La Galleria Antonio Colombo di Milano presenta, all’interno della Magic Bus project room, la mostra Densamente Spopolato di Silvia Negrini, a cura di Ivan Quaroni. L’esposizione inaugurerà giovedì 20 febbraio, in concomitanza con Anamnesi, la personale di Arduino Cantafora, che occuperà gli altri spazi della galleria.

Silvia Negrini, Another Wall, 2024, smalto su tavola 30X30 cm

La ricerca del linguaggio

La ricerca pittorica di Silvia Negrini si distingue per un linguaggio visivo essenziale e calibrato, nel quale la rappresentazione figurativa non viene mai del tutto abbandonata, pur spingendosi fino ai confini dell’astrazione. La sua opera è caratterizzata da una sintesi visiva rigorosa, attraverso cui la realtà viene ridotta a forme geometriche e schematizzate, mantenendo tuttavia un alto grado di riconoscibilità. I soggetti dei suoi dipinti – principalmente paesaggi, interni e oggetti – vengono disposti con estrema precisione all’interno di spazi organizzati secondo un principio di ordine e simmetria. Tuttavia, questi ambienti risultano privi di qualsiasi connotazione emotiva o narrativa, apparendo come luoghi sospesi nel tempo, privati della presenza umana.

Silvia Negrini, Larch, 2024, smalto su tavola 30×30 cm

Pur portando la figurazione ai limiti dell’astrazione, Negrini si mantiene sempre all’interno di una rappresentazione analogica della realtà. Le immagini, per quanto sintetizzate e depurate, conservano una concretezza strutturale, riformulata attraverso un sistema di forme logiche e regolari, attentamente distribuite sulle superfici pittoriche. La sua pittura esprime una visione del mondo rarefatta e imperturbabile, dove l’assenza di figure umane trasforma gli spazi in scenari silenziosi e metafisici. Che evocano una condizione di attesa o di eventi appena trascorsi.

Densamente Spopolato

Il titolo della mostra, Densamente Spopolato, riflette questa dimensione di vuoto abitato da forme e di luoghi che suggeriscono presenze solo sfiorate o attese mai compiute.

L’opera di Negrini è dominata da un rigoroso formalismo, che si traduce in una grammatica visiva basata su prospettiva, geometria e riduzione delle forme. Attraverso un’economia di gesti misurati e minimali, l’artista trasforma i suoi soggetti in strutture essenziali, eliminando ogni dettaglio superfluo per cogliere la loro sostanza imperturbabile e immutabile. Il risultato è una pittura che restituisce un mondo ordinato, silenzioso e immobile, paragonabile a un teatro d’attesa in cui l’azione umana è assente ma suggerita.

Silvia Negrini, Soaring Deforestation, 2024 smalto su tavola, 30×30 cm

Silvia Negrini

Nata a Sondrio nel 1982, Silvia Negrini vive e lavora a Milano. Dopo aver conseguito la laurea presso l’Accademia di Brera, ha sviluppato un percorso artistico caratterizzato da una ricerca pittorica minimalista e strutturata, volta alla rappresentazione di spazi isolati e privi di figure umane. Le sue opere raffigurano ambienti immobili e sospesi, evocando scenari in cui si percepisce la traccia di un evento appena avvenuto o il presagio di una presenza imminente.

Silvia Negrini, Summit, 2024, smalto su tavola 30×30 cm

La sua produzione pittorica si distingue per una costruzione rigorosa e sintetica, in cui la componente geometrica e la riduzione formale diventano strumenti di indagine sulla percezione dello spazio e del tempo. Le sue opere sono state esposte in diverse mostre personali e collettive, tra cui:

  • VIR, Via Farini in Residence (2022)
  • E_solo Silvia Negrini, presso Luogo-E a Bergamo, a cura di Luciano Passoni e Federica Mutti (2022)
  • Muri d’artista, a cura di Rossella Farinotti per la Cittadella degli Archivi del Comune di Milano
Silvia Negrini, Summer Pool, 2024, smalto su tela 176X120 cm

Attraverso una pittura essenziale e meditativa, Negrini esplora il rapporto tra forma, spazio e assenza. Questo dà vita a opere che si collocano al confine tra figurazione e astrazione, tra presenza e vuoto, tra ordine e sospensione.