La Galleria Antonio Colombo di Milano presenta, all’interno della Magic Bus project room, la mostra Densamente Spopolato di Silvia Negrini, a cura di Ivan Quaroni. L’esposizione inaugurerà giovedì 20 febbraio, in concomitanza con Anamnesi, la personale di Arduino Cantafora, che occuperà gli altri spazi della galleria.
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La ricerca del linguaggio
La ricerca pittorica di Silvia Negrini si distingue per un linguaggio visivo essenziale e calibrato, nel quale la rappresentazione figurativa non viene mai del tutto abbandonata, pur spingendosi fino ai confini dell’astrazione. La sua opera è caratterizzata da una sintesi visiva rigorosa, attraverso cui la realtà viene ridotta a forme geometriche e schematizzate, mantenendo tuttavia un alto grado di riconoscibilità. I soggetti dei suoi dipinti – principalmente paesaggi, interni e oggetti – vengono disposti con estrema precisione all’interno di spazi organizzati secondo un principio di ordine e simmetria. Tuttavia, questi ambienti risultano privi di qualsiasi connotazione emotiva o narrativa, apparendo come luoghi sospesi nel tempo, privati della presenza umana.
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Pur portando la figurazione ai limiti dell’astrazione, Negrini si mantiene sempre all’interno di una rappresentazione analogica della realtà. Le immagini, per quanto sintetizzate e depurate, conservano una concretezza strutturale, riformulata attraverso un sistema di forme logiche e regolari, attentamente distribuite sulle superfici pittoriche. La sua pittura esprime una visione del mondo rarefatta e imperturbabile, dove l’assenza di figure umane trasforma gli spazi in scenari silenziosi e metafisici. Che evocano una condizione di attesa o di eventi appena trascorsi.
Densamente Spopolato
Il titolo della mostra, Densamente Spopolato, riflette questa dimensione di vuoto abitato da forme e di luoghi che suggeriscono presenze solo sfiorate o attese mai compiute.
L’opera di Negrini è dominata da un rigoroso formalismo, che si traduce in una grammatica visiva basata su prospettiva, geometria e riduzione delle forme. Attraverso un’economia di gesti misurati e minimali, l’artista trasforma i suoi soggetti in strutture essenziali, eliminando ogni dettaglio superfluo per cogliere la loro sostanza imperturbabile e immutabile. Il risultato è una pittura che restituisce un mondo ordinato, silenzioso e immobile, paragonabile a un teatro d’attesa in cui l’azione umana è assente ma suggerita.
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Silvia Negrini
Nata a Sondrio nel 1982, Silvia Negrini vive e lavora a Milano. Dopo aver conseguito la laurea presso l’Accademia di Brera, ha sviluppato un percorso artistico caratterizzato da una ricerca pittorica minimalista e strutturata, volta alla rappresentazione di spazi isolati e privi di figure umane. Le sue opere raffigurano ambienti immobili e sospesi, evocando scenari in cui si percepisce la traccia di un evento appena avvenuto o il presagio di una presenza imminente.
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La sua produzione pittorica si distingue per una costruzione rigorosa e sintetica, in cui la componente geometrica e la riduzione formale diventano strumenti di indagine sulla percezione dello spazio e del tempo. Le sue opere sono state esposte in diverse mostre personali e collettive, tra cui:
- VIR, Via Farini in Residence (2022)
- E_solo Silvia Negrini, presso Luogo-E a Bergamo, a cura di Luciano Passoni e Federica Mutti (2022)
- Muri d’artista, a cura di Rossella Farinotti per la Cittadella degli Archivi del Comune di Milano
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Attraverso una pittura essenziale e meditativa, Negrini esplora il rapporto tra forma, spazio e assenza. Questo dà vita a opere che si collocano al confine tra figurazione e astrazione, tra presenza e vuoto, tra ordine e sospensione.