Provocatoria e irriverente: c’è Mika Rottenberg a Bologna
C’è tempo fino al 19 Maggio per scoprire l’arte di Mika Rottenberg: l’occasione è la prima personale dell’artista argentina in un museo italiano, ospitata al MAMbo di Bologna.
A cura di Lorenzo Balbi, la mostra è articolata al piano terra del museo bolognese (Sala delle Ciminiere) attraverso un percorso labirintico irriverente e bizzarro, che getta luce su undici delle produzioni più recenti, dalle video-installazioni agli oggetti scultorei – di cui tre lavori inediti grazie alla collaborazione con Goldsmiths Centre for Contemporary Art London e Kunsthaus Bregenz.
Illuminare l’osceno con gli strumenti dell’assurdo
I diversi strumenti scelti dalla Rottenberg sono linguaggi artistici intrisi di grottesche sfaccettature che scavano le logiche delle economie globali, per scoprire le nuove idee di classe e di valore sociale. I non-sense surreali creati dalle sue performance tessono perciò una geografia esatta del sistema capitalistico che regola i processi di produzione delle merci e, di conseguenza, le stesse condizioni umane.
Vincitrice d’altronde nel 2018 del premio a Kurt Schwitters “per avventurarsi in nuovi regni di creatività artistica e immaginazione artistica”, l’artista argentina – ma cresciuta in Israele – condivide parecchi tratti stilistici con il dadaista tedesco, come il linguaggio saturo in technicolor.
Un registro narrativo personale e peculiare
Ne è un esempio Smoky Lips (Study #4), una bocca in silicone a grandezza naturale da cui esce una sottile linea di fumo: dentro l’antro in cui è riposta viene proiettato un video surrealista. E la domanda sorge spontanea: a chi appartiene lo spazio occupato da questa bocca? Esiste una risposta quanti spettatori dell’opera stessa, chiamati a partecipare a un dialogo scomodo e bizzarro.
Non-sense d’artista
Il risultato è la costruzione di mondi al femminile fuori da ogni struttura imposta dalla società, che raccontano l’iperconnessione della realtà globalizzata, l’insensatezza di un corpo precario esposto alla fragilità dei tempi e la consapevolezza di vite incastrate in una banale e ripetitiva catena di montaggio imposta dall’alto. E, fondamentalmente, senza via di fuga.
Per approfondire l’inconsueta arte di Mika Rottenberg c’è infine l’instant book Edizioni MAMbo, con un saggio inedito di Germano Celant.