Clerodendrum trichotomum è un grande arbusto a fioritura estiva ma è spesso allevato come piccolo albero. Ha un nome davvero difficile a fronte di una pianta assolutamente facile da coltivare. Facile ma non per questo meno bella di altre, per il giardino. Troppo poco proposta per il valore ornamentale che possiede, troppo poco usata data la sua grande adattabilità, specie considerando quanto restituisce in cambio. Chi ha la fortuna di averla sa che è vero e sa che proprio in questi giorni sta iniziando la sua fantastica fioritura che sarà seguita dalla formazione di graziosissime colorate bacche, altrettanto decorative e persistenti.

Un esemplare allevato ad alberello
Un esemplare di Clerodendrum trichotomum allevato ad alberello a fioritura finita – Foto [beres]/stock.adobe.com

Origine e nomenclatura

Clerodendrum trichotomum è nativo in tutta l’Asia orientale, la Cina e parte settentrionale delle Filippine. È stato importato in Europa intorno al 1800. Nelle regioni Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Lombardia, dove è maggiormente coltivato, si è moderatamente diffuso come spontanea.
Le origini dell’epiteto generico non sono univoche. Gli fu dato nel 1784 da Carl P. Thunberg, un botanico svedese allievo di Linneo. Pare che possa derivare dal greco kléros, riferito a piccoli oggetti da tirare a sorte o che sia riferito al suo uso durante le cerimonie tenute da sacerdoti cingalesi. L’epiteto specifico, invece, si deve al modo in cui si replicano i sui fiori, secondo la potenze del tre, da cui ripartito per tre.

Fioritura di Clerodendrum trichotomum
Fioritura di Clerodendrum trichotomum – Foto [FUJIOKA Yasunari]/stock.adobe.com

Clerodendrum trichotomum, conoscerlo meglio

È un’altra pianta appartenente alla grande famiglia delle Lamiaceae. La sua caratteristica principale è nella fioritura e nella persistenza, anche su ramo nudo, dei frutti che sono particolarmente decorativi. Viene allevato soprattutto come piccolo albero ma la forma pura di questo grande arbusto, con la formazione di molti rami basali che arrivano a sfiorare il terreno, è a dire poco magnifica per l’eleganza e la morbidezza che assume. Coltivato a piccolo albero assume un portamento allargato con la chioma espansa e densa. Arriva senza problemi ai quattro metri di altezza e, in alcuni contesti, anche fino a sei. La larghezza che assume la parte aerea è interessante proprio perchè espansa e fittamente ombrosa e a maturità arriva ai sei metri di diametro circa. La forma arbustiva, invece, ha portamento leggermente più colonnare ma sempre morbidamente allargata.

Clerodendrum trichotomum allevato ad arbusto
Clerodendrum trichotomum allevato ad arbusto – Foto [tamu]/stock.adobe.com

Foglie, tronco e corteccia di Clerodendrum trichotomum

Anche le foglie di C. trichotomum sono interessanti. Semplici e opposte sui rami, a margini lisci, sono grandi fino a quindici-venti centimetri (soprattutto quando l’esemplare è più giovane) vengono prodotte appunto in quantità e sono portate da piccioli lunghi quasi altrettanto. Ben acuminate all’apice e troncate alla base, tendono a essere ovate, talvolta quasi cuoriformi. Sono di color verde scuro e leggermente rugose. La pagina inferiore è più chiara e leggermente tomentosa. Infatti, le nervature molto evidenti e più rilevate rispetto al tessuto della foglia, sono ricoperte di un sottile vello. In autunno divengono giallo oro, contrastando perfettamente il colore dei persistenti frutti. Non di rado il tronco tende a crescere leggermente contorto (appunto confermando la sua natura di grande arbusto) e la corteccia, di colore rossiccio, invecchiando si ripartisce in piccole placche quadrangolari.

Le belle e grandi foglie di C. trichotomum
Le belle e grandi foglie di C. trichotomum e le brattee che racchiudono i calici – Foto [simona]/stock.adobe.com

Fiori di Clerodendrum trichotomum

Anche i fiori di questo grande arbusto sono particolari. Compaiono – ricoprendo pressoché tutta la rotondità della chioma – racchiusi da brattee verde chiaro già a luglio e formano infiorescenze a corimbo. Appena la stagione si stabilizza divenendo più calda, le brattee si schiudono e appaiono solo i calici molto più chiari che tendono al giallo-verde tenuissimo e, man mano che si avvicina il momento della fioritura vera e propria, diventano rossastri. Dopo qualche settimana compaiono i fiori: bianchi, formati da cinque petali disposti a stella, solcati da quattro lunghi stami. La struttura dei corimbi è quella di dividersi in rametti che si moltiplicano tre a tre. Quando le temperature notturne iniziano a diminuire, i calici divengono ancor più rossi. Il profumo che emanano è intenso ma delicato e ricorda quello dei gelsomini.

Frutti di Clerodendrum trichotomum: un valore aggiunto

Man mano che cadono le corolle si formano i frutti sferici (drupe dalla consistenza molle) che permangono all’interno del calice di ciascun fiore. Sono di color giallo chiaro ma durante la maturazione diventano blu chiaro, con sfumature metalliche. Il calice nel frattempo tende a diventare rosa fuchsia e a divenire più carnoso. Non appena il frutto è maturo, il calice si apre completamente dispiegandosi. In questo modo dà vita a quello che a un occhio non così esperto, spesso sembra una sorta di nuovo fiore.

Una vistosa metamorfosi

Col passare dei giorni le parti dei calici dei fiori di Clerodendrum trichotomum tendono ad aprirsi e infine a retroflettersi. I fiori bianchi a stella appaiono quindi come fossero stati sostituiti dal rosa intenso del calice. Col freddo che incalza e l’ingiallimento foliare, le parti del calice si stagliano in un bellissimo contrasto di colori e si retroflettono ancora di più, apparendo quasi come fossero in movimento, quasi una specie di volo. È un insieme davvero pittoresco e curioso, quello che si crea sui corimbi sfioriti, ma soprattutto ancora un valore aggiunto perché insiste sui rami nudi per buona parte dell’inverno. Inoltre, il contrasto cromatico mantiene ancora la sua efficace gradevolezza, malgrado con le basse temperature, il seme da blu diventi nero,

Necessità di Clerodendrum trichotomum

C. trichotomum non ha richieste particolari. Abbisogna di terreno sciolto e molto drenante, di medio impasto e non ha esigenze riguardo il pH. Predilige le esposizioni dove possa godere di qualche ora in mezz’ombra, specie nelle zone dove le temperature sono più alte e l’insolazione è più forte, ma accetta senza grossi problemi anche quelle in pieno sole. Le irrigazioni devono essere effettuate almeno un paio di volte a settimana, quindi abbastanza regolari nella stagione più calda della fase vegetativa, specie quando l’arbusto è giovane. A maturità si possono tranquillamente diradare. È abbastanza rustico, resiste fino a circa dieci-dodici gradi sotto zero. Non ama invece molto di essere collocato dove ci sono correnti molto fredde. Anche le potature non sono necessarie, specie se allevato a piccolo albero, salvo che per la rimonda del secco. In quanto alle concimazioni è sufficiente intervenire una, massimo due volte l’anno con concime a lenta cessione come lo stallatico pellettato. Non soffre di particolari patologie e si riproduce per seme, talea semilegnosa e talea di radice.

Grazia, eleganza e delicatezza
Grazia, eleganza e delicatezza: sono i fiori di Clerodendrum trichotomum – Foto [photo203]/stock.adobe.com

Caratteristiche di Clerodendrum trichotomum

  • Tipo di pianta: grande arbusto o piccolo albero; caducifolia
  • Famiglia: Lamiaceae
  • Origine:
  • Dimensioni: altezza fino a 4 metri
  • Colore dei fiori: bianco col calice rosso
  • Foglie: grandi, verde scuro, portate da un lungo picciolo, acuminate all’apice, ovate e leggermente cuoriformi, tomentose nella pagina inferiore
  • Periodo di fioritura: da inizio-metà di agosto fino a inizio/metà settembre
  • Profumo: sì, dolce e persistente che ricorda quello del gelsomino
  • Esposizione: sole e mezz’ombra
  • Resistenza al freddo: sì
  • Tossicità per animali e bambini: non accertata. È segnalata su taluni testi ma non è sicura. In caso evitare il contatto e l’ingestione
  • Interessante per api, impollinatori e farfalle: sì, particolarmente attrattivo
Una macro per apprezzare fiori semplici ma raffinati
Una macro per apprezzare fiori semplici ma raffinati – Foto [F_studio]/stock.adobe.com

Ivana Fabris
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