La Fondazione Coppola è lieta di presentare STANZE, la mostra di Flavio De Marco (Lecce, 1975) e Matthias Weischer (Elte, Germania, 1973), in programma dal 6 maggio al 30 luglio negli spazi del Torrione di Porta Castello, accompagnata da un testo critico di Davide Ferri.

Il progetto, che include circa trenta dipinti, è innanzitutto una possibilità di approfondimento del lavoro di due artisti emblematici nel panorama della pittura internazionale: Weischer, noto in Italia per la sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 2005, è infatti, assieme a Neo Rauch e a David Schnell, uno dei rappresentantidi spicco della Nuova scuola di Lipsia, che ha rappresentato, a cavallo tra anni Novanta e Duemila e dopo la caduta del Muro di Berlino, un momento di profondo rinnovamento della figurazione internazionale; De Marco ha sviluppato nell’arco di più di vent’anni una incessante ricerca e riflessione sullo schermo come paesaggio in pittura, e ha tenuto mostre personali in musei e fondazioni italiane e internazionali come la Estorick Collection di Londra, la Collezione Maramotti, la Künstlerhaus Bethanien di Berlino, la Galleria Nazionale di Roma e il Palazzo dei Diamanti di Ferrara.

STANZE è soprattutto un dialogo e un confronto tra le poetiche dei due artisti che si articola lungo i cinque piani del Torrione attorno a un nucleo centrale: la spazialità del dipinto, che si traduce in rappresentazione di interni – stanze, appunto – a cui corrispondono veri e propri paesaggi interiori.

Le opere di Weischer, in particolare, si concentrano su spazi e ambienti disabitati, enigmatici, sospesi tra un prima e un dopo, tra la scomparsa e la silenziosa attesa della presenza umana e di un accadimento. Le stanze dipinte dall’artista sono così ambienti semivuoti, temporaneamente abbandonati, spogliati di elementi di realtà, luoghi in cui il senso di attesa si amplifica attraverso l’introduzione di altri spazi all’interno degli ambienti, quadri e specchi (dunque immagini nelle immagini) frequentemente appesi sulle pareti delle stanze. I lavori di Weischer, inoltre, sono partiture in cui lo spazio si definisce attraverso un lungo processo di stratificazione, che dona al dipinto una vibrante presenza materiale, come una pelle sensibile che è anche, inevitabilmente, una dimensione del tempo.

Flavio De Marco e Matthias Weischer

Nei lavori di Flavio De Marco una nota di virtualità permea la rappresentazione del paesaggio e delle stanze: come in molti suoi lavori del passato, gli schermi di smartphone e PC sono la finestra dalla quale indagare l’epoca contemporanea. Così, nell’ultima serie di lavori, l’artista sembra dar vita a immagini che, a partire da una spinta verso il quadro di genere (natura morta e paesaggio), esplorano la possibilità di una nuova forma di spazialità: rappresentazione non coerente e non organica, ma piuttosto composita, frammentata, con continue aperture/chiusure e rifrazioni che fanno saltare i confini tra spazio reale e virtuale, sospendendo le immagini (e le stanze) in una sorta di indefinizione perpetua. Contrariamente a quello che accede nei lavori di Weischer, inoltre, in alcuni ambienti dipinti da De Marco può apparire la figura: presenza fragile, corpo assorto e impenetrabile, in balìa di diverse dimensioni del tempo e dello spazio.

Flavio De Marco e Matthias Weischer

Il Torrione di Porta Castello si riavvicina così alla sua originale natura di casa, articolata nelle stanze edificate da Flavio De Marco e Matthias Weischer restituendo al visitatore l’impressione di muoversi in un’abitazione stratificata, in cui è possibile riconoscere la tensione di un futuro già presente, radicato in un intimo passato: un continuo rimando alla ricerca dell’addomesticare lo spazio. La mostra è accompagnata da attività rivolte al pubblico che verranno comunicate sui canali social della Fondazione e tramite newsletter. flaviodemarco.com