I giacinti sono fra i primi bulbi che annunciano senza indugi la primavera. Non solo la colorano e la festeggiano: la profumano. Si può dire senza tema di smentita che nessun altro bulbo profumi così tanto intensamente come i giacinti. È un fiore dal sapore antico, parla di vecchie case, di mobili che sanno di cera e, nel nord Italia, evoca l’immagine dei prati coperti dalle prime pioggerelline di marzo squarciate da improvvisi soli, con quel caratteristico odore dell’aria che cambia e si fa più leggero dopo il freddo invernale. Pura poesia.
Nomenclatura e miti sui giacinti
Il nome botanico dei giacinti è Hyacinthus. Il nome gli fu dato da Joseph Pitton de Tournefort, un botanico francese del XXVIII secolo. Pare che la sua origine sia greco-albanese giak (che significa purpureo o rosso scuro) insieme al suffisso -inthos (pianta). Su questo fiore hanno scritto miti e leggende ed è stato davvero molto citato soprattutto dai classici. Si ritrova fra le parole di Virgilio, di Plinio, di Teocrito e Ausonio, solo per citarne alcuni. Celebrato nella mitologia come consacrato a Cerere, intrecciato in corone da porre sulla testa dei fanciulli – al pari di come facevano Apollo e le Muse – che la onoravano o delle ragazze greche per festeggiare le nozze di un loro fratello. Divenne letto per Afrodite che voleva sedurre Paride. A Sparta si festeggiavano le feste giacinzie ed era il fiore degli amanti per i Britanni. Una grande storia, quindi, nel suo passato.
Origini dei giacinti
Hyacinthus orientalis, il giacinto conosciuto e diffuso oggi, arrivò a Padova nel 1590, dall’Asia occidentale. Solo un secolo dopo si ottennero le prime forme ornamentali che Cosimo de’ Medici importò direttamente dall’Olanda per ornare e profumare i suoi giardini. In Europa il suo arrivo fece furore almeno quanto i tulipani e il suo prezzo era battuto nelle aste a prezzi vertiginosi non solo per l’epoca, sarebbero strabilianti anche oggi. Il fiore di quei secoli era però semplice. Solo dopo oltre duecentocinquant’anni dal suo arrivo si ottennero fiori doppi così come si conoscono oggi. Tra le specie si annoverano diverse spontanee dell’areale del Mediterraneo, come Hyacinthus romanus (sin. Bellevallia romana), Hyacinthus fastigiatus (originario della Sardegna e della Corsica), Hyacinthus amethystinus (sin. Brimeura amethystina, originario della zona dei Pirenei) e Hyacinthus azureus (sin. Hyacinthella azurea, proveniente della fascia litoranea di quella che era chiamata Asia minore).
Giacinti: conoscerli meglio
I giacinti sono geofite, appartengono alla famiglia delle Asparagaceae, nascono da un bulbo e sono di facile coltivazione, soprattutto se posti all’esterno e non in vaso che comunque accettano ma in cui non sopravvivono per diversi anni come invece in piena terra. Sono abbastanza rustici, specie se posti in un terreno molto permeabile e drenante. La loro altezza arriva attorno ai trenta centimetri. Sono magnifici se coltivati en masse e in gradazione di colore. Le cultivar sono tutte ottenute da Hyacinthus orientalis e sono moltissime tanto che le varietà di colori permettono molte belle composizioni in giardino.
Foglie e fiori
Le foglie dei giacinti sono ligulate, di colore verde piuttosto scuro, scanalate e lucide.
I fiori sono disposti su uno stelo in cui formano una pannocchia di circa venti centimetri. Ciascuna infiorescenza è composta da circa quaranta fiori. Questi sono di forma tubulare-campanulata, cerosi, profumatissimi e di una lunghezza di circa due o tre centimetri ognuno. Molte cultivar presentano una striatura centrale più evidente lungo l’asse longitudinale, di un punto più scuro rispetto al colore del fiore.
Giacinti, le cultivar più sperimentate
Fra le tante cultivar di giacinti prodotte nei secoli, ce ne sono alcune davvero inossidabili. Da molti decenni riempiono di colori e profumi i giardini e il verde pubblico. Differiscono le une dalle altre soprattutto per le gradazioni di colore. Sono più che sicure relativamente alla riuscita e più che garantite. I loro nomi sono importanti proprio perché consentono di poter scegliere con precisione le gradazioni di colore che si desiderano così da ottenere un effetto scenografico davvero stupefacente.
Esse sono: ‘Delft blue’ (viola sfumato di blu più chiaro), ‘Blue Jacket’ (blu che vira al viola), ‘Ostara’ (blu-viola con una striscia più scura), ‘City of Haarlem’ (giallo tenue), ‘Lady Derby’ (rosa tenue con una striatura più scura), ‘White Pearl‘ (bianco puro), ‘Princess Maria Cristina’ (albicocca), ‘Jan Boss’ (cremisi), ‘Distinction’ (rosso tendente al violaceo), ‘Violet Pearl’ (fuchsia), ‘Queen of the Pinks’ (rosa carico), ‘Sky Jacket’ (azzurro indaco), ‘Côte d’Azur’ (azzurro polvere).
Tecniche colturali
I giacinti si piantano a circa 10 cm di profondità nel terreno e alla distanza di 8 cm l’uno dall’altro. Non soffrono di alcuna patologia, fatte salve quelle dovute ad una cattiva conservazione del bulbo oltre l’asfissia radicale e marcescenza del bulbo in caso di ristagni idrici persistenti. Per le restanti tecniche di coltivazione, si rimanda a questo articolo dove l’argomento viene trattato in maniera approfondita.
Caratteristiche di Hyacinthus orientalis (giacinti)
- Tipo di pianta: da esterno (e da interno); geofita; bulbo
- Famiglia: Asparagaceae
- Origine: Asia occidentale
- Dimensioni: circa 30 cm
- Colore dei fiori: molteplici
- Foglie: ligulate, scanalate, lucide, color verde scuro
- Periodo di fioritura: marzo-aprile
- Esposizione: sole-mezz’ombra
- Resistenza al freddo: buona, purchè piantati in un substrato estremamente drenante
- Tossicità per animali e bambini: tutta la pianta è tossica per animali, bambini e adulti, soprattutto il bulbo
Ivana Fabris
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