Nelle vicinanze della sponda veneta del Lago di Garda, Fabio Pasqualini, architetto paesaggista, ha plasmato un giardino che si svela progressivamente. Un approccio dinamico alla creazione di uno spazio verde strutturato e composito ha trovato la sua espressione nel cuore delle colline moreniche del Lago di Garda, attraverso la mano sicura di Fabio Pasqualini. L’architetto, con studio a Verona e attivo nel campo del verde pubblico e privato su larga scala, oltre che in quello delle sistemazioni paesaggistiche in parchi naturali, ha plasmato un giardino che si svela gradualmente, integrando la ricerca di effetti scenici con un design coerente e contemporaneo.

Estesa su una superficie di oltre un ettaro precedentemente adibita a frutteto, quest’area è oggi intensamente vissuta da una giovane coppia con bimbi piccoli e consente loro di ospitare amici, giocare e divertirsi, fare sport e trovare angoli riservati in cui assaporare momenti di relax. La filosofia del suo design si fonda sull’armonia tra architettura, intesa come progetto dello spazio, e natura, di cui abbraccia una visione spontanea e organica e che asseconda e amplifica le linee e gli assi prospettici. La composizione del giardino si svela come le pagine di un libro mentre i visitatori lo attraversano o percorrono un sinuoso anello perimetrale pedonale che lo cinge, tra alberi interessanti in più stagioni e studiate composizioni di arbusti ed erbacee che diventano protagoniste in un momento dell’anno per poi cedere la scena ad altre il periodo successivo, in sequenze di ritmi e contrappunti, con cambi di palette cromatiche che possono avvicinare o retrocedere ciò che si sta guardando.

L’anello funge anche da elemento di connessione che abbraccia l’intera composizione paesaggistica sottolineando la coesione del progetto, consentendo anche di immergersi completamente nell’atmosfera del giardino. Lungo il percorso la differente profondità delle bordure e delle aiuole su entrambi i lati e la diversa altezza delle piante aprono o chiudono le visuali, ne modificano la prospettiva e sfruttano al massimo l’effetto hide & reveal per generare curiosità, soprattutto per ciò che si trova dalla parte opposta, piccoli boschetti di alberi e i grandi protagonisti delle parti centrali del giardino.

Qui in una quinta a forma di spicchio di luna trovano posto palme, agavi e Phormium e altre piante che ricordano luoghi esotici, pur essendo specie ormai ben acclimatate e che in questo luogo godono di un’esposizione adeguata. Poco oltre si iniziano a vedere due piccole colline di forma organica con erbacee e graminacee a fioritura estiva in colori che vanno dal rosa al bianco, dal lilla al cremisi con il verde glauco dei fogliami a fare da sottofondo per far risaltare i colori dei fiori. Questi movimenti di terra richiamano il panorama ondulato poco distante, che non solo può essere ammirato, soprattutto durante le particolari condizioni di luce delicata e diffusa delle golden hour, quando anche tutto il giardino beneficia di una nota romantica che ne ammorbidisce le forme, ma che appunto viene coinvolto attivamente e integrato nel progetto.

Una vista verso il portale, contrassegnato da Liriodendron tulipifera, tra le partizioni del giardino. Foto di Erica Bovo.

Le colline sono separate da una sorta di portale, di contrassegnato da Liriodendron tulipifera, che dà accesso alla loro parte posteriore dove si nasconde un giardino segreto, un piccolo cerchio di prato ricavato all’interno di una collinetta, dove godere di un’esperienza più intima, orientata alla scoperta e contemplazione. La tensione narrativa sfocia poi in un lago secco, un sunken e gravel garden circoscritto da graminacee a fioritura tardo estiva e autunnale e costituito da massi di dimensione diversa che sembrano essere emersi dalla terra, “come casuale emersione del conoide dell’ultima glaciazione”, spiega l’architetto. Nel giardino si avverte una ricerca consapevole di equilibrio tra creatività e ordine e di un’esperienza dinamica, con la vegetazione che scandisce il ritmo del progetto e contribuisce alla narrazione visiva.

 

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