Dino Zoli Textile e Fondazione Dino Zoli promuovono l’esposizione Trame esplorative: un viaggio attraverso l’arazzo, curata da Nadia Stefanel, direttrice della Fondazione Dino Zoli, una importante occasione per sottolineare come questa arte tessile, tradizionalmente vista solo da un punto di vista decorativo, sia diventata nel tempo una forma espressiva innovativa e plurale, che ha saputo intrecciare storie, culture e tecniche.

A Diosa 2019 arazzo lana di pecora sarda Studio Pratha 170×239 cm. Courtesy Studio Pratha

Monica Zoli, vicepresidente Dino Zoli Group, dichiara: «Parole come filo, trama, ordito, intrecci, tessuto sono utilizzate spesso per evocare suggestioni di percorsi, idee, relazioni, convivenze e collegamenti. Una tecnica antica che incontra attraverso l’arte la contemporaneità, e insieme, danno vita a rappresentazioni di emozioni.»

Ballerina su disegno di Gino Severini 1977 arazzo 198 x 143 cm. Courtesy Galleria Alessandro Casciaro Bolzano

In linea con la filosofia di Dino Zoli Textile, azienda capostipite di Dino Zoli Group che produce tessuti per il rivestimento di mobili imbottiti. Dal 1972, Dino Zoli Textile ricerca, studia, progetta e realizza tessuti d’eccellenza per diversi settori, tra cui Interior Design, Contract, Nautica e Hotellerie, collaborando in stretta sinergia con architetti e designer per offrire anche soluzioni personalizzate e completamente su misura.

Carpet 62 None of us is perfect Loredana Longo 2023 bruciature su tappeto 184 × 265 cm. Courtesy Galleria FPAC Francesco Pantaleone Palermo

I tessuti

I tessuti – jacquard, ciniglie, velluti, ignifughi, leather look, stampe e trapuntati – indoor e outdoor, sono realizzati sia con materiali 100% naturali sia con fibre innovative con un forte impegno verso l’utilizzo di fibre riciclate. L’ampia gamma, completamente ideata e sviluppata internamente, è caratterizzata dall’attenzione ai dettagli in termini di qualità, estetica e funzionalità dei prodotti, esportati in oltre 60 Paesi.

Fondazione Dino Zoli
Europa da un disegno di Nathalie Du Pasquier Atelier Elio Palmisano Italia 1989 tappeto annodato 300 x 200 cm. Galleria Moshe Tabibnia Milano

La mostra

Nadia Stefanel, curatrice della mostra, scrive: «L’arazzo, come linguaggio visivo contemporaneo, ci racconta di sperimentazioni e innovazioni tessili, di collaborazioni tra artisti e artigiani, tra tradizione ed esperimenti moderni, in dialogo con le tendenze artistiche contemporanee (in primo luogo l’astrattismo) e il design industriale. Un percorso di ricerca che attraversa l’Italia dalla Lombardia (Arazzeria di Esino Lario e Arazzeria di Elio Palmisano) all’Abruzzo (Arazzeria Pennese), fino alla Sardegna (Studio Pratha), con alcune incursioni europee (Ateliers Pinton), proponendo un momento di riflessione su identità e tradizione.»

Fondazione Dino Zoli
Focus da un disegno di Luigi Veronesi Ca. 1976 tarsia in tessuto Atelier Elio Palmisano 150×100 cm. Courtesy Galleria Moshe Tabibnia

Il viaggio attraverso le arazzerie rappresenta un’opportunità unica per comprendere come l’arte e l’artigianato si uniscano in un processo creativo collaborativo, capace di coinvolgere alcuni dei più importanti maestri del secondo Novecento come Sonia Delaunay, Gino Severini, Alexander Calder, Afro e Piero Dorazio, la designer Nathalie du Pasquier o stilisti come Antonio Marras e artisti contemporanei come Omar Galliani, Maurizio Donzelli, Stefano Arienti, Loredana Longo e Sissi, che si sono avvicinati all’arazzo come forma espressiva.

Fondazione Dino Zoli
Geografie umane Armida Gandini 2024 installazione site specific di tappeti ritagliati e sovrapposti dimensioni variabili. Courtesy The Artist

La mostra si conclude

La mostra si conclude con l’arazzo Metapolis, realizzato da Francesca Müller che unisce la complessità artigianale della tessitura con grafiche ispirate dall’intelligenza artificiale. Un viaggio in Italia che non solo celebra le tecniche di lavorazione del tessuto, ma invita anche a riconsiderare un’eredità culturale ricca e variegata, testimone di una tradizione che continua a evolversi e rinnovarsi nel tempo, favorendo connessioni profonde tra artista e pubblico.

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Mes oignons Alexander Calder 1971 217 x 153 cm firmato Calder Ateliers Pinton Francia. Courtesy Galleria Antonio Verolino Modena

Con il patrocinio di Comune di Forlì e Confindustria Romagna, la mostra è visitabile con ingresso libero dal 26 ottobre al 16 marzo 2025 presso la sede della Fondazione Dino Zoli a Forlì (V.le Bologna 288). Artisti in mostra: Afro, Stefano Arienti, Niki Berlinguer, Eros Bonamini, Alexander Calder, Sonia Delaunay, Maurizio Donzelli, Piero Dorazio, Gianni Dova, Nathalie Du Pasquier, Elena El Asmar, Omar Galliani, Armida Gandini, Fabio Iemmi, Riccardo Licata, Loredana Longo, Antonio Marras, Francesca Müller, Mauro Reggiani, Remo Salvadori, Gino Severini, Sissi, Guerrino Tramonti, Luigi Veronesi.

Prestatori: Archivio Omar Galliani, Reggio Emilia. Atelier Antonio Marras, Milano; Alessandro Casciaro Art Gallery, Bolzano. Galleria Moshe Tabibnia, Milano. Galleria Antonio Verolino, Modena. Museo Guerrino Tramonti, Faenza. Archivio Eros Bonamini, Verona. Studio Pratha, Sarule; Studio Francesca Müller, Amsterdam; Galleria FPAC Francesco Pantaleone, Palermo. fondazionedinozoli.com

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