A Samedan, Francesca Neri Antonello sperimenta la contemporaneità dell’architettura alpina attraverso una ricerca sui materiali e i loro contrasti. L’architettura montana ha una tradizione molto forte e radicata che spesso rischia di ingabbiare il progettista entro limiti narrativi, stilistici e compositivi. Per Francesca Neri Antonello, architetto che da anni pratica il design ad alta quota, i contrasti sono una chiave interessante per costruire un interno che si confronta con i cliché del luogo, come il contrasto tra legno, pietra e cemento armato, che nel corso del tempo è stato assunto come materiale scelto dalle tradizionali tecniche costruttive engadinesi.
La ristrutturazione completa di una casa di famiglia
Il progetto dello chalet a Samedan, in Engadina, Svizzera, parte da questa riflessione. È una ristrutturazione completa di una casa di famiglia, un rifugio invernale e anche estivo, che costeggia il fiume, completamente immerso nella natura. Sviluppato su due piani più una mansarda, è caratterizzato da un layout articolato composto da camere riservate alla famiglia, bagni, skiroom e SPA attrezzata con sauna, bagno turco, doccia e area massaggi, una zona dedicata allo svago per i ragazzi, una super suite; al piano degli spazi comuni, cucina, soggiorno e uno studio nel mezzanino-mansarda che si affaccia sul living.
La doppia esposizione della zona pranzo si apre su grandi spazi outdoor pavimentati e attrezzati per le giornate miti che, a seconda della stagione, trasportano la casa in due diverse realtà: coperta di bianco in inverno e sommersa di verde in estate. Il contrasto e il mix di materiali sono la firma di Francesca Neri Antonello, che qui ha utilizzato legno locale di recupero, pietra, acciaio, ferro e cemento armato.
“Ho lavorato moltissimo sulla copertura, facendo un tetto strutturale ma anche molto decorativo all’interno, con travi di recupero di abete vecchio abbinate con altre in acciaio che sono la parte più ingegneristica del progetto”.
Come per l’acciaio, anche il cemento armato di pareti e soffitti è lasciato a vista: una dichiarazione netta di contemporaneità che, in contrapposizione con la storia dei materiali naturali di recupero, fa emergere il carattere eclettico e insolito del progetto.
“La ricerca sul legno è una parte molto importante. Abbiamo abbinato diversi tipi: il cirmolo lavorato in modo più contemporaneo, il larice che sulla porzione di pavimento del soggiorno sembra quasi un tappeto, diverse essenze di rovere. Una famiglia di legni accostati al ferro e all’acciaio, che corrono in tutti gli spazi, e alla pietra di Luserna dai riflessi paglierini, un materiale naturale ma freddo inserito nella cucina e alla base del camino, appoggiato a uno zoccolo-panca rivestito in pietra come il pavimento”.
Un gioco di materiali contrastanti che insieme creano una elegante armonia.
“È stato un progetto sfidante sotto molti aspetti, ma fa respirare la tipica atmosfera alpina grazie a elementi imprescindibili: il legno sicuramente, il camino e poi un rapporto con l’esterno interessante dato, anche vista la posizione privilegiata, da grandi infissi dai quali si osserva il freddo, ma stando al caldo. Si ha così la sensazione di essere fuori quando in realtà si è dentro”.
Il ruolo della luce
La luce riveste un ruolo fondamentale per stemperare o accentuare materiali e volumi. Come il gioco di luci e ombre generate dalle lamelle della ringhiera di ferro del mezzanino orientate in modo sempre differente; o, ancora, i riflessi sul soffitto che rendono morbido il cemento armato; o l’illuminazione naturale filtrata da pesanti tende di lino che si armonizzano con le nuance degli arredi.
Un arredamento quasi completamente custom made
Anche l’arredamento è quasi completamente custom made, realizzato attraverso il gioco di contrasti: la particolare consolle in legno e ferro disegnata su misura per lo spazio di transizione tra l’ingresso e il vano scala, la cucina-salotto con mobili che affiancano legno di larice bio e pietra nero assoluto, la lampada che utilizza un vecchio tronco. Tutti elementi che fanno di questo chalet a Samedan una capanna contemporanea aperta sul bosco e sul fiume poco lontano, presenze in continuo movimento, mentre all’interno domina la quiete. Una dimora alpina essenziale, nella quale legno, pietra, materiali moderni e luce fondono memoria e attualità in un raffinato minimalismo.
Testo di Laura Arrighi
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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