La brughiera è un paesaggio dal fascino aspro, che richiede un certo occhio e qualche lettura per essere apprezzato. L’hanno descritta le sorelle Brontë, Daphne du Maurier, Thomas Hardy, Conan Doyle, in storie complesse dai personaggi memorabili. La vediamo tingersi di rosa in un film bellissimo e dimenticato: Il giardino segreto, di Agnieska Holland del 1993.
Quel rosa è di Calluna vulgaris, che fiorisce in piena estate e di cui sui social vanno pazzi: non si contano le fotografie delle Highlands che diventano un arazzo di colori rosa e malvacei.
Le due artefici del rosa delle brughiere sono Erica e Calluna, spesso confuse tra loro per l’aspetto simile. In realtà queste due piante presentano differenze sostanziali che vanno dal portamento alla fioritura, fino ai colori e alle tecniche di coltivazione.
Erica e Calluna
Calluna è una e unica: Calluna vulgaris, detta anche brugo, da cui il nome brughiera. Fiorisce in estate fino all’autunno, mentre nel genere Erica esistono circa un migliaio di specie, anche se le più diffuse sono Erica carnea ed Erica arborea. In generale le eriche fioriscono in inverno e hanno un fiore un po’ più pesante e grossolano, sono sicuramente meno eleganti di Calluna, ma sono anche meno schizzinose e, se trovano il posticino adatto, diventano anche dei piccoli alberi.
Richiede un terreno davvero acido, Calluna, oltre a clima fresco e irraggiamento moderato, tanto che nei vivai italiani viene venduta come annuale, sebbene sia perenne, come Erica.
Calluna, caratteristiche
C. vulgaris ha piccole dimensioni e forma cespugli densi, bassi e compatti. Cresce spontanea su terreni acidi e ben drenati, tipici delle brughiere e delle lande del Nord Europa. Questa pianta presenta foglie minute, sempreverdi, disposte a squame lungo steli sottili. La sua struttura la rende particolarmente adatta come tappezzante, fornendo una copertura perenne al suolo. È facile immaginare di vedere sbucare da questo tappeto rosa un kelpie(*) sotto forma di cavallo nero.
Ne esistono varietà con fogliami variopinti, che toccano il giallo aranciato della nota cultivar ‘Wickwar Flame’.
Erica, caratteristiche
Il genere Erica comprende appunto numerose specie, tra cui Erica carnea ed Erica arborea, che vantano portamenti più variabili, da quello prostrato a quello arborescente. Le Erica possono crescere più alte di Calluna e assumere un aspetto meno compatto, quasi arioso. Le foglie di Erica sono più strette e filiformi rispetto a quelle di Calluna, simili ad aghi di pino, però sono più soffici e meno compatte. Entrambe portano i fiori su tutta la lunghezza del ramo.
La fioritura di Erica e Calluna
La differenza principale tra Erica e Calluna è il periodo di fioritura. Calluna vulgaris fiorisce in estate, da luglio a settembre, offrendo un vero spettacolo di piccoli fiori campanulati che ricoprono interamente i rami, dando vita a una distesa di colore che può variare dal rosa intenso al viola, fino al bianco. Molte varietà di Calluna sono state selezionate per avere fiori in una gamma di colori accesi, inclusi rossi e porpora. Tra le più vendute c’è la tipologia “bud bloomers”, che è stata selezionata per tenere i boccioli chiusi e mantenere il colore per mesi, allungando così il periodo di attrattiva.
Erica, invece, ha una fioritura che dipende fortemente dalla specie. Erica carnea, ad esempio, è tra le poche specie che fiorisce in inverno, da dicembre a marzo, dando ai mesi freddi un tocco di colore, proprio quando i fiori scarseggiano. Vedere le cime fiorite dell’erica bucare il manto nevoso, è un’emozione sconfinata. I fiori dell’erica sono di dimensioni maggiori rispetto a quelli di Calluna, e coprono un range di sfumature che va dal bianco al rosa, al rosso e al porpora, contrastando con il fogliame scuro.
Tecniche di coltivazione
Sia Calluna che Erica amano terreni acidi e ben drenati, Calluna necessita addirittura di un terreno privo di calcare (lime-free) e preferisce suoli torbosi, che tendono a trattenere l’umidità. Non va esposta in pieno sole, meglio la mezz’ombra o la luce filtrata. Avendo il terreno adatto in giardino, si può piantare in distese, come avviene in natura. Tuttavia queste condizioni sono estremamente rare e di solito Calluna viene piantata in vasi con terreno per acidofile che conviene senza dubbio acquistare, e che sia di buona qualità. La maggior parte delle volte fa la sua fioritura e poi rende l’anima alla Terra, morendo. Se invece resiste, si può rimuovere lo sfiorito per promuovere i nuovi getti (accade di rado, è bene partire aspettandosi delle perdite).
Anche Erica vuole un terreno acido e ben drenato, ma è una pianta leggermente più tollerante in termini di esposizione. Si adatta anche a posizioni appena più assolate, ma non al sole pieno. Non va assolutamente potata.
Attrattive per le api
Entrambe le piante offrono un contributo prezioso alla biodiversità dei giardini. Sono amate dalle api che vi che trovano una fonte abbondante di nettare, importantissimo in tarda estate. Da entrambe si produce un miele uniflorale, anche se si tratta di piccole produzioni rispetto a quelle del Nord Europa, poiché in Italia Erica e Calluna si trovano allo stato spontaneo in biomi praticamente estinti, quali la macchia mediterranea e il bosco secco di conifere.
Quale scegliere
Scegliere tra Erica e Calluna dipende soprattutto dalle condizioni pedologiche del giardino e dal periodo dell’anno in cui si desidera godere della loro fioritura. In Italia è difficile riuscire a inserirle in aiuola, a meno che non parliamo di zone davvero fredde o pedemontane. Meglio coltivarle in vaso per poter gestire le necessità di terriccio e illuminazione con una certa agevolezza.
(*) kelpie: spiriti mutaforma che si trovano nei fiumi e nei laghi delle Highlands. A volte prendono la forma di un cavallo nero per rapire le persone.
Lida Zitara
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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