Per secoli, la selezione artificiale ha modellato diverse razze canine, trasformando i loro appartenenti in eccellenti guardiani. Dai Pastori Maremmani ai Rottweiler, dai Pastori Tedeschi ai Dobermann, questi cani sono stati scelti per caratteristiche specifiche come vigilanza, coraggio, territorialità e una marcata inclinazione alla difesa. La loro presenza era, e in alcuni casi continua ad essere, essenziale per la protezione di proprietà, greggi e famiglie, che ne ha fatto veri e propri guardiani del ‘focolare domestico’.

Alcune razze selezionate nei secoli per la guardia

Razze canine come quella del Mastino Napoletano, del Cane Corso, del Rottweiler, del Pastore del Caucaso, del Cane da Pastore Belga, come il Welsh Corgi Pembroke, l’Alano, il Boxer Tedesco, ma anche il Bullmastiff, il San Bernardo, il Dobermann, il Dogo Argentino, lo Shar Pei, il Bull Terrier, l’Akita e lo Shiba Inu, insieme al Volpino Italiano, al Levriero e al Bovaro del Bernese, rappresentano una ricca e variegata eredità cinofila. Queste razze, caratterizzate da dimensioni imponenti, forza fisica e/o temperamento deciso, sono state storicamente selezionate per svolgere compiti specifici come la guardia, l’intimidazione e la difesa. La loro prestanza, unita alla capacità di reagire con determinazione in situazioni di pericolo, ha reso questi cani, per secoli, fedeli e affidabili custodi e protettori.

Tuttavia, è essenziale ricordare che, la gestione dei cani appartenenti a queste razze, richiede esperienza e consapevolezza. Il loro potenziale, se non indirizzato correttamente, può comportare sfide nella gestione quotidiana. È necessario comprendere appieno le loro necessità, il loro comportamento e le dinamiche relazionali per garantirne una convivenza armoniosa con l’ambiente domestico e con gli altri.

Anche le razze canine meticce con i loro incroci possono essere ottimi cani da guardia. Tuttavia, mentre le razze pure hanno caratteristiche prevedibili grazie alla selezione selettiva, i meticci ereditano un pool genetico più ampio e variabile dai loro genitori. Un cane meticcio potrebbe ereditare l’aggressività di protezione da un genitore e la lealtà e l’intelligenza da un altro, creando comunque un eccellente cane da guardia. Questo però, può dare risultati di una maggiore imprevedibilità nel temperamento, ma anche in una maggiore robustezza, resistenza a malattie e una maggiore adattabilità a diversi ambienti.

È altrettanto fondamentale ricordare, quindi, che non si può prevedere il temperamento di un cane meticcio basandosi solo sulla sua presunta apparenza o sulla razza dei suoi genitori. L’educazione, la socializzazione e l’esperienza individuale del cane sono fattori maggiormente determinanti per la sua attitudine alla guardia, rispetto a cani appartenenti a razze selezionate.

Un cane meticcio Foto [cabado]/stock.adobe.com

Una selezione che arriva fino a i nostri giorni

I cani delle razze selezionate, sin dalle origini erano addestrati per individuare minacce, avvertire e, quando necessario, difendere il loro territorio e le persone a cui erano legati. Oggi, molte fra essi invece, hanno assunto un nuovo ruolo, quello di essere solo amati compagni di vita.

Tuttavia, il loro patrimonio genetico, appunto frutto di secoli di selezione per la guardia, continua a influenzarne temperamento e comportamento. Questa transizione ha portato con sé, quindi, nuove sfide nella loro gestione, in particolare per quanto riguarda il controllo dell’abbaio e la necessità di far scaricare correttamente la loro energia.

Infatti, i cani di queste razze a volte faticano ad accettare gli estranei, reagendo con aggressività o paura alla presenza di persone o animali sconosciuti. In altri casi, possono manifestare ipervigilanza, sviluppando ansia, abbaiando incessantemente o reagendo in modo esagerato a stimoli esterni come il suono di un citofono, voci o semplici movimenti. Se non adeguatamente socializzati, questi cani potrebbero sviluppare una mancanza di fiducia verso altre persone o animali, con potenziali problemi di interazione. Questo può, a sua volta, portare a reazioni aggressive in situazioni percepite come minacciose, anche se non realmente pericolose.

L’abbaio: un’eredità ancestrale da gestire

L’abbaio è un comportamento innato nei cani, amplificato in alcune razze selezionate appositamente per la guardia. Per questi cani, abbaiare è un segnale d’allarme, un modo per comunicare la presenza di un estraneo e cercare di allontanarlo. Tuttavia, in un contesto domestico, un abbaio continuo può diventare una fonte di disturbo e di stress per la famiglia e non solo.

Il Beagle è spaventato (lo si capisce dall’occhio di balena e la coda tra le gambe) e abbaia Foto [PixieMe]/stock.adobe.com
La gestione dell’abbaio richiede pazienza e coerenza. È fondamentale evitare di ricompensare l’abbaio dando attenzione, anche se negativa, come sgridare il cane, perchè può rinforzare il comportamento sbagliato. Esistono tecniche apposite per superare questo comportamento:

  • l’addestramento al silenzio, dove si ricompensa il cane quando smette di abbaiare
  • la desensibilizzazione, che consiste nell’abituarlo gradualmente agli stimoli che scatenano l’abbaio
  • la gestione ambientale, che implica limitare l’accesso a zone che lo spingono ad abbaiare.

Quelle elencate qui sopra, sono tutte tecniche che risultano molto efficaci. In alcuni casi, invece, può essere necessario rivolgersi a un educatore cinofilo professionista per ottenere supporto nella gestione del comportamento.

Ci sono anche altri piccoli stratagemmi per gestire queste inclinazioni, ma richiedono consapevolezza, pazienza e, quando necessario, un approccio professionale. Non si tratta di ‘eliminare’ l’istinto di guardia, ma di canalizzarlo in modo costruttivo e utile per il cane e per la sua famiglia.

Il Beagle segue i comandi imposti e rimane sereno Foto [Pixel-Shot]/stock.adobe.com

L’educazione del cane, un percorso da iniziare sin dal suo arrivo in famiglia

Esporre il cane in modo controllato a diverse situazioni, persone e animali fin dalla tenera età può aiutarlo a costruire fiducia in se stesso e a ridurre l’ansia. Un addestratore esperto può insegnare comandi specifici, correggere comportamenti indesiderati e, soprattutto, rafforzare il legame tra cane e proprietario. Inoltre, creare un ambiente sicuro e prevedibile per il cane è fondamentale per minimizzare gli stimoli stressanti. Questo può includere l’uso di recinzioni adeguate e strumenti di gestione come il guinzaglio.

Infine, applicare regole chiare e coerenti è essenziale. La coerenza nelle azioni e nelle risposte ai comportamenti del cane evita di creargli confusione che potrebbe aggravare il problema oltre a favorire una convivenza più serena e armoniosa.

Scaricare l’energia: un bisogno fisico e mentale

Le razze canine storicamente utilizzate come cani da guardia sono generalmente caratterizzate da una grande energia e un forte istinto di protezione. Se non adeguatamente stimolati sia fisicamente sia mentalmente, questi cani possono sviluppare comportamenti indesiderati, come già descritto più sopra, soprattutto l’aggressività.

Per questo motivo, è fondamentale garantire loro un’attività fisica e mentale adeguata. Si possono svolgere lunghe passeggiate, giochi di ricerca, attività come ‘cani da lavoro’, l’agility o per sviluppare l’obbedienza. Queste attività, unitamente all’interazione sociale con altri cani sotto supervisione, diventano essenziali per il loro benessere e per canalizzare positivamente la loro energia. Inoltre, l’arricchimento ambientale, come l’introduzione di puzzle per cani e l’accesso a spazi sicuri da esplorare, stimola la loro mente e aiuta a prevenire la noia, che potrebbe altrimenti sfociare in comportamenti aggressivi. Un cane da guardia ben stimolato e mentalmente attivo sarà meno incline a sviluppare problemi comportamentali, favorendo una convivenza serena ed equilibrata con il suo proprietario.

Un patrimonio genetico da saper incanalare

I cani da guardia di oggi non sono più solo protettori come nel passato, ma anche compagni leali che richiedono una comprensione profonda del loro carattere e delle loro necessità. Gestirne il comportamento implica impegno e conoscenza. In taluni casi, invece chiedere il supporto di un professionista, non è segno di incapacità o di mancato amore per il proprio cane, ma esattamente il contrario. Con una corretta gestione, quindi, questi cani possono diventare non solo fedeli custodi, ma anche membri equilibrati e ben integrati nella vita quotidiana di un proprietario o di una famiglia.

Il loro forte istinto protettivo, se ben compreso e indirizzato nel modo giusto, può evolvere in un legame affettuoso e in una compagnia insostituibile. La chiave è proprio questa, infatti: comprendere i loro bisogni e fornire, pertanto, stimoli fisici e mentali adeguati.
In questo modo, è possibile far emergere il lato più affettuoso e devoto di queste razze, assicurando loro una vita soddisfacente e serena al fianco del proprietario e all’interno della famiglia.

Abituarsi a giocare e condividere, li aiuta a fidarsi e a socializzare in modo positivo Foto [Page Light Studios]/stock.adobe.com

Margherita Scalvini

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