Bizhan Bassiri. Creazione, a cura di Bruno Corà, è la prima importante mostra personale dell’artista italo-persiano (Teheran, 1954) che BUILDING ospita nei suoi spazi dal 30 gennaio al 22 marzo 2025. L’esposizione, sviluppata su tre piani espositivi della galleria, trasporta il visitatore in una dimensione ancestrale e senza tempo, in cui le opere, che sembrano emergere da un universo magmatico, prendono forma di volta in volta in sculture e dipinti contraddistinti da specifici materiali e cromie. Dalla dominante rossa del piano terra, passando per il pigmento blu impiegato nelle opere del primo piano, fino a giungere all’oscurità nera del secondo piano, in cui – ci suggerisce l’artista – “Osservando nel buio, il buio Vedo”.
Diversi i cicli di opere presentati in mostra, tra cui: gli Specchi Solari (2024), superfici in acciaio attraversate da abrasioni fulminee come lampi, che negano la tradizionale funzione dello specchio come oggetto che riflette il mondo e rivelano, invece, la loro stessa natura come sorgente di luce; le Particelle della Tempesta (2024), dipinti materici simili a stratificazioni geologiche, che l’artista ottiene facendo macerare carta di quotidiani in vasche piene di acqua colorata con pigmenti naturali e l’aggiunta di colle; le Erme (2000-2024), che, mutuando la loro morfologia dall’erma classica antica, si compongono di una base metallica tronco-piramidale rovesciata su cui si innestano le masse informi delle teste di pietra lavica.
Come osserva il curatore
Come osserva il curatore Bruno Corà: “Il complesso pittorico-plastico Creazione ideato e realizzato da Bizhan Bassiri si pone quale epico paradigma della Weltanschauung dell’artista, in questo frangente temporale. La vasta articolazione di forme deve essere considerata sintesi di un quarantennale percorso dove visione palingenetica, intuizione poetica e formalizzazione di un sistema iconografico basato su archetipi cosmologici e mitici assume il carattere di ‘summa immaginaria’.
In tale drammaturgia visiva, Bassiri esibisce le figure essenziali della sua poetica: il pensiero magmatico metafora della lava vulcanica incontrata sul Vesuvio per la prima volta, l’incessante trasformazione della materia, da lui considerata ‘tempesta’ permanente; lo stupore della luce ricavata dall’opera e offerta come entità correlata allo sguardo individuale; l’ineludibile presenza testimone della cifra antropologica; il rischio serpentino dell’imprevisto; la sorte, invisibile ma attiva forza regolatrice e registro supremo dell’arte che perpetua la tensione vivente, assumendo forme senza tempo. Protesa in uno spazio-tempo indeterminabile, considerato eterno come l’esistenza, l’opera appare immagine autonoma destinata a mostrare l’enigmatico inarrestabile processo del pensiero magmatico, sorgente da cui scaturisce l’arte.”
Bizhan Bassiri
Bizhan Bassiri, nato a Teheran nel 1954, si è stabilito a Roma nel 1975. Vive tra Roma, la Toscana e l’Umbria. La sua ricerca artistica parte dall’utilizzo di materiali diversi: superfici in cartapesta e acciaio e bronzo, elementi lavici, elaborazioni fotografiche. È autore di Pensiero Magmatico (1984) e Manifesto del Pensiero Magmatico (1984-2023). Nel 2020 ha istituito a Fabro la Fondazione Bassiri, che ha ottenuto il riconoscimento dello Stato italiano e che si propone di gestire e promuovere il suo lavoro, offrendosi anche come punto di riferimento nella promozione dell’arte e della cultura attraverso iniziative multidisciplinari che spaziano dall’arte visiva, alla musica, al teatro, alla letteratura e alla scrittura.
Bassiri comincia ad esporre nel 1981 partecipando a mostre personali e collettive. Tra i principali musei e istituzioni culturali in cui ha esposto si ricordano: Accademia di Francia, Villa Medici, Roma; Arsaevi, Collegiumartisticum, Sarajevo (Bosnia); Borholms Kunstmuseum, Borholms (Danimarca); Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Venezia; Centre d’Art Contemporain, Thiers (Francia); Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Centro Arte Contemporanea BM, Tophane-i Amire, Istanbul (Turchia); Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia; Kunsthalle, Vienna (Austria); Macro Testaccio, Roma; Museo Archeologico Nazionale di Napoli; Museum van Hedendaagse Kunst, Gand (Belgio); Sala dei Cinquecento, Palazzo Vecchio, Firenze; S.M.A.K, Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Gand (Belgio); Tehran (Iran) Contemporary Art Museum, Tehran (Iran).
Continua la vita dell’artista
Nel 2017 è stato invitato, come unico artista, a rappresentare l’Iran alla 57ª Biennale di Venezia con la mostra Tapesh, The Golden Reserve of Magmatic Thought, a cura di Majid Mollanoruzi. Nel 2019 ha presentato la mostra personale Meteorite Narvalo, a cura di Gabriella Belli, presso Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Venezia e la mostra personale Il Nottambulo, a cura di Bruno Corà, presso il National Museum of Iran, Teheran. Durante il 2022 ha partecipato alle mostre collettive: Il Numinoso, a cura di Giorgio Verzotti, presso BUILDING, Milano e la Basilica di San Celso, Milano; La Luce del Nero, a cura di Bruno Corà, presso la Fondazione Burri, Ex Seccatoi del Tabacco, Città di Castello (Perugia). Nel 2023 ha presentato la mostra personale Sokut, presso l’Hash Cheshme Art Space, Kashan (Iran).
Il curatore
Bruno Corà (Roma, 1942) storico dell’arte, critico e giornalista, è attualmente Presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri a Città di Castello. È stato docente presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia (1979-1999), l’Università di Cassino (1999-2005) e di Firenze (2005-2008). Accademico d’onore dell’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci (Perugia, 1981), e dell’Accademia del Disegno di Firenze; professore emerito della Athens School of Fine Arts (2013), ha ricoperto ruoli di spicco in numerose realtà istituzionali: è stato infatti direttore del Museo Pecci di Prato (1995-2002), di Palazzo Fabroni di Pistoia (1993-2001), del CAMeC de La Spezia (2003-2007), del Museo d’Arte e del Polo culturale di Lugano (2008-2010) e del CAMUSAC di Cassino (dal 2013).
Curatore delle Biennali di Gubbio (1996-97, 2016), di Carrara (2006), di La Spezia (2002, 2004 e 2006) e Commissario per l’Italia alla Biennale di Dakar (2002). È stato fondatore e direttore delle riviste “Anoir, Eblanc, Irouge, Uvert, Obleu” (1980-1987) e “Mozart” (2012-2016). È autore di numerose pubblicazioni sui principali artisti contemporanei internazionali e promotore e curatore di convegni scientifico-artistici, tra cui Who is afraid of Red, Yellow and Blue? al CNR di Roma (1986) sul colore, e delle due edizioni di Au Rendez-vous des Amis (Museo Pecci, 1998 e Fondazione Burri, 2015). Ha viaggiato e curato mostre in varie città degli Stati Uniti, Canada, Giappone, Russia, Europa, Cina e di altri Paesi. È membro dei Comitati Scientifici degli Archivi Kounellis, Isgrò, Spagnulo, Calzolari, Agnetti, Bertrand, Bassiri.
BUILDING
BUILDING è un progetto dedicato all’arte nelle sue più varie forme di espressione situato nel centro di Milano. Nata nel 2017 dalla visione di Moshe Tabibnia, BUILDING è incentrata su una ricerca artistica, storica e contemporanea. Volta verso una nuova idea di galleria d’arte, in cui cultura e mercato avanzano paralleli. BUILDING si presenta come una costellazione composta da diversi spazi e progettualità. In cui giovani protagonisti della scena internazionale, artisti affermati e storicizzati. Così come artigiani e designer si incontrano in un’ottica di scambio intergenerazionale e sconfinamento di discipline. Mirando ad una costante sperimentazione e creazione di cultura.
In questa visione si inseriscono inoltre: BUILDINGBOX, un progetto espositivo annuale situato all’interno di una delle vetrine di BUILDING, fruibile dall’esterno 24 ore su 24, 7 giorni su 7, che ospita a cadenza mensile opere legate tra loro da un fil rouge temporale; BUILDING TERZO PIANO, uno spazio che nasce dal desiderio di esplorare la creatività in tutte le sue sfaccettature e la cui identità si svilupperà nel tempo seguendo una programmazione indipendente. building-gallery.com
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