati di piccoli palchi (corna ramificate) che cadono ogni anno tra ottobre e novembre, ricrescendo in primavera. I palchi sono relativamente corti, raramente superano i 30 cm, ma ben sviluppati e appuntiti.
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Femmine (capriole): sono prive di palchi, leggermente più piccole e snelle, con una corporatura più leggera e un comportamento più cauto.

Entrambi i sessi presentano un manto rossiccio in estate, che diventa grigio-bruno in inverno. esiste un’altra caratteristica distintiva tra maschio e femmina. La gola, le parti ventrali e la regione perianale (detta ‘specchio anale’) di colore bianco, sono a forma di cuore nei maschi e di rene nelle femmine.

Dieta e predatori
Il capriolo è un erbivoro selettivo: si nutre di germogli, foglie, erbe, bacche, frutti, cortecce tenere e funghi. Preferisce alimenti ricchi di energia e poveri di fibra, scegliendo con cura le piante più nutrienti. Si nutre diverse volte al giorno, in estate arriva a nutrirsi anche la notte.

I suoi principali predatori naturali in Italia sono: il lupo soprattutto nei boschi dell’Appennino e delle Alpi, la lince eurasiatica presente solo in alcune aree alpine. La volpe che può predare i cuccioli e infine l’uomo con la caccia e incidentalmente con gli investimenti stradali.
Sottospecie e differenze
In Europa sono riconosciute due sottospecie principali:
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Capreolus capreolus capreolus: la sottospecie tipica, diffusa in gran parte d’Europa, compresa l’Italia.
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Capreolus capreolus italicus: una forma più piccola e più scura, proposta da alcuni zoologi come sottospecie distinta presente in Italia centro-meridionale, ma la validità di questa teoria è ancora oggetto di studio e dibattito nel mondo accademico.

Comportamento e struttura sociale
Un tempo si pensava che il capriolo fosse un animale perlopiù solitario, ma oggi sappiamo che il suo comportamento sociale è molto più complesso. I maschi, in effetti, tendono a vivere isolati per gran parte dell’anno, soprattutto perché già verso la fine dell’inverno iniziano a emergere le prime rivalità territoriali tra loro.

Riproduzione
Il periodo riproduttivo, o rut, avviene tra fine giugno e metà agosto. Durante questo periodo, i maschi corteggiano attivamente le femmine, spesso seguendole per ore. La scelta del partner dipende dalla disponibilità territoriale e dalla condizione fisica degli individui.

La gestazione ha una durata complessiva di circa nove mesi e mezzo, ma con una particolarità unica: l’ovulo fecondato non si sviluppa subito. Dopo l’impianto nell’utero, entra in una fase di pausa fino a dicembre, quando riprende la crescita embrionale. Questo fenomeno è noto come impianto differito (o diapausa embrionale) ed è un adattamento che consente ai piccoli di nascere in primavera, in un periodo più favorevole dal punto di vista climatico e alimentare.

Crescita dei piccoli
La femmina partorisce 1 o 2 cuccioli, raramente 3. I piccoli, chiamati capriolini, rimangono nascosti tra l’erba alta per le prime settimane, accuditi dalla madre che li allatta e li protegge. L’emancipazione avviene verso i 3–4 mesi, anche se spesso i giovani rimangono vicini alla madre fino all’inverno successivo.

I piccoli, presentano un mantello caratteristico che offre loro un efficace camuffamento nei primi mesi di vita. Alla nascita, il loro pelo è di colore bruno-rossastro e presenta una fitta punteggiatura di macchie bianche distribuite lungo il dorso e i fianchi. Queste macchie imitano la luce filtrata attraverso la vegetazione, rendendo i piccoli meno visibili ai predatori quando rimangono immobili tra l’erba alta o nel sottobosco. Con il passare delle settimane, le macchie tendono a sbiadire e scompaiono completamente entro i due-tre mesi di età, quando il mantello assume la colorazione uniforme tipica degli adulti.

I maschi adulti difendono il proprio territorio da altri maschi durante la stagione riproduttiva. In autunno e inverno, possono formare piccoli gruppi temporanei, detti aggregazioni invernali, spesso composti da femmine con i piccoli e alcuni giovani maschi.

Rapporto con l’uomo
Il capriolo è oggi protetto in molte aree, ma soggetto a caccia regolamentata in altre. Gli incidenti stradali rappresentano una delle cause principali di mortalità. Inoltre, la frammentazione dell’habitat e l’espansione urbana pongono nuove sfide alla convivenza.
Cosa fare se si incontra un capriolo
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Mantenere la distanza e non cercare di avvicinarlo o toccarlo.
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Se si trova un cucciolo apparentemente solo, non si deve prenderlo: lasciando il proprio odore si rischia che il cucciolo venga abbandonato. Inoltre, la madre è quasi sempre nei pressi e di certo tornerà da lui.
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In caso di animale ferito o in difficoltà, contattare immediatamente le autorità locali (guardie forestali, CRAS, Polizia provinciale o, come estrema ratio, qualunque soggetto fra le Forze dell’Ordine).

Il capriolo è un animale affascinante e resiliente, capace di adattarsi a numerosi ambienti, anche quelli modificati dall’uomo. Conoscere meglio la sua biologia e le sue esigenze, è fondamentale per garantirne la conservazione e promuovere una pacifica coesistenza. Vederlo attraversare un campo all’alba o scomparire tra i cespugli è uno degli spettacoli più emozionanti offerti dalla natura italiana.
