TESTO DI ISABELLA CASALI / FOTO DI FERRUCCIO CARASSALE

L’oasi mediterranea di Francesco Winspeare tra aranci, pompelmi rosa e mandarini. Uno spettacolo affascinante di luci, profumi e
colori nella stagione più verde dell’anno

Francesco Winspeare passeggia nel suo giardino in compagnia dei suoi gatti di casa: Mellone e Pinolo, così fedeli al loro padrone che più che dei felini fanno pensare a due cuccioli di cane. Ogni anno, un piccolo restauro, mantiene questo giardino ottocentesco in vita, ma c’è sempre tanto da fare. Da poco è stata restaurata la cisterna di tufo del 1850, per molto tempo in disuso: l’acqua è stata trovata a 130 metri di profondità, e finalmente la vecchia cisterna vive e il giardino, con lei, rinasce. Aranci, pompelmi rosa, mandarini e mandaranci si ammalano ora di meno, sono vigorosi, e alternano i frutti a fiori bianchi e profumati: il profumo del Sud, quello di cui s’innamorò Goethe ma quello che ancora oggi colpisce i molti visitatori del giardino di Depressa, in Puglia. L’impianto è tipicamente salentino: due viali ortogonali che terminano con delle edicole dipinte a calce, di cui uno è ombreggiato da un pergolato di uva e rose banksiae. Ai lati una vecchia siepe di lavanda. Il troppo nuovo non è sicuramente lo stile di Francesco Winspeare che lascia, in questo meraviglioso luogo di famiglia, che le cose vadano anche un po’ da sé.
Mi ricordo quando, qualche anno fa, mi venne a cercare alle sei del mattino dicendo che dovevo aiutarlo a sistemare una vera di pozzo (la balaustra di protezione) e una pilozza, cioè una vasca in pietra. La vera, messa in verticale, diventò il finale di uno dei quattro viali e la pilozza fu affiancata al bosco di bambù. Non sapendo cosa piantarvi andammo a consultarci con Alistair McAlpine, anche lui grande appassionato di piante, che regalò a Francesco dei gigli d’acqua: oggi Alistair non c’è più ma i suoi gigli, rigogliosi e folti, sono diventati anche loro parte della storia del giardino. Il viale delle agavi è stato piantato recentemente, tra gli agrumi e le Vinche maior a coprire il terreno. C’è un momento del giorno in cui la luce si affievolisce e il grigio delle agavi, il blu dei tronchi, i piccoli fiori delle vinche e il muschio del viale fanno pensare a un’opera d’arte in cui le piante sono inconsapevoli ma vitali protagoniste. Le rose sono invece la passione della madre di Francesco, la Baronessa Guky, che nei momenti liberi pota, taglia, sposta e ripulisce. Il viale centrale di rose cinesi rifiorenti, la R.chinensis “Old Blush”, detta anche Quatre saisons, perché fiorisce tutto l’anno, è una sua opera, semplice, ma elegante e aggraziata, che incornicia sapientemente l’agrumeto e porta il visitatore verso la seconda parte del giardino, tra i frutti: il giardino delle delizie.