È lo scultore Emanuele Giannelli il protagonista della cinquantaduesima edizione di Forme nel Verde, la rassegna ideata nel 1971 da Mario Guidotti che si tiene tutti gli anni a San Quirico d’Orcia e a Bagno Vignoni in Val D’Orcia, uno degli scenari naturalistici più belli al mondo e Patrimonio mondiale Unesco.
Per Emanuele Giannelli, artista toscano apprezzato in tutto il mondo, è un anno particolarmente impegnativo, dopo i successi di Firenze, con Mr. Arbitrium e i Sospesi alla Basilica di san Lorenzo, Siena, con la grande mostra diffusa nel centro storico e ai Magazzini del Sale e Leopoli, in Ucraina, con un progetto speciale dove, dal 28 giugno al 15 ottobre, è installato a fianco del Grande Teatro dell’Opera il gigante Mr. Arbitrium quale simbolo di forza e resilienza in supporto del popolo ucraino e contro la guerra.
A cura di Carlo Pizzichini, Arbitrium è anche il titolo della mostra di San Quirico, immaginata prima che le autorità ucraine definissero i tempi dell’installazione a Leopoli (Lviv), che il curatore e l’artista hanno deciso di mantenere per dare maggiore forza alla missione pacifica del gigante di Giannelli, ma anche per accogliere due versioni più piccole di Mr. Arbitrium, realizzate apposta per San Quirico e installate una di fronte all’altra davanti alla splendida Collegiata. Come in un gioco di specchi i due Mr. Arbitrium intensificano e moltiplicano il loro stesso movimento e creano una suggestione quasi immaginaria che lascia all’osservatore una sensazione di bellezza e di forza.
Continuando nel percorso delle opere all’aperto il primo passaggio è negli Horti Leonini, il giardino del centro storico di San Quirico realizzato da Diomede Leoni e, si sussurra, progettato da Michelangelo, ipotesi possibile considerando come il Leoni fosse amico e testamentario di Michelangelo. In questo spazio, inserite nell’architettura perfetta del giardino caratterizzato da siepi geometriche che formano un camminamento ideale, sono state installate al centro e in semicerchio sei sculture monumentali di Mr. Kiribati, gli uomini “seriali” di Giannelli, coloro che portano più di altri nell’immaginario dell’artista quella sorta di “marchio di fabbrica” che li rende uguali, ma non in un senso civile e democratico, uguali nell’alienazione di una società contemporanea che tende ad omologare le persone cancellandone l’unicità e, dunque, la preziosità dell’essere.
Sempre negli Horti Leonini si prosegue nel percorso della mostra con il Cacciatore di batteri, un’altra delle figure di Giannelli che vede l’uomo ancorato all’emergenza del vivere contemporaneo. Addossati al muro di cinta degli Horti Leonini si trovano, installati come in una sorta di osservatorio speciale del mondo virtuale – lo spazio in cui Giannelli inserisce la sua ricerca sull’uomo contemporaneo – tre esemplari di Korf e un esemplare di Bipede, un concetto nato nel 2009 e un’opera essenziale nella storia di Giannelli che con quest’opera aveva aperto il grande capitolo, che prosegue ancora oggi, dell’uomo al tempo della tecnica.
Giannelli, che si interroga su come una civiltà dall’altissima competenza tecnica e dalla bassissima umanità stia andando incontro verso un processo di autodistruzione. In tutto questo non è difficile pensare come queste figure di Giannelli già fossero coerenti con la minaccia – o il supporto, non si sa – dell’intelligenza artificiale che plasmerà – come? – il mondo. Nella sede principale di Forme nel verde, il giardino di Diomede Leoni, che quest’anno ospita le figure di Emanuele Giannelli, si incontrano anche Waiting for play due mezzibusti armati che si interfacciano minacciandosi l’un l’altro, quest’opera nasce dall’osservazione delle dinamiche dei videogiochi, nei quali la violenza è l’elemento trainante. Waiting for play (in attesa di giocare, nel linguaggio dei videogiochi) prende vita dopo la visione di un famoso videogame per ragazzi, da questo l’artista si è interrogato sull’effetto della brutalità assoluta proposta come divertimento, e qui rappresentata dai due fighters.
Accanto alla Collegiata si incontra il gruppo scultoreo con quattro esemplari di Stati d’allerta, un lavoro che parla dell’altro, del diverso e della paura. Le figure, soggetti a metà tra umani e macchine, non hanno possibilità di vedere con i loro occhi e nel ritrovarsi si relazionano tra loro attraverso l’olfatto. Per quanto sfiori uno scenario post apocalittico, guardata nella sua profondità, quest’opera parla di diversità e di come sia necessario incontrare “quell’altro”. In una civiltà come la nostra che ha la fortuna di fondarsi sulla mescolanza dei mondi e dei modi di vedere il mondo, evitare l’incontro sarebbe una perdita irreparabile.
Le opere all’aperto proseguono in uno spazio meraviglioso, la vasca termale del centro storico di Bagno Vignoni, a pochi chilometri da San Quirico, qui sul muro al fondo della bellissima vasca, Giannelli ha inserito un’installazione di diciotto Monkey, le scimmie-selfie o munite di oggetti tecnologici giusto a scimmiottare gli atteggiamenti umani in una visione che può sembrare ironica, farsesca o irriverente, ma non lo è affatto. Il loro beffarsi dell’osservatore imitando i gesti ormai più consueti come l’utilizzo dello smartphone, con la maniacalità di riprendere sé stessi continuamente o di “celebrare” attraverso le foto ogni momento della propria giornata, mette in guardia dal rischio di totale alienazione mentale che deriva da tali gesti. Nello spazio coperto della grande vasca termale è installata, invece, Gravity, due corpi che si attraggono per effetto della gravità: questa “calamita” che attrae i due corpi di Giannelli in questa scultura ieratica, austera. Una composizione che è la metafora della forza di gravità, una forza rappresentata simbolicamente, dove l’attrazione non è solo un fattore fisico, energetico, ma anche un richiamo alla forza del pensiero.
La mostra Forme nel verde ospita una personale di Giannelli anche nello storico Palazzo Chigi, dove, al secondo piano sono esposte una serie di sculture realizzate dall’artista in ceramica con tecnica raku. Il Titolo della mostra è “La scelta del fuoco. Emanuele Giannelli”, a sottolineare la nascita, dal fuoco della fornace, di queste splendide opere realizzate secondo l’antica tecnica giapponese e caratterizzate dalla tipica craquelure. Riguardo Forme nel Verde, giunta alla sua cinquantaduesima edizione, Danilo Maramai, Sindaco di San Quirico d’Orcia, sottolinea come: “l’iniziativa riporta San Quirico al centro della scena della scultura contemporanea, quest’anno con le imponenti opere di Giannelli, scultore di fama internazionale che mette l’uomo moderno al centro della nostra attenzione. Come per i grandi nomi che si sono susseguiti dal 1971 a San Quirico, le opere andranno ad impreziosire i luoghi principali del nostro centro storico. Una mostra longeva nel panorama artistico contemporaneo italiano e mondiale, che per oltre mezzo secolo ha permesso a San Quirico di arricchirsi di un notevole patrimonio artistico”.
“Sono trentotto opere in totale – evidenzia Marco Bartoli, vicesindaco e assessore alla cultura – quelle che incontriamo lungo il cammino dell’edizione 2023 ce he ci spingono ad interrogaci e a fare un viaggio introspettivo profondo, a smuovere quelle che sono le nostre convinzioni e le nostre idee. Forme nel Verde è sempre più un momento di condivisione e di riflessione, che dovrebbe spingere ognuno ad essere migliore. Non sempre il messaggio è chiaro e privo di dubbi, ma è l’arte, può svolgere un ruolo fondamentale nella vita di noi stessi, e come per le edizioni precedenti, a noi l’onore di poter preservare, conservare e portare avanti quello che era l’idea di Mario Guidotti”.
Dal testo critico di Carlo Pizzichini si percorrono i temi e la ricerca che ruotano attorno al mondo e alle figure di Giannelli: “Il momento artistico dove collocare la scultura di Giannelli è senz’altro quello della grande denuncia del “Posthuman”, facendo spazio ad un uomo che nel corpo si presenta nudo, libero da un inutile vestiario, nell’auspicato ritorno allo stato primitivo, ad uno stadio base prima della propria civilizzazione. Nonostante i buoni intenti di un avvicinamento corretto alla Natura, Giannelli lo dota spesso di occhiali, binocoli e visori per perdersi in una realtà aumentata. In piedi, nudo, spoglio di tutto, come un primate, ma sognante dentro quel visore, estraniato dalla realtà, dal qui ed ora, l’essere umano diventa un visionario irresistibile, assuefatto ad un futuro immaginario che vede solo lui”.
E ancora: “Nella sua realtà inventata, originale, Giannelli si accosta per somiglianza stilistica alle serie di personaggi che hanno trovato, nell’immaginario collettivo, i protagonisti di certi film di fantascienza o d’animazione, da Metropolis a Tempi Moderni a Blade Runner, dove il meccanismo della ripetitività dei gesti e delle pose s’intreccia alle deformazioni dovute a tutte quelle evoluzioni della scienza, delle conquiste transgeniche e delle clonazioni o delle biotecnologie che vengono concepite come progressi in grado di trasformare fisicamente e mentalmente l’uomo in qualcosa di nuovo. Ecco allora un uomo modellato come un essere ibrido, umano e non umano insieme, un umanoide capace di nascere con gli strumenti della tecnologia già inglobati, con incorporati di serie gli accessori necessari alla sopravvivenza e alla sua insaziabile voglia di nuove visioni”.
Forme nel Verde 2023 ospita, inoltre, a Palazzo Chigi le mostre “Ceramica a Palazzo” e “Sculture a Palazzo” che accoglie le opere di allievi e docenti delle Accademie di Belle Arti di Carrara, Firenze, Bologna e Brera.4. emanuelegiannelli.it