“Everybody Talks About the Weather” è una mostra di ricerca ideata dal curatore Dieter Roelstraete e presentata da Fondazione Prada a Venezia, negli spazi del palazzo storico di Ca’ Corner della Regina, dal 20 maggio al 26 novembre 2023. L’anteprima stampa si terrà mercoledì 17 e venerdì 19 maggio 2023.
“Everybody Talks About the Weather” esplora i significati del tempo meteorologico nell’arte visiva, prendendo le condizioni atmosferiche come punto di partenza per esaminare l’emergenza climatica in corso. Più di cinquanta opere di artisti contemporanei e una selezione complementare di lavori storici tracciano i vari modi in cui il clima e il tempo hanno plasmato le nostre identità culturali e come l’umanità ha affrontato la nostra esposizione quotidiana agli eventi meteorologici. L’allestimento progettato dallo studio newyorkese 2×4 intreccerà la dimensione artistica del progetto a una serie di approfondimenti scientifici sviluppati in collaborazione con il New Institute Centre For Environmental Humanities (NICHE) dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Il tempo e il clima sono normalmente l’argomento di due discipline scientifiche distinte: la meteorologia e la climatologia. Al contrario questa mostra stabilisce volutamente un’equazione empirica tra i due oggetti di studio utilizzando la doppia lente dell’arte visiva e della scienza. L’obiettivo è mettere a fuoco la crisi climatica e il suo innegabile impatto sulla nostra vita quotidiana attraverso l’evocazione, la descrizione e l’analisi dei fenomeni meteorologici. Il tempo, e quindi il clima, è infatti un tema unificante e globale: accomuna le azioni e i destini di tutte le donne e gli uomini che abitano il mondo a ogni latitudine e longitudine. ‘Parlare del tempo’ significa, in ultima analisi, parlare e avere cura del futuro dell’intera umanità.
Dopo le mostre “Human Brains: It Begins with an Idea”, presentata a Venezia nel 2022, e “Cere anatomiche: La Specola di Firenze | David Cronenberg”, attualmente in corso a Milano, questo progetto rappresenta un ulteriore tentativo di affrontare ampie sfide culturali con gli strumenti integrati della scienza e della creazione artistica: dall’evoluzione dello studio del pensiero umano al cambiamento dei significati dei corpi nelle nostre società, fino all’incombente crisi climatica. Attraverso queste attività Fondazione Prada intende diffondere nuove conoscenze e condividere con un vasto pubblico gli ultimi risultati della ricerca accademica e scientifica. Inoltre punta a creare connessioni tra contesti culturali distanti, individuare nuovi percorsi di studio e contribuire così ad ampliare la prospettiva con cui esaminiamo le tendenze culturali del nostro presente e futuro. Il titolo della mostra deriva dallo slogan “Alle reden vom Wetter. Wir nicht” (Tutti parlano del tempo. Noi no), riprodotto in un manifesto creato nel 1968 dalla Sozialistischer Deutscher Studentenbund (Unione Studentesca Socialista Tedesca) e raffigurante Karl Marx, Friedrich
Engels e Vladimir Lenin. Nel 2019 l’artista tedesca Anne-Christine Klarmann ha ideato una nuova versione del poster ritraendo Judith Ellens, Carola Rackete e Greta Thunberg e modificando lo slogan originale in: “Alle reden vom Wetter. Wir auch” (Tutti parlano del tempo. Anche noi). Come sottolineato da Dieter Roelstraete, “il messaggio trasmesso dall’Unione Studentesca Socialista Tedesca era chiaro: mentre gli altri partiti politici erano occupati in chiacchiere inutili ‘sul tempo’, i socialisti, e la sinistra più in generale, si impegnavano ad affrontare i temi e le questioni che contavano davvero per la maggioranza degli uomini e delle donne.
Il ‘tempo’, in breve, era l’ultima cosa di cui un vero spirito progressista doveva essere sorpreso a parlare. A distanza di cinquant’anni, è difficile immaginare uno slogan politicamente suicida come questo perché ‘il tempo’ è semplicemente il fatto più importante della vita di cui tutti parlano già o di cui dovrebbero parlare. ‘Tutti parlano del tempo’ – o tutti dovrebbero parlare del tempo – per la semplice ragione che l’attuale crisi climatica potrebbe essere la più grande minaccia esistenziale che l’umanità abbia mai dovuto affrontare nei suoi 100mila anni di storia – e come tale è sulla buona strada per diventare l’unica cosa di cui si parla ancora. Tuttavia il cambiamento climatico rimane un argomento stranamente assente nell’ampio spettro delle questioni che attirano l’attenzione del mondo dell’arte mainstream”.
Roelstraete segue le riflessioni dello scrittore e antropologo indiano Amitav Ghosh che, nel suo libro del 2016 La grande cecità. Il cambiamento climatico e l’impensabile (The Great Derangement: Climate Change and the Unthinkable), ha descritto l’incapacità della cultura contemporanea di affrontare adeguatamente la minaccia del cambiamento climatico come fonte legittima per realizzare contenuti di alto profilo da una prospettiva letteraria. Quella che Ghosh ha definito la “grande cecità” del mondo culturale è probabilmente dovuta alla dimensione enorme e complessa che ha assunto l’attuale crisi climatica, un argomento troppo vasto e paralizzante per gli autori e gli artisti contemporanei.
Come spiega Roelstraete, “potrebbe essere giusto e saggio continuare a parlare del tempo piuttosto che del clima, ma bisogna farlo in modo più riflessivo – e questo progetto espositivo propone di mettere in campo una visione ‘meteorologica’ dell’arte come un modo storicamente affidabile e concettualmente ricco di affrontare l’’impensabile’, e possibilmente aiutare a spianare una via d’uscita dal nostro attuale paradosso”.
“Everybody Talks About the Weather”si svilupperà su due livelli, il piano terra e il primo piano di Ca’ Corner della Regina, intrecciando le due dimensioni della ricerca, quella artistica e quella scientifica. La mostra inizierà con un grande ledwall che trasmetterà in loop le previsioni del tempo estratte da media tradizionali e online di tutto il mondo. Le sale del palazzo veneziano ospiteranno opere d’arte storiche e contemporanee che rivelano la costante attenzione degli artisti nel “parlare del tempo”, dai dipinti allegorici e le pitture en plein air alle recenti installazioni multimediali e all’attivismo transnazionale.
Una selezione delle opere in mostra sarà accostata a testi e informazioni grafiche che includono brevi introduzioni agli artisti e ai loro lavori associate a grafici, immagini e dati scientifici. Questa seconda lettura alternativa offre una visione approfondita dei fenomeni fisici e dei processi ambientali evocati o esplicitamente affrontati dagli artisti e relativi a diversi periodi della storia umana (dalla piccola era glaciale dal XVI al XIX secolo al futuro di Venezia alla fine del XXI secolo) e ad aree geografiche e culture lontane (dalla desertificazione e l’espansione del Sahara all’impatto del ritiro dei ghiacci artici sulla vita degli Inuit).
Opere pittoriche e stampe di maestri come Gustave Courbet, Katsushika Hokusai, Plinio Nomellini e Carlo Francesco Nuvolone, condivideranno lo stesso spazio espositivo con opere recenti e nuove commissioni di artisti come Giorgio Andreotta Calò, Theaster Gates e Beate Geissler & Oliver Sann, stabilendo una continuità ideale tra passato, presente e futuro o, al contrario, innescando un cortocircuito tra visioni opposte e nozioni discordanti. I diaristici e colorati disegni a matita dell’artista Inuit Shuvinai Ashoona saranno accostati a una foto del pioniere dell’arte concettuale il tedesco Hans Haacke. Attraverso le loro descrizioni aneddotiche del fenomeno dell’evaporazione, entrambi gli artisti, a distanza di quarant’anni, anticipano o affrontano apertamente l’emergenza del riscaldamento globale.
Le nuvole rappresentano un tema a lungo esplorato nella storia dell’arte occidentale. Artisti contemporanei come Iñigo Manglano-Ovalle e Chantal Peñalosa trasformano questo soggetto di pura contemplazione estetica o di struggimento romantico in un’entità densa di significato politico. Jitish Kallat, con i suoi Rain Studies, interagisce con invisibili e silenziosi processi naturali, mentre Pae White imita la natura effimera dei fenomeni atmosferici introducendo elementi di mistero e meraviglia. Il pittore keniota Richard Onyango e l’artista haitiana Alix Oge creano due variazioni sull’immagine archetipica del Diluvio su una scala diversa, due potenti rappresentazioni della forza incontrollabile e spaventosa della natura.
Pieter Vermeersch esporrà in questa mostra due lavori: al primo piano, una nuova opera che incorpora un elemento geologico e, al piano terra, un’installazione che integra otto repliche di capolavori storici di Giorgione, Pieter Brueghel, Hendrick Avercamp, Nicolas Poussin, John Constable, Caspar David Friedrich, William Turner e Claude Monet. Questi dipinti evidenziano come si è evoluto il modo in cui i cambiamenti metereologici hanno influito sulla storia dell’arte. Anche una serie di opere di Jason Dodge sarà esposta in entrambi i piani della mostra. Per Above the Weather, Dodge invita le artigiane e gli artigiani di tutto il mondo a “tessere un filo del colore della notte e della lunghezza pari all’altezza dalla terra al di sopra del tempo”. La sua seconda opera in mostra è composta in parte da api morte di provenienza etica e affronta il tema della possibile estinzione di questi insetti e dell’impatto che questo fenomeno avrebbe sul nostro ecosistema.
Solitamente descritto come un gruppo di artisti, operatori dei media, curatori, ricercatori, editori e catalizzatori di processi culturali, Raqs Media Collective combina arte contemporanea, indagine storica, speculazione, ricerca e teoria filosofica. Per “Everybody Talks About the Weather” presenteranno Deep Breath, un film subacqueo che documenta tre sommozzatori alla ricerca di un frammento di un antico aforisma greco relativo ai pericoli dell’oblio – più precisamente, la forma più elementare e mortale di amnesia, il cosidetto “oblio dell’aria”. Questa opera evoca anche la condizione catastrofica della loro città natale, Delhi, la capitale più inquinata del mondo.
Una serie di “stazioni di ricerca” riunirà più di cinquecento libri, pubblicazioni scientifiche e articoli, oltre a una selezione di materiali video e interviste con studiosi e attivisti. Questi materiali permetteranno al pubblico di consultare liberamente le varie fonti bibliografiche della vasta ricerca alla base di questo progetto e di approfondire le questioni scientifiche e culturali affrontate dalla mostra. “Everybody Talks About the Weather” sarà completata da un programma d’incontri della durata di tre giorni che si svolgeranno a ottobre 2023. Sei conferenze di scienziati, autori e studiosi internazionali approfondiranno i temi esplorati nella mostra inserendoli in una prospettiva ancora più ampia.
Un libro pubblicato dalla Fondazione Prada accompagnerà la mostra. Includerà un’introduzione di Miuccia Prada, Presidente di Fondazione Prada; un saggio del curatore della mostra Dieter Roelstraete; un’intervista di Roelstraete ad Amitav Ghosh; una timeline concepita da Geissler & Sann; diciotto brevi saggi dell’autore, editor e curatore Giovanni Aloi, della storica e critica d’arte contemporanea Cristina Baldacci, dell’editor e curatore Shumon Basar, del curatore di Climate Change Soren Brothers, della studiosa di arte visiva e media Giuliana Bruno, della storica della moda Amber Jane Butchart, dello storico dell’architettura Barnabas Calder, dell’architetto e curatore Pippo Ciorra, dell’attivista Selina Neirok Leem, della curatrice Cornelia Mattiacci, del linguista Andrea Moro, del meteorologo Luca Mercalli, della curatrice e critica d’arte Lucia Pietroiusti, del direttore creativo, scrittore e docente Michael Rock, dello scienziato Björn Stevens, dell’ecofemminista e attivista per il clima Jennifer Uchendu, della giornalista ambientale Gaia Vince e dell’attivista Giff Johnson; e una raccolta di poesie dell’artista, autrice e attivista Cecilia Vicuña. Il libro contiene anche la bibliografia fondamentale sulle dinamiche climatiche, composta da quasi cinquecento testi accompagnati da mappe, diagrammi e altre rappresentazioni grafiche. fondazioneprada.org
Lista completa degli artisti in mostra
Sophia Al-Maria, Giorgio Andreotta Calò, Shunivai Ashoona, Anonimo veneto, Ursula Biemann, Nina Canell, Vija Celmins, Paolo Cirio, Gustave Courbet, Vittore Grubicy de Dragon, Jason Dodge, Ayan Farah, Theaster Gates, Beate Geissler & Oliver Sann, Antony Gormley, Hans Haacke, Ichoryusai Hiroshige, Katsushika Hokusai, Jitish Kallat, Anne- Christine Klarmann, Zdeněk Košek, Goshka Macuga, Iñigo Manglano-Ovalle, Santu Mofokeng, Plinio Nomellini, Carlo Francesco Nuvolone, Alix Oge, Richard Onyango, Chantal Peñalosa, Dan Peterman, Nick Raffel, Raqs Media Collective, Gerhard Richter, Thomas Ruff, Tiffany Sia, Himali Singh Soin, Vivian Suter, Fredrik Vaerslev, Pieter Vermeersch, Pae White, Tsutomu Yamamoto, Yang Yongliang.