Un elegante appartamento in zona Pagano, a Milano, esprime appieno il gusto e le preferenze estetiche dei padroni di casa, raffinati collezionisti d’arte e antiquariato. L’abitazione si trova in un palazzo dei primi del Novecento, in un quartiere residenziale dove la buona borghesia milanese, da fine Ottocento, iniziò a costruire ville e palazzi in stile eclettico, Liberty e Déco.
“Questo palazzo mi ha da subito colpita”, spiega la proprietaria, “per il fascino e il valore storico della facciata e degli interni. Le ampie aree verdi che lo circondano e la qualità dei servizi hanno fatto il resto. Appena abbiamo visto l’appartamento, ce ne siamo subito innamorati”. L’intervento di ristrutturazione degli interni, conservativo, è stato seguito in prima persona dalla proprietaria. “Il mio approccio è stato quello di capire la personalità della casa e di seguirla il più possibile”, continua. “Per questo insieme all’architetto abbiamo scelto di tenere i parquet, gli stucchi, gli infissi, le finestre e le porte originali, restaurando il tutto e facendo solo degli interventi di modifica necessari. Pur mantenendo il più possibile le caratteristiche della costruzione originale”. Le pareti sono state tinteggiate di grigio chiaro, mentre gli infissi gli stipiti e le boiserie sono tutte bianco panna. Tonalità neutre scelte per fare risaltare i mobili di antiquariato, i quadri, tutti del 700, e le diverse collezioni di argenteria, terrecotte e porcellane.
“Con questa abitazione ho portato avanti il principio dell’inattualità in rapporto alla personalità: negli anni in cui il minimalismo azzerava il valore del decoro, ho sempre continuato a prediligere le case che esprimevano il carattere e il modo di vivere di chi le abita. Non amo le “casa-biglietto-da-visita”, progettate da grandi architetti in cui però non c’è alcuna idea da parte di chi le commissiona. Che in un certo senso esprimono la personalità del progettista e non di chi le abita”.
Il gusto classico domina negli arredi e nelle opere d’arte, esposte negli ampi spazi dell’appartamento. Con l’unica eccezione di due busti di Mitoraj che accolgono gli ospiti nel corridoio d’ingresso. “Nonostante io e mio marito siamo amanti dell’antiquariato e della cultura classica, ho sentito la necessità di avere in casa anche qualcosa di contemporaneo. La scelta è ricaduta su Igor Mitoraj, che considero un grande artista e che sa reinterpretare l’antico ponendolo in una dimensione moderna”.
Un’altra grande passione della proprietaria è quella per la porcellana cinese. Molti i pezzi acquistati nel corso degli anni, tra i quali spiccano tre vasi cantonesi della prima metà dell’Ottocento, di grande formato, che appoggiati su un tavolo basso, costituiscono il fulcro del salotto con libreria e grande arazzo di Bruxelles della metà del 700. Ricco di molte curiosità e deliziose collezioni tematiche, raccolte con competenza e buon gusto nel corso degli anni. Esposte a vista, oppure conservate, come piccole wundercammer in due trumeau del nord Italia, sempre del 700.
Anche il piccolo soggiorno, nel quale la proprietaria trascorre la maggior parte del suo tempo, è ricco di opere d’arte. Due nature morte napoletane, attribuiti alla scuola di Giuseppe Vincenzino, insieme a due scene di battaglia attribuite a Jacques Courtois, il Borgognone. Due consolle del settecento lombardo, dorate a mecca e altrettanti vasi in sangue di bue completano l’ambientazione.
“Una mia passione sono per l’appunto i vasi in Sangue di Bue. Ne ho diversi, in tutta la casa. Due tra i più grandi sono stati posizionati in due nicchie della boiserie dell’ingresso. Al di sotto dei vasi c’è un palchetto del Seicento, a rocchetto, che richiama con il colore della sua stoffa quello del vaso”.
Nella camera padronale spicca il letto Luigi XVI veneziano. “E’ molto raro trovarne uno del tutto integro”, spiega la proprietaria. Ai lati ci sono poi due lampade moderne di Estro, mentre sul capoletto c’è un bozzetto settecentesco del pittore veneziano Polazzo. Il lenzuolo invece presenta un pizzo chiamato “chiacchierino”, anche quello veneziano.
Molta attenzione è stata dedicata anche alla sala da bagno. “Siccome questa stanza ha una grande finestra e un affaccio su un cortile interno con molto verde, ho chiesto espressamente al mio architetto di realizzare una piccola toeletta, creata dalla boiserie originale della casa. In questo modo siamo riusciti a dar vita a questo angolo di luce naturale, dove potersi truccare, su cui è stato posizionato un Apollo settecentesco di manifattura tedesca”.
Per quanto riguarda l’arredo bagno, le luci, il lavandino in marmo di Carrara bianco e la rubinetteria sono di Devon&Devon. “Cercavo infatti dei pezzi che seguissero l’idea di un déco estremamente raffinato, in un bagno classico ma con un certo tocco, e la proposta di Devon&Devon ha realizzato queste mie aspettative”, conclude.