Giorgio Vasari ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte grazie alla sua straordinaria capacità di comprendere e raccontare la storia dell’arte italiana. La sua opera più nota è senza dubbio Le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, una sorta di enciclopedia biografica che ha dato una nuova prospettiva alla storia dell’arte e ha ispirato molte generazioni di artisti e studiosi. Ma Giorgio Vasari è stato anche un artista di grande talento, capace di realizzare opere di altissimo livello e di collaborare con i più grandi artisti del suo tempo.
La formazione
Giorgio Vasari è nato il 30 luglio del 1511 ad Arezzo e da giovanissimo frequentò la bottega aretina del pittore di vetrate francese Guillaume de Marcillat frequentando anche le lezioni di Giovanni Pollio Lappoli.
In seguito, il giovane Vasari si trasferì a Firenze, dove arrivò al seguito del cardinale cortonese Silvio Passerini, tutore dei rampolli di casa de Medici. Grazie alla sua introduzione nella cerchia della corte medicea, Vasari approfondì la sua formazione umanistica. Durante gli anni trascorsi a Firenze, Vasari conobbe anche Francesco Salviati, con cui condivise l’interesse per le opere dell’antichità classica e il cui legame di amicizia fu molto forte.
Gli anni difficili
Dopo la morte del padre nel 1527, la felicità che Vasari aveva sperimentato nei suoi anni fiorentini si dissolse improvvisamente. Si trovò in uno stato di miseria e per sbarcare il lunario, si dedicò alla realizzazione di opere d’arte sacra destinate a chiese e conventi.
Particolarmente importante fu l’incontro con Giovan Battista di Jacopo di Gasparre, detto il Rosso Fiorentino che influenzò l’arte di Giorgio Vasari come si può notare nelle opere Cristo portato al sepolcro e Deposizione.
Giorgio Vasari visse anni burrascosi a causa dei rapporti conflittuali con la famiglia Medici. La situazione peggiorò con l’assassinio del duca Alessandro da parte di Lorenzino de’ Medici nel 1537 che portò Vasari a ritirarsi all’Eremo di Camaldoli.
I viaggi e le Vite
Dopo la sua crisi esistenziale e il periodo trascorso all’Eremo di Camaldoli, Giorgio Vasari poté riprendere la propria carriera artistica e viaggiare per tutta Italia, da Napoli a Venezia, dall’Emilia al Veneto, con frequenti ritorni a Firenze e Arezzo. Questi viaggi furono importanti per la sua formazione artistica e per la raccolta di informazioni sulle opere d’arte delle varie città italiane e gli permise di preparare il materiale per la sua più famosa opera Le vite de’ più eccellenti pittori scultori e architettori.
Sacrestia del Vasari
Giorgio Vasari soggiornò nel capoluogo campano soltanto due anni ma fu un periodo denso di commissioni tra queste figura la sacrestia del Vasari chiamata anche sacrestia Vecchia della chiesa di Sant’Anna dei Lombardi. Rappresenta la più importante opera del rinascimento fiorentino a Napoli.
Nella sacrestia Vecchia, la parete di fronte all’ingresso è decorata con un dipinto raffigurante l’Adorazione dei pastori, eseguito da un allievo di Vasari. Il dipinto è stato spostato nell’attuale posizione solo nel 600 e si trova sopra la porta d’ingresso. Le due lunette laterali presentano sculture di Giovan Battista Cavagna raffiguranti l’Arcangelo Gabriele e la Vergine.
Nella navata sono presenti gli affreschi di Vasari che decorano la volta, divisa in tre quadranti dedicati alla Fede, alla Religione e all’Eternità. Lungo le pareti si trovano mobili seicenteschi decorati con tarsie lignee.
Giorgio Vasari a Roma
Dopo otto anni di vagabondaggio, Vasari si trasferì a Roma nel 1545 dove ottenne la protezione del Duca Alessandro Farnese. Questa scelta fu molto coraggiosa perché i Farnese avevano una politica antimedicea, che avrebbe ostacolato i suoi tentativi di ritornare a Firenze in futuro. A Roma, Vasari si trovò in un ambiente ricco di stimoli culturali e di fermenti letterari che lo ispirò a scrivere la prima redazione delle Vite, la raccolta di biografie di artisti dal Trecento al Cinquecento. Durante la stesura Vasari utilizzò la sua straordinaria collezione di disegni e schizzi di artisti italiani, che fu poi dispersa dopo la sua morte. Nel 1547 la prima redazione delle Vite era già pronta ma fu stampata soltanto anni dopo quando Giorgio Vasari decise di tornare a Firenze dedicando l’intera opera a Cosimo I de’ Medici nella speranza di guadagnarsi il suo favore
Da Roma a Firenze
Prima di tornare definitamente a Firenze, Giorgio Vasari trascorse del tempo a Roma dove realizzò la Cappella del Monte a San Pietro in Montorio e Villa Giulia. Tuttavia, reputando il committente, il pontefice Giulio III, non all’altezza del suo predecessore Alessandro Farnese, Vasari decise di trasferirsi ad Arezzo nel novembre 1553. Qui, l’artista divenne il preferito di Cosimo de’ Medici, con il quale sviluppò un’amicizia duratura.
I grandi progetti
Nel 1554, rinnovò il Palazzo della Signoria che, per accogliere Cosimo e la sua corte necessitava di un pesante ammodernamento. Nel 1560, Giorgio Vasari fu incaricato di progettare un polo edilizio per gli uffici amministrativi e giudiziari di Firenze si trattava del complesso degli Uffizi. Cinque anni dopo realizzò il noto Corridoio Vasariano. In quegli anni, Vasari fondò l’Accademia dell’Arte e del Disegno con il patrocinio di Cosimo nel 1563, diresse la ristrutturazione delle basiliche di Santa Croce e Santa Maria Novella e progettò i Palazzi dell’Ordine di Santo Stefano e il Palazzo della Carovana a Pisa.
Corridoio Vasariano
Il Corridoio Vasariano è un percorso che collegava, e che collega tutt’oggi, gli appartamenti granducali del Palazzo della Signoria a quelli del vicino Palazzo Pitti, palazzo che era diventato la residenza reale di Cosimo.
Per soddisfare la richiesta del duca Cosimo I de’ Medici, Giorgio Vasari progettò e realizzò il Corridoio Vasariano in soli 5 mesi nel 1565, durante i lavori per il palazzo degli Uffizi. La sua costruzione fu un modo per fornire ai granduchi un percorso sicuro ed elevato dalla loro residenza al palazzo del governo, senza correre il rischio di insurrezioni popolari. Infatti, il popolo fiorentino era ancora incerto sul nuovo sistema di governo, che aveva sostituito l’antica Repubblica fiorentina.
Gli ultimi anni
Durante questo periodo di grande popolarità, Giorgio Vasari ricevette molte commissioni artistiche, tra cui la creazione dello Studiolo in Palazzo Vecchio. Intanto pubblicò la seconda edizione delle Vite nel 1568 dopo aver viaggiato per l’Italia, visitando diverse regioni per raccogliere informazioni e documenti per rivedere e ampliare la sua opera.
Nel 1572 Cosimo de’ Medici gli affidò il progetto delle Logge di Arezzo e la decorazione della cupola del Duomo di Firenze. Tuttavia, il lavoro fu interrotto a causa della morte di Vasari, avvenuta il 27 giugno 1574, poco dopo la morte di Cosimo.
Studiolo di Francesco I
Lo Studiolo di Francesco I, situato all’interno di Palazzo Vecchio a Firenze, è un ambiente di dimensioni ridotte che, in passato, era destinato all’uso esclusivo del granduca Francesco I de’ Medici. Qui egli amava trascorrere del tempo in solitudine, dedicandosi alla sua passione per le scienze e l’alchimia. Attualmente, lo Studiolo è comunicante con il Salone dei Cinquecento ed è considerato una delle creazioni più originali e rappresentative del manierismo fiorentino. La realizzazione fu possibile grazie alla collaborazione tra l’intellettuale Vincenzo Borghini e un team di artisti guidati da Giorgio Vasari.
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