HW Studio con Shi House, una casa adagiata con audacia sul pendio di una collina, che attende ogni giorno che il sole tramonti dietro la montagna. Questo progetto è composto da un elemento verticale che ospita le scale e alcuni percorsi orizzontali, optando per una materialità in pietra. Nel tempo e con le intemperie, diventerà parte della montagna su cui è adagiata  e da un elemento orizzontale bianco che ospita l’intera pianta di questa casa.

Il volume in pietra collega verticalmente l’ingresso e i garage con il resto della casa, che è incastonata in questo volume bianco, astratto e persino provocatorio che cerca un equilibrio visivo tra naturale e artificiale.

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Scale d’ingresso Foto © Cesar Bejar

Culture orientali, dialogo tra opposti

In alcune culture orientali, si ritiene che, per sperimentare intensamente qualsiasi fenomeno, si debbano mettere insieme due opposti. Questa casa potrebbe essere un esercizio nell’incontro degli opposti: la montagna barocca, caratterizzato da forme ondulate e intricate, coperto di una vegetazione lussureggiante e vibrante. In questo contesto i volumi platonici, figure geometriche perfette che con loro presenza nel contesto naturale possono suggerire un dialogo tra la razionalità e l’imprevedibilità della natura. Invitando a riflessioni su come questi elementi apparentemente opposti possano coesistere.

Architettura come cornice sul panorama

La casa si isola dai vicini attraverso un muro cieco e si apre verso la parte anteriore e un lato dove si trovano un campo da golf e una riserva naturale. Incorniciato orizzontalmente con qualcosa di semplice come un pavimento e un tetto che si estende per tutta la lunghezza del soggiorno, della sala da pranzo e della cucina. In questa parte della casa, l’architettura funge da cornice che enfatizza la bellezza del burrone. A questo scopo, utilizziamo l’Engawa, o spazio interno-esterno che circonda l’intera superficie vetrata, mirando a diffondere la luce e provocare una transizione fluida tra la montagna e la casa stessa.

HW e la scelta di avere camere da letto appartate

Le camere da letto e le aree private, tuttavia, rimangono appartate, senza finestre verso l’esterno. L’illuminazione necessaria è ricevuta attraverso un lungo cortile, un intimo punto di ritrovo per la famiglia, che si collega all’esterno solo attraverso il cielo.

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Camera da letto Foto © Cesar Bejar

Una casa che sembra fluttuare

Una divisione centrale tra le aree comuni e private della casa è marcata in modo evidente da un lungo asse che culmina nel campo da golf. Questo asse, o corridoio, presenta un’anomalia; un singolo muro leggermente curvo che mira ad ammorbidire il percorso. La casa sembra adagiarsi dolcemente sulla montagna, con la parte finale della lastra che fluttua leggermente sopra di essa. È sostenuta da pali ricoperti dalla stessa terra dello scavo, dando l’impressione che questo grande elemento bianco abbia semplicemente deciso di appollaiarsi lì.

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Vista panoramica e contesto su cui poggia la casa Foto © Cesar Bejar

HW Studio

HW Studio è uno studio di architettura creato a Morelia, in Messico, nel 2018, al culmine di una violenta epidemia nel paese. Lo studio è nato con lo scopo di stimolare e coinvolgere i principi artistici e filosofici orientali e occidentali nei processi architettonici per ricreare spazi che evocano e promuovono la pace. Iniziano i loro progetti con uno studio approfondito del cliente, del luogo e dei membri stessi dello Studio.  Tale proposta si tiene lontana da risposte arbitrarie ed egoistiche.

HW Studio cerca costantemente di promuovere un apprezzamento di ciò che conta davvero nella vita. Eliminando il non essenziale dall’architettura per raggiungere stati di pace interiore attraverso la contemplazione consapevole. Concepiscono e si sforzano di realizzare un’architettura che riesca a mettere in pausa la mente e a introdurci al silenzio, dove si possono trovare piccoli sprazzi di pace. Il nome HW Studio deriva dall’unione della lettera “H” (che in spagnolo è considerata muta e quindi è una rappresentazione grafica del silenzio) e della lettera “W” (che deriva dal concetto giapponese di Wabi Sabi, che i fondatori non osano spiegare perché il linguaggio è nemico della comprensione).

 

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