Oltre 100 fotografie raccontano l’importanza che George Hoyningen-Huene (1900-1968) ha avuto nello sviluppo della fotografia di moda. Il suo stile, influenzato dall’arte classica e dal Surrealismo, ha contribuito a formare l’estetica haute couture degli anni ‘20 e ‘30, collaborando prima per Vogue a Parigi, poi per Harper’s Bazar a New York e infine consacrandosi nella Hollywood dei divi del cinema.
George Hoyningen- Huene. Glamour e avanguardia
A 125 anni dalla nascita del fotografo, la mostra condensa in dieci sezioni i temi e i passaggi chiave della vita dell’artista: dai teatri parigini ai rapporti con Man Ray, dal lavoro con Coco Chanel alle fotografie di viaggio, dagli scatti poetici alla fascinazione per l’immagine in movimento. Dal 21 gennaio al 18 maggio 2025, è in programma a Palazzo Reale a Milano la mostra “George Hoyningen- Huene. Glamour e avanguardia”, promossa da Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e CMS.Cultura in collaborazione con l’Archivio George Hoyningen-Huene (Stoccolma, Svezia), con il patrocinio del Ministero della Cultura e dell’Institut Français Milano, per celebrare, a 125 anni dalla nascita, uno dei pionieri della fotografia di moda.
Curata da Susanna Brown, per oltre dodici anni curatrice del Victoria & Albert Museum di Londra, l’esposizione – prima assoluta in Italia – si compone di oltre 100 fotografie, distribuite in 10 sezioni, con stampe al platino che esaltano lo stile elegante e sobrio del fotografo, oltre a sottolineare il suo uso innovativo delle tecniche di stampa e le influenze artistiche che ne segnarono il lavoro.
Il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni
“Desidero congratularmi, con quanti hanno contribuito alla realizzazione di questo ambizioso progetto dall’alto valore culturale, promosso per celebrare uno dei più grandi talenti di sempre della fotografia. Le opere esposte raccontano della straordinaria capacità di George Hoyningen-Huene di immortalare con uno stile unico l’essenza di un’epoca, scatti dall’inconfondibile carattere estetico, che rappresentano testimonianze indelebili del tempo vissuto dall’artista. Impegnato in prima linea per lo sviluppo del settore con misure dedicate, il Ministero della Cultura guarda con grande interesse ad ogni iniziativa volta alla valorizzazione della fotografia e dei suoi maestri di ieri e di oggi e questa mostra è senza dubbio tra gli appuntamenti da non perdere”.
L’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi.
“La mostra non è solo un omaggio a uno dei più grandi maestri della fotografia di moda del Novecento – a 125 anni dalla nascita di questo straordinario artista – ma intende celebrare la sua capacità unica di unire l’eleganza classica all’audacia del Surrealismo, tracciando un percorso che attraversa l’alta moda, il cinema e le arti visive. Hoyningen-Huene ha saputo trasformare la fotografia di moda in una forma d’arte, dando vita a immagini che ancora oggi incantano per la loro raffinatezza e modernità. Questa mostra rappresenta un’occasione unica per ammirare oltre cento opere iconiche di un artista che ha saputo catturare l’essenza di un’epoca e proiettare la fotografia verso nuove dimensioni creative.”
Giulia Fortunato, Amministratore unico di CMS.Cultura
“Questa mostra, si inserisce in continuità con i precedenti progetti realizzati da CMS. Cultura srl, una società al femminile impegnata nell’esplorazione di temi e protagonisti della Storia dell’Arte raramente affrontati dalla critica nazionale, ma di indiscutibile rilevanza. George Hoyningen-Huene non è solo un maestro della fotografia, ma anche un intellettuale raffinato, capace di intrecciare diversi ambiti del sapere e restituirli in opere iconiche e senza tempo.
Le sue citazioni erudite si rintracciano non solo nei suoi intramontabili scatti, ma anche nella sua attività come consulente del colore a Hollywood. Basti pensare all’uso del “verde Lotto” e del “rosso Tiziano” o alla sinfonia di azzurri che richiama un dipinto di Manet, sapientemente evocata in alcune scene del film “Il diavolo in calzoncini rosa” con Sophia Loren, diretto dal premio Oscar George Cukor. Non una semplice mostra fotografica, dunque, ma un progetto culturale ambizioso, che si propone di presentare le interconnessioni tra storia, arte e cinema, offrendo una lettura trasversale del contributo di Huene all’immaginario visivo del XX secolo”.
La curatrice Susanna Brown
“Nel 1968, Huene lasciò in eredità il suo archivio al caro amico Horst P. Horst, che negli anni ’80, a partire dai negativi, iniziò a realizzare stampe al platino-palladio per musei e collezionisti. Queste stampe hanno una superficie lussureggiante e opaca e sono apprezzate per la loro raffinata qualità e la ricca gamma tonale. La mostra presenta molte delle stampe realizzate sotto la guida di Horst, insieme a nuove stampe al platino-palladio create dal 2020 negli archivi della George Hoyningen-Huene Estate”.
I temi della carriera di George Hoyningen-Huene
L’esposizione ripercorre tematicamente la carriera di George Hoyningen-Huene (San Pietroburgo 1900 – Los Angeles 1968), figlio di un’americana e di un barone estone, che dopo la rivoluzione d’ottobre lascia la Russia e scappa con la famiglia a Londra, prima di trasferirsi nel 1920 a Parigi, dove entra a far parte della cerchia ristretta di Man Ray, con il quale collabora attivamente, e frequenta alcuni artisti surrealisti come Salvador Dalì, Lee Miller, Pablo Picasso, Paul Eluard e Jean Cocteau.
Definito da Richard Avedon “un genio, il maestro di tutti noi”, grazie ai ritratti e alle composizioni fotografiche – tra le più sorprendenti del ventesimo secolo – George Hoyningen-Huene è tra i primi negli anni ‘20 e ‘30 a catturare lo stile delle case di moda haute couture di Parigi, tra cui Chanel, Balenciaga, Schiaparelli e il gioielliere Cartier. In particolare, come capo fotografo di Vogue Francia, carica che ricoprì dal 1926 al 1936, Hoyningen-Huene si impose come uno degli autori di punta del panorama del tempo, realizzando con spirito innovativo servizi caratterizzati da un’estetica influenzata dall’arte classica e dal Surrealismo.
LE SEZIONI
La mostra prende avvio da una prima sala introduttiva, GEORGE HOYNINGEN-HUENE: VISIONI DI UN’EPOCA, che presenta fotografie con annotazioni a mano e dati per catalogazioni. Segue la sezione TRA JAZZ E BALLETS RUSSES: SOGNI DI BELLEZZA NELLA VILLE LUMIÈRE, con foto che testimoniano il vivace contesto culturale dell’epoca, tra cui quelle scattate ai Ballets Russes di Diaghilev, a Serge Lifar e Olga Spessivtzeva che danzano con i costumi disegnati da Giorgio De Chirico, o a Josephine Baker e Jean Barry che ballano al ritmo del jazz.
LA MODA MARE E IL FASCINO DEL CORPO IDEALE raccoglie una serie di foto che raccontano la moda del tempo, come Divers, che immortala i fotografi Horst P. Horst e Lee Miller di spalle in uno dei più iconici scatti di moda del XX secolo, scelto da Anna Wintour tra i suoi cinque preferiti della lunga storia di Vogue.
Una piccola sezione è dedicata ai viaggi, MIRAGGI DI LUCE: L’ODISSEA VISIVA DI HUENE, che Hoyningen-Huene realizzò tra Tunisia, Algeria, Egitto e Grecia, in cui scattò le fotografie poi confluite in cinque libri: African Mirage. The Record of a Journey (1938); Hellas (1943); Egitto (1943); Patrimonio messicano (1946) e Baalbek/Palmyra (1946).
Corpi avvolti da drappeggi e scolpiti dalla luce in pose quasi scultoree sono al centro di RIFLESSI DI ANTICHITÀ, sezione che testimonia la fascinazione del fotografo per la bellezza ideale e le proporzioni perfette dell’arte classica, che ripropone in scatti dove il gioco di chiaroscuri contribuisce alla creazione di un’atmosfera unica.
MODELLE SENZA TEMPO: NUOVE ICONE DELLA MODERNITÀ
Raccoglie le opere che hanno consacrato l’autore tra i più importanti professionisti dell’epoca, quelle dedicate alle sue muse più celebri, come Agneta Fischer e Lee Miller, poi divenuta anche lei fotografa. Hoyningen-Huene guardò al Surrealismo tanto da trasportarne alcuni elementi nel suo lavoro, come le composizioni insolite, la manipolazione della realtà e le atmosfere sospese e oniriche, rendendo dei semplici ritratti di moda delle autentiche opere d’arte visiva.
Un’integrazione raccontata nella sezione L’ESSENZA DEL SOGNO: HUENE, CHANEL E L’INFLUENZA DEL SURREALISMO, soffermandosi in particolare sulla collaborazione con due case di moda, di cui riuscì a cogliere le anime contrastanti: da un lato l’audacia artistica e sperimentale di Schiaparelli, dall’altro la modernità sobria e rivoluzionaria di Chanel.
SCULTURE DI LUCE: IL NUDO MASCHILE TRA CLASSICO E MODERNO
Soggetto interpretato spesso attraverso un’illuminazione a luce diffusa e una cura esasperata della composizione, che facevano sembrare gli scatti in studio realizzati en plen air, è anche il titolo della sezione che segna il passaggio di testimone a Vogue tra lui e Horst, quando Hoyningen-Huene nel 1936 si trasferisce a New York a capo della redazione di Harper’s Bazaar. Dieci anni dopo, nel 1946, è a Hollywood, dove raggiunge gli amici Man Ray e Max Ernst e si afferma come ritrattista dei divi.
LA MODA DI HARPER’S BAZAAR
Con fotografie e riviste d’archivio che testimoniano la rivoluzione che il lavoro di George Hoyningen-Huene portò nel mondo della moda. Ingrid Bergman, Charlie Chaplin, Greta Garbo, Ava Gardner, Katharine Hepburn sono solo alcune delle star che Huene ha immortalato e che in mostra sono raccolte nell’ultima sezione HOLLYWOOD E L’INCANTO DEL CINEMA. Dal 1954 al 1963 lavora come coordinatore del colore a Hollywood e affianca registi, costumisti, direttori della fotografia e scenografi. Una delle sue collaborazioni cinematografiche più importanti è quella con il regista premio Oscar George Cukor. I due sono legati da una profonda e tenera amicizia. Huene progetta per lui una sezione del magnifico
giardino della sua villa a Los Angeles: punto di riferimento d’incontro per la comunità queer di Hollywood.
Huene attinge regolarmente alla propria conoscenza della storia dell’arte per trovare esempi delle combinazioni di colori che voleva ottenere sullo schermo. In una scena memorabile de Il diavolo in calzoncini rosa, il personaggio di Sophia Loren appare sulla soglia della sua camera da letto in una sinfonia di azzurri che trae ispirazione dal dipinto Nanà (1877) di Édouard Manet. Sarà poi il costumista dello sfarzoso film Olympia sempre con la Loren come protagonista. Con la Divina Sophia instaura un legame duraturo di grande amicizia e si scambieranno affettuose lettere colme di stima reciproca.Sophia Loren nel 1961 gli scrive: “Spero che vedrai prestissimo il mio film italiano La ciociara, e apprezzerei molto se mi scrivessi il tuo parere personale perché ci tengo moltissimo”.
I documentari in prima persona
Tra il 1946 e il 1950, realizza alcuni documentari in prima persona, tra cui The Garden of Hieronymus Bosch e Daphni: Virgin of the Golden Laurels. Nel 1968 aveva in programma un libro contenente i suoi scatti più belli e numerosi progetti fotografici, viene però colpito da un ictus e muore improvvisamente il 12 settembre del 1968 nella sua casa di Los Angeles. Cukor sarà il primo a sapere della sua morte. Nel 2020 l’archivio Hoyningen-Huene viene acquisito da Tommy e Åsa Rönngren e spostato a Stoccolma, in Svezia. Il George Hoyningen-Huene Estate si occupa dello studio, conservazione, valorizzazione e promozione delle opere di questo straordinario autore. La mostra si arricchisce di un ampio catalogo a cura di Susanna Brown edito dalla casa editrice Thames & Hudson e distribuito in Italia da Moebius edizioni. Radio Monte Carlo è radio ufficiale della mostra.