L’orologio da parete è un elemento d’arredo che ha attraversato i secoli. Prodotto sia artigianalmente che industrialmente, ha conosciuto l’impronta dei più grandi designer, lungo le linee di tendenza d’ogni tempo.
Alzare lo sguardo per conoscere l’ora è un gesto che abbiamo fatto tutti; indugiare per qualche secondo e assorbire le sensazioni che ci arrivano da un oggetto bello o particolare attiene più alla qualità del vivere che ai ritmi e alle cadenze moderne.
In un arredamento studiato sul fil rouge del proprio mood abitativo, un orologio da parete, scelto con cura e senza fretta, potrà regalare un tocco di eleganza o una piccola provocazione, al confine tra arte e linguaggio simbolico.
Gli ambienti
Le esposizioni di orologi da parete sfidano continuamente le nostre percezioni, con i colori brillanti e le forme originali, destinati alle cucine o ai bagni, con i giochi di forma, dimensione e riflesso, per gli ambienti più conviviali o con le decorazioni funzionali alla collocazione.
Le camere da letto, se arredate con l’attenzione che merita il nostro riposo, potranno accogliere modelli meno vistosi, più o meno classici, magari digitali e non analogici, che esprimano il tempo come qualcosa da … abbandonare per un po’, per scivolare in sogni meno frenetici della realtà.
Le gamme disponibili sono molto vaste, dagli orologi in stile minimal – con lancette ben visibili in quadranti appena accennati – agli orologi ricchi di struttura e multifunzionali, per la lettura di temperature, umidità, pressione, …
Lasciarsi suggestionare dalle immagini
Chi sceglie un oggetto particolare vuole rappresentare l’apprezzamento per una lavorazione raffinata – magari a intaglio, modellata o scolpita – o, in alternativa, custodire l’emozione provata davanti a un’idea creativa, potente e fuggevole, come il tempo che vuole rappresentare.
Ho scelto le 6 immagini della cover e della galleria (tratte dalla piattaforma free Pexels) per darvi qualche suggestione soft sul merito. Credo che la scelta sia così personale, che si possono solo proporre frammenti d’immagine e attendere, lasciando spazio alle sensazioni.