In occasione di Milano Design Week 2025, Gilda&Co, nuovo spazio dedicato al design italiano, ospita COSE IN BALLO Immagini e Oggetti Anni ’50 – ’70 delle fotografie di Aldo Ballo e altri, una mostra che rende omaggio alla figura di Aldo Ballo, fotografo noto per il suo fondamentale contributo alla fotografia di design e pubblicitaria, attraverso un’ottantina di fotografie in bianco e nero messe in dialogo con gli stessi oggetti reali, raffigurati dalle immagini. Un racconto che relaziona la raffigurazione con la fisicità degli oggetti.

Dall’esperienza di Daniele Lorenzon e di Compasso, showroom milanese di 800 mq che da oltre 20 anni esplora il meglio del design del ‘900, conferma e precorre tendenze su affermati ed emergenti designers internazionali, si inaugura nel 2024, nella storica via Plinio, la galleria Gilda&Co. Gilda&Co è uno spazio che vuole raccontare storie, visioni e prospettive nuove del design internazionale attraverso mostre temporanee, attingendo dal ricco archivio di Compasso, fatto non solo di oggetti di design, ma anche di opere d’arte, documenti e fotografie, coinvolgendo guests curators, critici, designer, artisti e creativi di tutto il mondo.

Il nome è un duplice omaggio
Il nome è un duplice omaggio: Gilda, dal negozio di abbigliamento donna che ha abitato lo spazio di via Plinio per molti anni, e che tutt’oggi gli conferisce una forte aura evocativa; a cui si aggiunge l’abbreviazione di Compasso, &Co. La galleria si trova in un ambiente raccolto ma prezioso, con una vetrina che si affaccia su strada. L’allestimento, ideato da Alessandro Pedretti, che lui stesso descrive come un “Merzbau del Design” è dinamico, sorprendente e in continua evoluzione. È infatti modulare, versatile, adatto a infinite riconfigurazioni e per mettere in scena le più differenti tipologie di eventi ed esposizioni.

In occasione della Milano Design Week 2025, Gilda&Co ospita la sua prima mostra dedicata ad Aldo Ballo, fotografo italiano di grande talento, noto per il suo importante contributo alla fotografia di design e pubblicitaria, la cui figura è ancora poco considerata se non nel settore specifico del design. La mostra COSE IN BALLO Immagini e Oggetti Anni ’50 – ’70 delle fotografie di Aldo Ballo e altri, curata dal Guest Curator Manolo De Giorgi, attraverso un’ottantina di immagini in bianco e nero affiancate dai rispettivi oggetti di design raffigurati nelle fotografie.

Aldo Ballo
Aldo Ballo, e rendergli omaggio, dopo la lontana mostra al Vitra Museum del 2011 e la più recente rassegna del 2024 al Castello Sforzesco, sede dal 2022 del suo archivio. Volendo dunque emanciparsi dallo specialismo del design, l’esposizione intende soffermarsi sulla capacità di Aldo Ballo di cogliere, attraverso le immagini, lo spirito dell’oggetto industriale del XX secolo. Ballo stesso, infatti, aveva dichiarato: “Io non faccio foto d’arte, foto “da chiodo”, qui si fa fotografia industriale, si va dentro l’oggetto: interpretare l’oggetto, restituirgli l’anima.”
Essenzialità e pulizia visiva, insieme al dettaglio antropomorfico, la vista di tre quarti spesso misteriosa, l’ambientazione che non sconfina mai nell’arredamento, il profilo che fa perdere materialità al mobile, sono alcuni dei leitmotiv di una ricerca attraverso la quale Ballo trasfigura l’oggetto industriale in un nuovo attore della cultura materiale che ci ha circondati per decenni.

La sua vita
Aldo Ballo (1928-1994) nasce a Sciacca e si trasferisce a Milano per studiare architettura. Qui conosce Marirosa Toscani, figlia di Fedele, giornalista del Corriere e proprietario dell’agenzia Rotofoto. Abbandonati gli studi, la coppia si dedica alla fotografia e nel 1953 apre lo studio Ballo+Ballo, specializzandosi in fotografia industriale di design e diventando un punto di riferimento per i designer più affermati del periodo, come Aulenti, Boeri, Vigo, Sottsass, Castiglioni, Rossi, Bellini e Starck. A questi si aggiungono aziende come Artemide e FLOS, oltre a riviste come Abitare e Casa Vogue.
Le fotografie di Aldo Ballo, caratterizzate da un uso raffinato della luce e della composizione, hanno documentato l’evoluzione del design italiano del XX secolo. Il suo lavoro è stato pubblicato su riviste specializzate e cataloghi, contribuendo a definire l’estetica visiva del settore e, ancora oggi, la sua eredità continua a ispirare fotografi e designer di tutto il mondo.

Il Merzbau del Design
Gilda inaugura durante il salone del Mobile 2025 la prima di una serie di eventi e performance creative dedicate al mondo del Design. Un luogo dove si ritroveranno curatori, critici, designer, artisti e creativi di tutto il mondo a rappresentare il mondo del design seconde le “non” regole di un mertzbau dell’ideazione curatoriale. Uno spazio raccolto ma decomposto, un progetto di allestimento poliedrico e mutevole, un piccolo scrigno che esplora il design come luogo della ossessione, della ricerca e valorizzazione di episodi inattesi; una sorta di cava dadaista dove collage e assemblaggi del design si manifestano con grande potenza.

Alessandro Pedretti – Progetto allestimento, direzione artistica Gilda&Co
Attraverso un’ottantina di immagini in bianco e nero si torna a parlare di Aldo Ballo, dopo la lontana mostra al Vitra Museum del 2011 e la più recente rassegna del 2024 al Castello Sforzesco sede dal 2022, in seguito alla donazione del suo archivio. Figura ancora considerata marginale dalla critica (e dal mercato internazionale), Ballo è relegato allo specialismo del design. E se invece di questo campo limitato parlassimo ora della sua visione sullo spirito dell’oggetto industriale del XX secolo?
Il dettaglio antropomorfico, la vista di tre quarti spesso misteriosa, l’ambientazione che non sconfina mai nell’arredamento, il profilo che fa perdere materialità al mobile sono alcuni dei leitmotiv di una ricerca attraverso la quale Ballo trasfigura l’oggetto industriale in un nuovo attore della cultura materiale che ci ha circondati per decenni. Manolo de Giorgi – Guest curator mostra. gildaeco.com