Prateria e giardino sono molto più simili di quanto si possa pensare. Indubbio che ognuno pensi al proprio giardino secondo il canone di stile o di bellezza che sente appartenergli, ma questa tecnica è comunque utile a chiunque. Di sicuro al suo interno si possono trovare metodi e spunti di riflessione interessanti oltre che piccoli trucchi per la gestione del proprio spazio verde, a prescindere dallo stile.
Un suolo vivo che si rinnova in continuazione
La terra, il suolo, è la questione numero uno. Quella cosa a cui non si pensa, quella che si dà per scontata, che è poi quella su cui si dovrebbe lavorare con più impegno e con maggiore consapevolezza.
È vero che studiare e conoscere il suolo non è facile, ma bastano poche nozioni di pedologia e di chimica, non occorre una laurea magistrale.
Il suolo va a volte lavorato, a volte andrebbe lasciato state. Dipende moltissimo dalla terra, da che coltivazioni si sono susseguite e dall’irrigazione che possiamo profondere.
Una delle grandi maestre dei giardinieri è stata la coltivazione a prateria. Emersa alla ribalta dal Duemila in poi, grazie alla diffusione, anche esagerata, delle graminacee e della moda New Dutch Wave, la coltivazione a prateria non è per nulla facile, ma una volta che si è stabilito un certo equilibrio (occorrono anni), ha un livello di manutenzione davvero molto basso.
Cosa abbiamo imparato da questo sistema di coltivazione, che crea un piccolo ecosistema, e che principi possiamo applicare nel giardino?
Mantenere il il suolo coperto
Nelle praterie non esiste un centimetro di terra lasciato scoperto. Ogni spazio è rivestito da piante, garantendo così al suolo una protezione naturale dagli agenti atmosferici, e soprattutto un minore dilavamento della terra, con risultati incredibilmente positivi sull’assorbimento delle acque piovane e sulle emergenze idrogeologiche. La prima cosa da fare è pianificare coltivazioni a rotazione, in modo che quelle esaurite vengano rimpiazzate, e piantare coprisuolo e tappezzanti, sia come riempitivi per vuoti che si creano, sia a livello permanente. Le piante da fiore bucheranno questo tappeto, assicurando una variazione dell’aspetto del giardino. Ideali sono i bulbi, specie quelli grandi, come gigli, Hymenocallis, Hippeastrum, Amaryllis belladonna, ecc.. Anche la base degli arbusti deve essere coperta da piante. In questo senso la prateria accetta molto di buon grado le cosiddette infestanti.
Nutrire i microrganismi della terra
Un suolo sano è un suolo vivo, abitato da milioni di microrganismi che aiutano le piante a crescere rigogliose. L’apporto di materia organica decomposta, come letame e compost, o la preziosa lettiera di foglie, è il modo migliore per garantire una fonte continua di nutrimento per questa comunità microscopica. L’ideale è offrire diverse tipologie di sostanza organica, che vadano da materiale già decomposto a piante vive che coprano il suolo (sovescio). In questo modo il nutrimento sarà variato, in modo da assicurare al suolo una struttura stabile, capace di trattenere umidità e migliorare la fertilità.
Non disturbare, un importante insegnamento della prateria al giardino
Ridurre al minimo la lavorazione del terreno è uno dei grandi insegnamenti che il giardino ha ricavato dalle praterie. Pratiche invasive, come la vangatura, distruggono la struttura del suolo e disturbano gli ecosistemi sotterranei. Da evitare il più possibile l’uso della motozappa che va troppo in profondità e limitarsi a stratificare il suolo con pacciamature naturali. Questo non solo protegge la vita dell’humus, ma favorisce l’aumento della materia organica in cui può insediarsi. Un terreno arricchito di sostanza organica è in grado di drenare rapidamente in caso di piogge intense e di trattenere umidità nelle fasi di siccità, rendendo il giardino più resistente agli estremi climatici che conosciamo fin troppo bene.
Puntare su arbusti e perenni
La prateria è dominata dalle piante perenni, che rappresentano circa il settantacinque per cento delle specie presenti. Oltre che nella prateria, anche nel giardino, optare per una selezione di graminacee, arbusti e fiori perenni può trasformarlo in un luogo rigoglioso in cui la presenza di erbacce è meno pressante. Non dimentichiamo che meno erbacce significa meno lavoro e meno spesa per smaltimento. Le piante rizomatose o bulbose sono preziosissime perché lavorano il suolo e creano una rete fitta di radici che assorbono l’acqua. Iris, Canna indica, Alocasia, mughetti, Bergenia, peonia, bella di notte, Liriope, tanto per citare le più note.
Anche le graminacee coprono il suolo in modo così fitto da soffocare la competizione, in più contribuiscono a migliorare la struttura del terreno e a trattenere il carbonio.
Piante a radice profonda
Una delle ragioni della adattabilità delle praterie è che le piante allungano le radici fino a diverse profondità del suolo. Mentre la maggior parte delle radici si concentra nei primi 15-30 cm di terra, alcune specie riescono a raggiungere i 3 metri di profondità. Questa diversità garantisce un’ottima capacità di assorbimento idrico e di sostanze nutritive, rompendo la compattazione del terreno e favorendo una crescita sana e piuttosto autonoma. Piantare una selezione diversificata di specie, quindi, non solo arricchisce la vista, ma sostiene la varietà microbica nel terreno, migliorando la salute complessiva del giardino al pari di una prateria.
Buddleja, tiglio, alloro, oleandro, ginestra (Spartium e Cytisus), Chaenomeles, Spiraea e molte altre piante hanno radici che tendono ad andare in profondità, difatti sono tutte resistenti al secco.
Requiescat in pace
Un altro insegnamento importante delle praterie è l’adattamento delle piante all’ambiente specifico.
Inutile comprare e ricomprare la stessa pianta se non ne vuol sapere di crescere: meglio cambiare senza drammi né rimpianti.
La prateria in giardino, il pianeta ringrazia
Rubare un po’ di saggezza alla prateria non è solo un modo per avere un bel giardino, ma soprattutto un atto di fiducia nel futuro. La conservazione del suolo e la riduzione delle lavorazioni aiutano a trattenere il carbonio, limitando le emissioni. Anche se i giardini non sono estesi come i terreni agricoli, ogni contributo conta: anche piccole aree coltivate con piante perenni e pacciamatura possono trattenere carbonio e migliorare la biodiversità.
Inoltre, un giardino ispirato alle praterie è naturalmente resistente e richiede meno irrigazione e manutenzione, liberandoci da antiparassitari, erbicidi e lasciando spazio a una varietà di piante autoctone e sostenibili.
Per chi cerca un modello di giardino più autonomo, pratico e, soprattutto, con una salute duratura sotto la superficie, le praterie offrono lezioni preziose e universali, senza contare la gratificazione personale.
Ogni giardino oggi ha un obbligo al quale non può e non deve sottrarsi: investire in un sistema robusto e sostenibile, dove il suolo, la fauna e le piante convivono in equilibrio, con benefici che vanno oltre il giardino stesso.
Consiglio di lettura: Diana Pace Cosa c’è sotto. Considerazioni sulla terra ed. Maestri di giardino.
Lida Zitara
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