«Il tema di questa Biennale, ‘I am You’, genera grande empatia, tanto importante per noi che viviamo in un mondo dominato dall’oscurità, ma dove noi abbiamo l’opportunità di diventare artisti e creare tanta luce e bellezza. Noi abbiamo bisogno di più luce e le arti, tutte le arti possono cambiare le cose. Perciò gli artisti possono fare tanto ed essere la speranza di poter cambiare le cose».
Con queste parole, che hanno fatto seguito a una lunga serie di ringraziamenti, oggi il fotografo di fama internazionale David LaChapelle ha commentato il Premio “Lorenzo il Magnifico” alla carriera conferitogli dal Direttore Generale della XIV Florence Biennale. Mostra internazionale di arte contemporanea e di design, Jacopo Celona, con la seguente motivazione: «come tributo a uno dei fotografi più talentuosi e influenti del nostro tempo, e in riconoscimento del suo stile unico e della sua eccezionale produzione artistica, basata su immaginazione, sperimentazione e creatività, che trasmette profondi messaggi sociali. Grazie alla sua prospettiva visionaria, originale e coraggiosa, ha ispirato molti altri artisti e il pubblico mondiale».
Le premiazione dell’artista americano David LaChapelle è stato uno dei momenti più esaltanti della terza giornata della manifestazione che si sta svolgendo alla Fortezza da Basso di Firenze fino al prossimo 22 ottobre. Alla cerimonia, molto partecipata e affollata, hanno preso parte sia Daphne Guinness, amica e musa di LaChapelle, sia il noto rapper Tedua, per il quale LaChapelle ha curato la copertina del concept-album La Divina Commedia e che poi ha personificato Gesù nella serie inedita dedicata alla Via Crucis (Stations of the cross), che l’artista propone in anteprima mondiale a Firenze. Sempre nello spazio espositivo a lui dedicato all’interno del Padiglione Spadolini si può vedere Revelations – un video-musicale in tre parti, realizzato nel 2019 e che vede assoluta protagonista la Guinness – e una selezione di 23 fotografie realizzate tra il 2009 e il 2023, compresa l’opera Gated Community presentata in anteprima alla mostra personale “David LaChapelle per Giacomo Ceruti. Nomad in a Beautiful Land” attualmente in corso presso la Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia
Una carriera eccezionale
Icona indiscussa della cultura pop, con i suoi lavori LaChapelle ha immortalato alcuni fra i più noti personaggi dell’attualità fra cui Elton John, Dua Lipa, Michael Jackson, Eminem, Whitney Houston, Muhammad Ali, David Bowie, Amy Winehouse, Cher, Travis Scott, Leonardo Di Caprio, Tupac Shakur, Britney Spears, Naomi Campbell – solo per citarne alcuni. Nelle sue complesse scenografie surreali, dove non mancano provocazioni così come chiari riferimenti all’arte classica, confluiscono spiritualità e mondanità, eros e natura, sfarzo ed ironia, dando vita a un nuovo linguaggio fotografico e una nuova forma d’arte.
Nato nel Connecticut nel 1963, David LaChapelle ha frequentato la scuola superiore alla North Carolina School of The Arts. Inizialmente iscritto come pittore, ha sviluppato una tecnica analogica che consiste nel dipingere a mano i propri negativi per ottenere un sublime spettro di colori prima di elaborare la pellicola. All’età di 17 anni, LaChapelle si è trasferito a New York. Dopo la sua prima mostra fotografica alla Gallery 303, è stato assunto da Andy Warhol per lavorare a Interview Magazine.
Grazie ad un’assoluta padronanza del colore, a composizioni uniche e a narrazioni fantasiose, LaChapelle ha iniziato a espandere il genere della fotografia. Le sue opere di tableau, ritratti e nature morte hanno sfidato i canoni della fotografia tradizionale e il suo lavoro ha rapidamente guadagnato interesse a livello internazionale al punto che sulle pagine del New York Times già nel 1991 si leggeva che LaChapelle «influenzerà sicuramente il lavoro di una nuova generazione…nella stessa misura in cui Avedon è stato un pioniere di ciò che oggi è comune». E così è stato.
Nei decenni successivi infatti, LaChapelle è diventato uno dei fotografi più pubblicati al mondo, con una serie di libri di successo tra cui LaChapelle Land (1996), Hotel LaChapelle (1999), Heaven to Hell (2006), Lost & Found e Good News (2017). Contemporaneamente, il suo lavoro si è esteso ai video musicali, ai film e ai progetti teatrali. Il suo lungometraggio del 2005, intitolato Rize, è stato distribuito nelle sale di 17 paesi e molte delle sue opere fotografiche e cinematografiche sono diventate caratteristiche dell’America del XXI secolo.
Negli ultimi 30 anni, LaChapelle ha esposto in musei e gallerie di tutto il mondo, tra cui la National Portrait Gallery (Londra), il Musée de Monnaie (Parigi), il Barbican Centre (Londra), il Victoria and Albert Museum (Londra), il Tel Aviv Museum of Art (Israele), il Musée D’Orsay (Parigi), il Groninger Museum (Paesi Bassi), Palazzo delle Esposizioni (Roma), Palazzo Reale (Milano), la National Portrait Gallery (Washington D. C.), la Casa dei Tre Oci (Venezia), La Venaria Reale (Torino), il MUDEC (Milano), Fotografiska (New York) e il Salone degli Incanti (Trieste).
Di David LaChapelle a Firenze, infine, si ricorda la bellissima personale che fu ospitata al Forte Belvedere nel 2008 e la recente partecipazione alla collettiva dedicata a “L’enigma Pinocchio” a Villa Bardini, tra il 2019 e il 2020. florencebiennale.org