Corbezzolo o Arbutus unedo è un grande arbusto o un piccolo albero sempreverde per il giardino che in autunno fiorisce e, all’inizio dell’autunno dell’anno successivo, fruttifica. Questa è la sua peculiarità che fa sì che fiori e frutti siano presenti nello stesso momento. È molto decorativo, a bassa manutenzione e, soprattutto, non ha necessità idriche ed è estremamente parco in quanto a richieste per la sua vita vegetativa. 


Si può evincere quanto sia forte la culturalizzazione di una determinata pianta dalla quantità dei nomi dialettali che le vengono attribuiti. In Italia ci sono venti e più denominazioni per il corbezzolo, quindi almeno una per ogni regione. Questo testimonia la sua ampia diffusione sul territorio, avvenuta in tempi remoti.

Colori vividi e frutti a profusione. È il corbezzolo
Colori vividi e frutti a profusione. È il corbezzolo – Foto [vli86]/stock.adobe.com

Corbezzolo, un albero che dona un fascino mediterraneo al giardino

Il corbezzolo è infatti una pianta endemica del Mediterraneo, presente sin dall’ultima glaciazione. Sebbene di introduzione remotissima, non viene considerata una specie di stretta origine locale, proprio come l’olivo.
È tipico della flora spontanea dell’area del Mediterraneo occidentale, che include la regione iberica, il sud della Francia, la Sicilia, la Sardegna e il Nord Africa.

Noto in letteratura fin dall’epoca dei Romani, fu Plinio il Vecchio ad attribuirgli il suo nome botanico nella Naturalis historia (I secolo d.C.): Arbutus unedo, che vuol dire “ne mangio uno solo”, per significare che il frutto non era gustoso, ma anche leggermente tossico, se ingerito in grande quantità. Eppure il frutto è consumato ancora oggi in molte località.

Le popolazioni del Nord Africa sin dall'antichità e se ne cibano
Le popolazioni del Nord Africa lo conoscono da sempre e se ne cibano. Nella foto una bancarella in Marocco che li vende per strada – Foto [Andrea Izzotti]/stock.adobe.com

Nella Macchia Mediterranea

Arbutus unedo è una pianta della famiglia delle Ericaceae tipica della macchia mediterranea, quindi di suoli asciutti, spesso sassosi, con un dilavamento intenso, scarsamente concimati se non in superficie, dalla lettiera di foglie. Si accompagna ad altri alberi e arbusti di macchia, come roverelle, olivi, lecci, erica arborea. Si insedia nella gariga matura che si sta trasformando in macchia, nei boschi asciutti purché non ombrosi, e nelle zone litoranee, grazie alla sua resistenza agli aerosol marini.
Essendo una pianta tipica del bosco secco, è disturbata dal calcare. Le foglie decomposte, infatti, determinano una certa acidità del suolo, specie se sono un po’ coriacee e ricche di tannini, come possono essere le sempreverdi mediterranee o le conifere.

Fiori e foglie del corbezzolo sono altrettanto belli
Fiori e foglie del corbezzolo sono altrettanto belli: i fiori campanulati e portati a mazzetti. Le foglie verde scuro, lucide, cuoiose, seghettate sono portate su rametti rossi – Foto [marcoemilio]/stock.adobe.com

In giardino

Quando piantato a scopo ornamentale in giardino, bisogna fare attenzione a due cose fondamentali: al drenaggio del terreno e all’esposizione. Nei terreni pesanti può morire e nelle posizioni poco illuminate non forma una chioma simmetrica, che è uno dei suoi pregi più apprezzati. Soprattutto non avrà abbastanza forza per formare un tronco di buon diametro, solido e slanciato.
Il portamento scultoreo e muscolare del tronco del corbezzolo è una delle sue qualità più ricercate, specie in giardini di grandi dimensioni, in cui il tronco può essere ammirato a una certa distanza. Con l’età la corteccia si sfalda, si squama e si arrotola, creando una tessitura di forme e colori insuperabile. La crescita è lenta, come per la maggior parte delle piante da macchia mediterranea, ma l’attesa è ripagata dallo splendore della corteccia, che sotto le scaglie è di un colore bruno rossastro, liscio. Il momento giusto per piantare un corbezzolo, quindi, è oggi, subito!

Frutti particolari, dai colori vividi e invitanti
Frutti particolari, dai colori vividi e invitanti – Foto [alfonsosm]/stock.adobe.com

Cura del corbezzolo

Dopo la messa a dimora occorre un normale apporto idrico, lasciando che il terreno si asciughi tra una somministrazione e la successiva. Dal secondo anno in poi si può tranquillamente diradare fino a sporadiche irrigazioni di emergenza finché la pianta è giovane. Poi non ci sarà più bisogno dell’acqua, anzi, sarà importante che non ne prenda troppa. Per questa ragione il corbezzolo si presta benissimo a zone difficili da raggiungere per irrigare, come magari in cima a un declivio o una pendenza, dove l’acqua scorre via velocemente. Non ha particolari esigenze di concimazione. Nelle regioni italiane più fredde, è bene metterlo a dimora in posizioni che non siano battute da correnti provenienti da nord.

Date queste qualità potrebbe sembrare ideale come alberatura urbana. Invece, purtroppo, la cascola dei frutti lo rende un po’ sporchevole e non troppo indicato in luoghi di transito. Perfetto invece in aiole, giardini pubblici, viali larghi o prati ampi.

Rusticità del corbezzolo

Dove il clima in inverno è più mite, non ha ovviamente problemi. Nel nord Italia con l’aumento delle temperature dovuto al cambiamento climatico, le possibilità di sopravvivenza all’inverno si sono pienamente confermate. In caso di escursioni termiche di pochi gradi sotto lo zero, infatti, non soffre. Solo con gelate importanti e prolungate, potrebbe mostrare qualche disagio. Non a caso il corbezzolo è diffuso su tutta la penisola tranne che nelle zone montane e molto fredde in inverno. Diverso il caso dei piccoli esemplari. Il tallone di Achille di un giovane corbezzolo che non arriva ai due metri, invero, è proprio solo il freddo, se coltivato in piena terra. È quindi preferibile proteggerlo al piede con un’abbondante pacciamatura e il fusto e la chioma con il tessuto non tessuto. Una buona soluzione, dove le gelate possono giocare brutti scherzi, è quella di tenerlo in vaso i primi due-tre anni anni e poi metterlo a dimora in piena terra, una volta che ha almeno raddoppiato l’altezza.

Altre specie

Meritevoli di menzione e da non perdere di vista, Arbutus menziesii, detto Madrona, e Arbutus andrachne, dai rami contorti e portamento aperto. Molto interessante, da non molti anni, anche la cultivar Arbutus unedo ‘Compacta’ di dimensioni molto più contenute, adatta ai piccoli giardini.

La straordinaria particolarità dell'Arbutus andrachne
La straordinaria particolarità dell’Arbutus andrachne – Foto [Kenan]/stock.adobe.com

 

 

 

Lida Zitara
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