“La sera (…) disegnavo la meravigliosa, bellissima architettura di Roma di notte, che mi piaceva di più di quella alla luce del giorno. Le passeggiate notturne sono il più meraviglioso ricordo che ho di Roma”, scriveva Maurits Cornelis Escher per omaggiare la bellezza della città in cui visse per 12 anni.
A cento anni dalla sua prima visita nel 1923 l’artista olandese torna nella Città Eterna con una grande esposizione dal 31 ottobre 2023 al primo aprile 2024. Le sale di Palazzo Bonaparte, il gioiello architettonico, testimone di oltre duecento anni di storia, che affaccia su Piazza Venezia e Via del Corso, ospitano, infatti, una mostra antologica, realizzata da Arthemisia, con la collaborazione di M.C. Escher Foundation.
L’esposizione si propone come la più grande e completa che gli sia mai stata dedicata, con oltre 300 opere di cui numerose inedite e mai esposte prima. Grafico e artista geniale, amato in tutto il mondo, ha dato forma ai paradossi della logica e della geometria, ha ‘giocato’ con l’architettura e la prospettiva, ha rappresentato spazi impossibili, ha sfidato l’assurdo, l’infinito e l’infinitesimale.
Le sue opere più famose sono sicuramente il corollario visivo più appropriato per i corridoi delle facoltà di matematica. Ma forse non tutti conoscono gli innumerevoli e magnifici paesaggi che il tratto del suo raffinatissimo disegno ha restituito.
In particolare all’Italia e al paesaggio italiano è dedicata una importante sezione della mostra. Infatti, al termine degli studi di arti grafiche ha viaggiato a lungo in Italia, dove ha soggiornato stabilmente dal 1923 fino al 1935.
In questi 12 anni ha vissuto a Roma con la moglie Jetta Umiker, conosciuta proprio in Italia; e anno dopo anno ha continuato a intraprendere numerosi altri viaggi alla ricerca degli splendidi paesaggi mediterranei di Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Puglia e Molise.
Le altre sezioni della mostra raccontano rispettivamente degli Inizi, influenzati dall’Art Nouveau, descrivono le Tassellature e le Metamorfosi, come tratto distintivo della sua arte, analizzano l’attrazione per la Struttura dello Spazio e il suo gusto per i Paradossi Geometrici, a prima vista perfettamente plausibili. Il percorso espositivo è arricchito da una ricostruzione dello studio dell’artista con gli strumenti originali, compreso il cavalletto portatile che portò con sé nei suoi viaggi per l’Italia. mostrepalazzobonaparte.it
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