Il Ritratto di Charles de Guise, realizzato nel 1572 dall’artista di origini greche, è parte integrante della Collezione di Giovina e Paolo Volponi. Novità a Palazzo Ducale di Urbino. Da venerdì 30 giugno sarà possibile ammirare un dipinto del celebre pittore Domínikos Theotokópoulos, noto come El Greco, presso la galleria Nazionale delle Marche. Si tratta del Ritratto di Charles de Guise (1525-1574) – arcivescovo di Reims e poi cardinale-duca (1547), passato alla storia come il Cardinale di Lorena – parte integrante della Collezione di Giovina e Paolo Volponi.
Grande protagonista della storia francese e italiana della metà del Cinquecento, Charles de Guise fu esponente del partito filospagnolo alle corti di Enrico II, Francesco II e Carlo IX di Francia, fu un uomo politico di spicco e partecipò anche al concilio di Trento nel 1562, appoggiando le tesi della superiorità dell’assemblea conciliare sul papa.
Il dipinto è concesso in prestito dagli eredi di Paolo Volponi, in sostituzione del dipinto Origene di Ribera che a breve partirà per la mostra del castello del Buonconsiglio di Trento dedicata agli uomini illustri dell’antichità e del mondo moderno (1° luglio – 22 ottobre 2023). Anche l’opera di Ribera è parte della collezione che fu di Paolo Volponi, e che giunse a Palazzo Ducale con la seconda donazione con cui gli eredi dello scrittore vollero onorare la memoria dello scrittore.
Alcune note storiche
Attraverso il confronto col ritratto a figura intera (datato 1572) oggi conservato al Kunsthaus di Zurigo in Svizzera, del celebre pittore di origini greche Domínikos Theotokópoulos, possiamo riconoscere il medesimo personaggio del quadro Volponi. Siamo però di fronte a una versione ridotta e semplificata, in cui El Greco si concentra su una rapida e penetrante indagine psicologica del cardinale, dallo sguardo forte e deciso. In sostanza una tela che doveva servire da modello per il grande quadro celebrativo di Zurigo, in cui le ambizioni del cardinale di Lorena sono sintetizzate nello straordinario pappagallo, simbolo del potere pontificio, appollaiato nello sfondo e animato da una luce calda che fa quasi vibrare le sue piume multicolori.
El Greco dipinse le due tele a Roma, dove dal 1570 si era stabilito alla corte del cardinale Alessandro Farnese. Da una nota lettera di Giulio Clovio di quell’anno sappiamo di un suo precedente soggiorno a Venezia nella bottega di Tiziano, probabilmente nella seconda metà degli anni sessanta. Qui El Greco apprese (e il ritratto Volponi lo dimostra) la lezione del più grande pittore veneziano, mescolandola con le ricerche di Tintoretto e dei Bassano. Preziosissima nella scelta dei colori, fu un’esperienza di luce e di tocco che anima la figura del cardinale e che fu fondamentale per i successi alla corte di Filippo II di Spagna.
Due lettere indirizzate a Paolo Volponi ci permettono di ‘sbirciare’ nel laboratorio del collezionista e del conoscitore d’arte: una comunicazione del novembre 1978 di Mauro Natale, che aveva avuto notizia del dipinto Volponi tramite Federico Zeri, era l’occasione per segnalare l’esemplare di Zurigo, al tempo ancora nella collezione di David Koetser, che in quello stesso anno lo studioso aveva reso per la prima volta al Greco. Una successiva lettera di Zeri del 1980, scritta a macchina come egli era solito fare, conteneva un elenco di derivazioni del ritratto del cardinale, tra musei e collezioni private, messo a disposizione dell’amico Volponi per le sue ricerche. gallerianazionalemarche.it