Guido Piacenza è da sempre un grande conoscitore ed esperto di piante, nonché appassionato di botanica fin dall’infanzia grazie all’imprinting famigliare. Il suo bisnonno, infatti, ha creato il Parco della Burcina che negli anni è divenuto Riserva naturale speciale Parco Burcina-Felice Piacenza, di cui Guido è stato presidente per vent’anni. La sua immensa esperienza, Guido Piacenza l’ha condivisa per diversi anni coi lettori di Villegiardini, con una rubrica appunto intitolata Dialoghi in Giardino. Anche queste riflessioni che fanno parte della storia del giornale, meritano una rilettura per il valore dei contenuti e per la loro assoluta attualità. Qui parla della manutenzione del giardino, della bassa manutenzione e prova a far riflettere sulle attività da svolgere per evitare ansietà. Ed è come se lo avesse scritto ieri, per quanto, questo, è ancora un tema molto sentito.


Giardino a bassa manutenzione, low maintenance garden

In verità il titolo dovrebbe essere prima in inglese con la traduzione in italiano. Infatti da noi questo argomento è assai poco trattato. Eppure fu tradotto un volumetto giallo edito dal Centro Botanico nel 1988 dal titolo ‘Il giardinaggio a bassa manutenzione’, autore Graham Rose (attualmente non disponibile). Presumo poco d’aiuto, essendo made in England, dove il clima è atlantico. Ben diverso quel clima da quello padano, per non parlare di quello mediterraneo.

Come ben si sa tutto ha un costo. L’alimentazione, un tetto, il vestiario e poi via via nei consumi voluttuari compreso il giardinaggio (che spesso però non è contemplato in questa categoria poiché si rivela invece un utile rifugio per contrastare il logorio della vita moderna, come diceva Ernesto Calindri qualche decennio fa per pubblicizzare un noto liquore a base di foglie di carciofo). Lo stesso vale per l’andare a cavallo (ippoterapia).

Aiuola
Un’aiuola – Foto [Pixelmixel]/stock.adobe.com]

La manutenzione del giardino, un piacere e non una preoccupazione

La pratica del giardinaggio deve essere un piacere e non un’angoscia, perciò suggerisco di usare prudenza nei vostri ‘investimenti’ e fare le giuste valutazioni. Aggiungo cosa ricorda spesso il maestro giardiniere Carlo Pagani dal canale televisivo Leonardo. «Gli inglesi pensano al giardino tutto l’anno, gli italiani solo in primavera».

Le aree più costose sono: le aiuole di piante annuali (che però ravvivano per 5/6 mesi il giardino). Esse vanno vangate, diserbate, concimate, piantate, bagnate, ridiserbate e spesso ‘delumachizzate’ e ripulite dai fiori appassiti.

I bordi misti (usando belle infestanti coprenti come Aquilegie, Aster frikartii, Sedum autumnale e altro, si riesce un po’ a tener a bada le infestanti) sono considerati l’università del giardinaggio.
Poi c’è il prato, del quale non si può fare a meno tranne che in zone aride mediterranee.

Manutenzione del giardino
Aster – Foto [sunday_morning]/stock.adobe.com]

L’orto e il frutteto

Pure l’orto non scherza. Se piantate solo zucchini il lavoro si riduce quasi a zero ma se volete variare, il lavoro aumenta (ma il sapore dei vostri pomodori è superiore ai migliori sul mercato), l’insalata fresca e poco concimata è più salutare e più gustosa, le albicocche colte a maturazione giusta saranno ottime e le fragole certamente prive di concimi e fungicidi.

Il frutteto impegna poco purché vengano coltivate varietà poco soggette alle malattie.

Manutenzione del giardino
Un piccolo orto – Foto [savoieleysse]/stock.adobe.com]

Manutenzione del giardino, ogni parte richiede tempo e fatica: meditare prima di comprare e agire per evitare ogni genere ansietà

Il giardino roccioso va assistito per controllare le infestanti. Gli spazi inghiaiati vanno diserbati con sarchiature o con diserbante chimico quando l’erba non supera i 3 centimetri.
Le siepi pure vanno mantenute in forma, tagliate a mano con forbici tradizionali se si tratta di essenze a foglia larga, come il lauroceraso, l’aucuba e simili.
Penultimo della lista delle ‘ore lavorate per metro quadrato’ c’è l’arbusteto. Ampie aiuole con arbusti che richiedono ogni anno un numero decrescente di ore dedicate al diserbo poiché le piante crescendo occupano gli spazi in cui prosperavano le erbacce.

In coda direi che ci può stare il bosco, specialmente se lo si lascia il più possibile al naturale pensando a quanto sia utile oggi preservare la biodiversità.

Arbusteto
Un arbusteto – Foto [Geoff Pickering]/stock.adobe.com]

Testo di Guido Piacenza

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